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Apr 14 2016

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ESSELUNGA SENZA OLIO DI PALMA

eppur si muove…

Esselunga ha tolto l’olio di palma nella maggioranza dei biscotti, nella totalità dei grissini e dei cracker e in quasi tutte le confezioni di fette biscottate e crostini. La catena di supermercati milanese lo aveva annunciato un anno fa dopo l’avvio della petizione de Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade,  adesso lo ha fatto. Si tratta di una vera rivoluzione che Bernardo Caprotti, il patron della catena, ha portato avanti con determinazione cambiando la quasi totalità dell’assortimento. Oggi nei punti si trovano 15 tipi di biscotti per la prima colazione, 10 sono palma free (*), mentre 5 hanno ancora la vecchia ricetta. Chi vuole comprare grissini e cracker a marchio Esselunga deve per forza scegliere tra le 16 tipologie preparate con mais, oliva e girasole, e anche la maggioranza delle fette biscottate (4 su 6) e dei crostini (2 su 3) sono senza olio tropicale. Complessivamente Esselunga propone in assortimento 54 prodotti da forno palma free (la lista completa elaborata  in redazione si trova in fondo all’articolo).  In genere nelle ricette si usano oli vegetali come girasole, mais, oliva… tutti con un tenore più basso di grassi saturi.

La catena di supermercati milanese è la seconda insegna a livello nazionale che decide di abbandonare l’olio di palma (la prima è stata Carrefour che poche settimane fa ha modificato la linea dei biscotti). In entrambi i casi la scelta è stata fatta per venire incontro alle richieste dei consumatori che quando fanno la spesa non vogliono comprare prodotti con l’olio tropicale. Il cambiamento delle modalità di acquisto è ormai un segno tangibile. Se ne è accorta anche Barilla che ha ormai in assortimento 25 prodotti  palma free. Poi ci sono marchi come: Plasmon, Colussi, Gentilini e altri che hanno tolto dalle ricette il grasso tropicale per gli stessi motivi. Secondo la nostra banca dati in Italia ci sono oltre 500 prodotti palma free e il numero è in costante crescita.

La scelta di Carrefour ed Esselunga va incontro alle richieste del mercato e risponde anche alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità che nel dossier sull’olio di palma invita a ridurre i grassi saturi nella dieta degli italiani, soprattutto di quelli provenienti dall’olio tropicale, che non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere. L’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia che i bambini nella fascia di età 3-10 ne assumono 28 g/die, tra il 11-18% delle calorie totali, ovvero fino al 40% in più. Di questi grassi saturi, 8 g derivano da alimenti con olio di palma aggiunto (merendine, biscotti, grissini, cracker, fette biscottate e prodotti da forno…). Visto che il palma contiene una quantità di saturi pari al 50% circa ed è presente soprattutto nei prodotti da forno, la scelta di sostituirlo nei biscotti con olio di girasole o mais è un’ottima soluzione. L’ultima buona notizia riguarda la nostra petizione che ha quasi raggiunto le 175 mila firme e continua a ricevere adesioni mentre è finita la martellante campagna pubblicitaria della lobby dei produttori che fino ad ora hanno investito 10 milioni di euro.

fonte: La Repubblica, 14.014.2016

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