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Apr 01 2011

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I PENDOLARI DEL GUSTO: BENJAMIN ZIDARICH E IL CARSO

26 e 27 marzo 2011

Dopo l’uscita dall’autostrada al casello di Trieste –  Sistiana, il gruppo, solo nove soci, ha raggiunto Prepot, piccolo borgo incantevole, dove si trovano i vigneti di Benjamin Zidarich.
Nella sua osmiza (osteria) abbiamo assaggiato squisiti salumi e formaggi con la sua Vitoska,  bianco,  e il suo Terrano, rosso dgli unici vitigni autoctoni del carso,  in una merenda slow che è incominciata a mezzogiorno e si è conclusa nel tardo pomeriggio. Grande accoglienza di Benjamin e grandi attenzioni per noi dal suo staff.

Dalla grande terrazza, la vista sconfina sui poderi di terra rossa (riportata dalle doline sulla roccia carsica quanto basta per far stare in piedi il palo tutore delle viti), dove l’uomo rispetta i ritmi della natura, aiutato anche dal vento, la bora, che protegge la vigna dalle malattie.
Straordinaria la cantina a diversi piani interrati, scavata nella dura roccia carsica.
Nel pomeriggio il gruppo degli “stezzanesi” si è allontanato per una passeggiata lungo il sentiero Rilke, godendosi lo splendido golfo di Sistiana e le falesie argentate fino al Castello di Duino.
Nel frattempo all’osmiza sono arrivati Gigliola e Lorenzo: merenda un po’ meno slow e degustazione di vini con Silvio e soci a dar loro man forte. 

Nella Casa Klarceva a Ceroglie, una cascina carsicina ristrutturata due anni fa, un piccolo gioiellino,ci attendeva Franz che ci ha messo a disposizione letti comodi e camere confortevoli.
La serata si è conclusa  all’osteria del  Pettirosso (da anni nella Guida delle Osterie di Slow Food), a S. Croce, frazione di Duino Aurisina, con un pranzo a base del pescato del giorno innaffiato da Malvasia.
L’indomani dopo una abbondante  colazione , il latte aveva il gusto della mucche della nonna’ (non della Lola), con yogurt e marmellate e pane appena sfornato (davvero una squisita ospitalità), siamo partiti per Sgonico per il pranzo presso l’agriturismo di Milic.
Il gruppo è stato conquistato dal simpatico benvenuto della signora Bernarda, la giovane padrona di casa. Dopo la degustazione in cantina di Vitoska e Malvasia la cucina carsicina e l’allegria del locale hanno sollecitato il dialogo tra i conviviali.
Infine sosta d’obbligo per un caffè nella elegante città di Trieste e ritorno a casa.
Un saluto e un grazie per la simpatia di tutti quelli che ci hanno accompagnato.
Renata

Zidarich: l’osmiza

Zidarich: la cantina

Il Pettirosso

Casa Klarceva

Milic: accoglieza, cantina, pranzo, azienda agricola

Trieste: piazza unità d’italia

OSMIZZE  E VITOVSKA
I vini prodotti nel territorio del Carso si possono degustare sul posto, in luoghi caratteristici quali le osmizze e le Aziende Agroturisitiche.
Le Osmizze, dette anche frasche, sono rivendite private dove per un breve periodo dell’sanno è possibile consumare del vino di produzione contadina assieme a pochi altri prodotti da accompagnare alla bevanda (uova sode, pancetta, salame, formaggio…)
Il termine Osmizza – o osmica – deriva dallo sloveno osem, cioè otto, poiché otto erano in origine i giorni di apertura consentiti. La nascita delle Osmizze risale all’impero autro-ungarico: nell’agosto 1784 l’imperatore Giuseppe II° emanò un Decreto attraverso il quale permetteva ad un contadino di Solkan (Salcano, vicino Gorizia, oggi in Slovenia) – e quindi conseguentemente a tutti – di vendere in casa il vino prodotto dalle sue vigne senza pagare imposte. Ancora oggi è sufficiente essere produttori di vino per poter appendere una frasca al portone di casa e poter vendere così la propria produzione. Attualmente le Osmizze possono restare aperte tre volte all’anno per due settimane ogni volta, in primavera, in estate ed in autunno.
Ora che il Carso si è affermata come splendido territorio da vino le Osmizze sono diventate splendida occasione per approfondire la conoscenza dei produttori e dei vitigni di questa bella area vitata.

VITOVSKA
Varietà diffusa da secoli quasi esclusivamente sulle colline della provincia di Trieste e ne carso sloveno (Kras), risulta tra i vitigni a bacca bianca più coltivati. Non esistono certezze circa riguardo a origine ed etimologia del vitigno, attribuibile alla denoominazione in lingua slovena di Vitovska Grgania data al vitigno nelle zone di coltivazione oltre confine.
Altra ipotesi è quella che intravede nel nome Vitovska una derivazione da Vitovlje, piccola località della zona viticola di Vipacco, nel Collio Sloveno (Brda). Il vino che si ottiene, vinificato di solito in acciaio (ma si conoscono buone versioni affinate in legno, come quella di Zidarich vinificata in legno e sulle bucce come un vino rosso, ndr), si presenta di un bel colore giallo paglierino Tenue. I profumi sono delicati ed eleganti, non troppo intensi, con ricordi di fiori freschi ed erbe di campo. Al gusto si esprime in maniera mai perentoria, con una buona vena acida ed una ricca sapidità che pervade il finale in bocca.
Da slowine

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