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Mag 31 2016

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ARRIVA IL PRIMO “FINE WINE” PRODOTTO DA MOËT HENNESSY IN CINA: “AO YUN”

Arriva da vigneti che sfiorano il cielo e a quotazioni già stellari al suo debutto assoluto, il primo vino made in Cina pensato appositamente per il mercato dei fine wine e del collezionismo: ecco “Ao Yun” (“Nuvola Sacra”), il nuovo vino firmato da Moët Hennessy (gruppo Lvmh), prodotto da vigneti coltivati a 2.600 metri di altitudine nel sud est della provincia dello Yunnan, a pochi chilometri dal Tibet, che tra qualche settimana sarà messo in vendita a 300 euro a bottiglia. Una produzione estrema e di piccole dimensioni (24.000 bottiglie, che potrebbero arrivare a 50.000 nei prossimi 5 anni), pensata appositamente per soddisfare la “crescente voglia dei collezionisti di avere un grande vino prodotto in Cina” ha spiegato Jean-Guillaume Prats, alla guida di Estates & Wines (www.estates-and-wines.com), la divisione vino di Moët Hennessy che da qualche anno, alle aziende di Australia, Nuova Zelanda, California, Argentina e Spagna, ha affiancato anche quella in Cina.
Un blend di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, che debutterà con la vendemmia 2013, ed il cui prezzo, spiega Prats al “Financial Times”, è dovuto ai buoni responsi della critica che lo ha assaggiato in anteprima, ma anche all’esclusività e alla difficoltà di produrlo, compresi i costi di produzione, che lo rendono da questo punto di vista il vino più “caro” del gruppo (che tra i suoi marchi ha nomi come Dom Pérignon, Krug, Ruinart, Veuve Cliquot e Château d’Yquem, solo per citarne alcuni).
150 contadini tibetani si prendono cura dei vigneti disseminati in 320 appezzamenti di terreno terrazzato, sulle pendici dell’Himalaya in precedenza utilizzati per altre colture come pomodoro o marijuana: “loro si occupano di tutto quello che è la coltivazione della vigna, noi di tutto ciò che è la vinificazione – spiega Prats, che aggiunge – la logistica da quelle parti è un vero incubo, è un’avventura straordinaria”. E c’è da crederci: il luogo, nel villaggio di Andogn, sarebbe raggiungibile, secondo il giornale, soltanto attraverso un passo di montagna a 4,300 metri di altezza, a quattro ore e mezzo di viaggio su strade non proprio comodissime dall’aeroporto più vicino …

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