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Lug 27 2015

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PER LA PRIMA VOLTA LA SPESA PER LA FRUTTA SUPERA QUELLA PER LA CARNE.

Per la prima volta la spesa per frutta e verdura degli italiani ha sorpassato quella per la carne ed è diventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie con una rivoluzione epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo. Effetto del cambiamento degli stili di vita, ma anche della speculazione, con i prezzi della frutta che, dal campo alla tavola si moltiplicano fino al 500%. A dirlo la Coldiretti, sulla base dei dati Istat sugli ultimi 15 anni, nella Giornata dell’Ortofrutta al Padiglione Coldiretti ad Expo, con migliaia di agricoltori provenienti dalle campagne delle regioni insieme al Ministro Maurizio Martina e al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

La spesa degli italiani per gli acquisti di frutta e verdura, infatti, rappresenta ora il 23% del totale del budget destinato dalle famiglie

all’alimentazione per un importo di 99,5 euro per famiglia al mese contro i 97 euro della carne che, con una incidenza del 22% sul totale, perde per la prima volta il primato

L’affermarsi dell’ortofrutta nella dieta degli italiani ha fatto nascere opportunità professionali come dimostrano i nuovi mestieri della frutta e verdura scesi in campo all’Expo per iniziativa della Coldiretti con dimostrazioni pratiche, dal “sommelier” che insegna a scegliere il miglior tipo di frutta da abbinare al pasto, allo scultore che crea magie usando le verdure, dal “personal trainer dell’orto” che insegna il fai da te a quello della spesa che aiuta ad ottimizzare gli acquisti di frutta e verdura.

Ma non mancano i problemi, soprattutto sul fronte dei prezzi all’origine e al consumo, visto che dal campo alla tavola i prezzi della frutta moltiplicano fino al 500%, dalle pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro alle susine, per le quali l’agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, dai meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al chilo, all’uva da tavola che si trova in vendita a 2,50 euro rispetto agli 80 centesimi dati a chi la coltiva, che non riesce più a coprire neppure i costi di produzione.

E’ in atto una vera speculazione che sottopaga la frutta al di sotto dei costi di produzione agli agricoltori e non permette a molti cittadini di garantirsi il consumo di un prodotto indispensabile per la salute in questa stagione”, afferma ancora Moncalvo, nel sottolineare che “nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è margine da recuperare per garantire un reddito sufficiente agli agricoltori e acquisti convenienti per tutti i cittadini.

Una situazione insopportabile, da tempo denunciata da Slow Food.

Sempre più importanti diventano allora i Mercati della Terra di Slow Food, impegnati a ridare valore al cibo, ed i Mercati Agricoli di Quartiere, che accorciano la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita, per premiare di più chi produce bene e, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali, per dare a tutti noi un prodotto buono organoletticamente, pulito perché in armonia con ambiente ed ecosistemi, giusto perché rispetta chi lo produce.

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