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Set 15 2014

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BAROLO BOYS, STORIA DI UNA RIVOLUZIONE

Una storia che inizia nel Risorgimento, con i suoi personaggi più famosi, da Carlo Alberto a Cavour, attraversa il ’900 con la nascita di importanti aziende di vinificazione e una cerchia di mediatori, sensali, acquirenti e venditori, e, solo dopo, il contadino che coltiva il Nebbiolo, e un Barolo che non si vende. Questa la premessa della rivoluzione: Langhe, anni ’80, la scintilla scatta quando Elio Altare, leader dei “modernisti”, scende nella cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti. Sarà diseredato dal padre, ma il suo gesto simboleggia lo spartiacque dell’epopea barolista, con l’introduzione delle barrique, al posto delle esauste grandi botti in legno, e i primi diradamenti in vigna. E Altare non sarà da solo.

“Barolo Boys. Storia di una rivoluzione” è il docu-film che, dopo due anni di riprese tra vigne e cantine, arriva al cinema (il 26 settembre, presentazione a Eataly Torino, e il 30 l’anteprima al Cinema Fratelli Marx di Torino;www.baroloboysthemovie.com), una produzione indipendente della Stuffilm di Bra (Cuneo) del regista Paolo Casalis e Tiziano Gaia, già curatore delle guide Slow Food-Gambero Rosso, che racconta la storia dei “ragazzi ribelli”, quella generazione di contadini di Langa, che, praticamente sconosciuta fino alla fine degli anni ’80, ha cambiato modo di interpretare e comunicare il più famoso vino rosso piemontese, diventando star incontrastata per tutti gli anni ’90 (così ribattezzati dalla stampa americana) e consolidando il successo barolista sui mercati di tutto il mondo fino ai giorni nostri (oggi il loro territorio è tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità Unesco) tra conflitti generazionali con i patriarchi, geniali intuizioni e polemiche mai sopite. Qualche nome? Chiara Boschis, Marc De Grazia, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio, Luciano Sandrone, Domenico Clerico, Giovanni Manzone, Enrico Scavino, Renato Cigliuti, Roberto Damonte. E tanti altri. Con la partecipazione di Carlin Petrini e Oscar Farinetti, e una voce narrante d’eccezione: Joe Bastianich.

Che cosa resta di quell’esperienza? Chi sono e che cosa fanno, oggi, i “Barolo Boys”? A raccontare la storia e ripercorrere quegli anni rivoluzionari sul grande schermo sono loro stessi, tra le Langhe, le Cinque Terre e l’Etna: ci sono anche i vigneron Alessandro e Bruno Ceretto, Lorenzo Accomasso, Gianpiero Cereda, Marta Rinaldi e Davide Rosso, con l’enologo Beppe Caviola, Giuseppe “Citrico” Rinaldi, il critico Giancarlo Gariglio, l’importatore David Berry Green e persino la squadra di calcio Asd Barolo Boys Monforte, passando per personaggi come Maggiore Vacchetto detto Maggiorino, potatore vinicolo, e la Banda di La Morra.

E dopo la prima in Italia, il 3 e 4 novembre, a quasi 30 anni dal primo storico viaggio, i “Barolo Boys” torneranno a New York per presentare il docufilm – una produzione sostenuta da Piemonte Doc Film Fund, Fondo Regionale per il Documentario e Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano, con il patrocinio di Slow Food Italia e il supporto di Eataly Media – sulla loro storia, Al Cinema Tribeca Grill di Robert De Niro, a Casa Zerilli-Marimò e a Eataly New York. Accanto alla partecipazione a festival cinematografici come il Kinookus Film Festival a Dubrovnk in Croazia, il Festival Corto e Fieno di Ameno (Novara) ed il Wine Country Film Festival a Sonoma in Californa, dove il film è in concorso.

La trama del film

Langhe, Piemonte meridionale, 1983. Elio Altare, un giovane contadino stanco delle proprie misere condizioni di vita, scende nella cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti per l’affinamento dei vini. È la scintilla che appicca il fuoco rivoluzionario sulle colline del Barolo, dove una nuova generazione di piccoli produttori, partiti con scarsi mezzi e animati da un inedito spirito di squadra, andrà alla conquista dei mercati di tutto il mondo. Questo gruppo passerà alla storia col nome di “Barolo Boys”: Elio Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio e Marco de Grazia sono alcuni dei i protagonisti di questa storia di coraggio e determinazione.

Ma è anche una storia controversa e difficile: per anni una feroce guerra ideologica li ha visti contrapporsi alla generazione dei patriarchi, fieri oppositori delle novità introdotte dai figli ribelli della Langa; lo stesso Elio Altare, leader dei “modernisti”, sarà diseredato dal padre. A distanza di quasi trent’anni, che cosa resta di quell’esperienza? E più in generale, come domanda uno dei protagonisti de film, “Quale rivoluzione ha mai avuto successo?”. “Barolo Boys. Storia di una rivoluzione” traccia la parabola, breve ma intensissima, di un gruppo di produttori che ha cambiato in modo indelebile il mondo del vino

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