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Gen 01 2013

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IL VIAGGIO DELLA VITE DALLA MONTAGNA ALLA MONTAGNA

Dalla montagna alla montagna, in un viaggio iniziato 10.000 anni fa, la cui meta non è ancora definita se non per ipotesi: nata nelle alture del Caucaso, dopo aver peregrinato nei millenni per pianure e colline, incontrando culture diverse, confrontandosi, comunicando, sopportando incontri non piacevoli con guerre, malattie come la peronospora, ideologie e politiche economiche a favore o contrarie, la vite vuol tornare in montagna.

Lo sostiene Sergio Sgarbi, docente universitario, consulente dell’Ecosoc-Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, giornalista economico, di enologia e storia del vino, citando come esempi i vigneti di alta quota della Svizzera, della Valle d’Aosta o di Cortina, i più alti d’Europa, denominati “Cortina 1350”. Effetto anche di un fattore storicamente da sempre determinante per la produzione enologica come il clima, e della tendenza al surriscaldamento della terra i cui effetti si fanno sentire sui cicli della natura e sulle coltivazioni: restando in tema, dall’anticipo della vendemmia alla distribuzione sul territorio dei vigneti che tengono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite, appunto, sopra i 1.200 metri di altezza. E così, dall’Ararat alla Mesopotamia, dalla Grecia all’Egitto, dall’Italia all’Europa, e poi in America, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Cina, nel futuro della vite, almeno dal punto di vista geografico, sembra esserci un ritorno alle origini, alle montagne, dovuto, al progressivo innalzamento della temperatura. Dal World Economic Forum all’Onu, solo per fare alcuni esempi, tutti sono d’accordo che il progressivo aumento dell’effetto serra provocherà una crescita, entro il 2050, della temperatura della terra da 1,5 a 2 gradi centigradi. Ed immaginarsi il mondo enoico a quest’epoca, vuol dire pensare a vini più corposi, alcolici, pieni e meno profumati, cui porteranno le alte temperature e le conseguenti piogge scarse, e a diverse latitudini ideali – con il loro progressivo innalzamento – ed esposizione dei vigneti, dove non si potranno più compiere le stesse pratiche tra i filari, con il risultato che le zone di produzione più importanti potrebbero uscirne profondamente mutate. da winenews

nella foto: Vigna Cortina 1350

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