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Set 26 2016

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TERRA MADRE SALONE DEL GUSTO: LEGALITÀ & CULTURA PER UN CIBO DAVVERO GIUSTO

 “Parlare di cibo e acqua è parlare dei diritti delle persone, che arrivano prima dei profitti delle aziende: è anche questo lo scopo di “Terra Madre Salone del Gusto” (Torino, 22-26 settembre)”. Così Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, sul palco del congresso “Sapori Fuori Legge”, con il fondatore di “LiberaDon Luigi Ciotti, che oggi con “Libera Terra” cura molti terreni confiscati alle mafie, e l’ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli (che guida la Commissione sui Reati Agroalimentari voluta dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando). Che affermano con forza come il tema della legalità nella filiera agroalimentare sia fondamentale, concreto e reale per un cibo davvero giusto. “Il 63% delle sementi del mondo sono in mano a tre colossi, che detengono anche il 70% del mercato dei pesticidi: è un sistema criminale”, dice Don Ciotti, che aggiunge: “per un cibo davvero “giusto” serve un cambiamento culturale”.Tutto, ovviamente, passa anche dall’intervento normativo che tutela la legalità, come ha spiegato Caselli: “ogni anno evasione, corruzione e mafia ci costano 330 miliardi di euro, una montagna di ricchezza e di risorse che l’illegalità porta via e rapina, ed è tutta la comunità che patisce questo furto. È evidente che legalità e giustizia sono legate, ogni recupero di legalità è concreto, è recupero di reddito, ed è il percorso per una migliore distribuzione delle risorse e di giustizia. Ma oggi la normativa agroalimentare italiana è vecchia, una “groviera”, e per assurdo criminogena, visto che i rischi per chi agisce illegalmente sono quasi zero. Nel 2015 come Commissione abbiamo presentato un testo di 49 articoli molto apprezzato, ma è ancora in un cassetto. Speriamo che esca presto, è importante, ma serve una mobilitazione dei consumatori, e anche di Slow Food”. Tre i pilastri di questa nuova normativa: il suo essere “scalare” a seconda della gravità delle violazioni (con misure alternative come il ravvedimento operoso), “bifronte”, attenta a sanzionare le eventuali lesioni ma anche la sola creazione di rischi, e soprattutto, spiega Caselli, “rompe tutti i sistemi che, di fatto, oggi “deresponsabilizzano” le persone giuridiche, che non si riescono a punire”. fonte: winenews

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