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Gen 17 2020

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AGRICOLTURA, NUOVA “SIRENA” PER I GIOVANI

+12% in cinque anni. E le imprese under 35 corrono di più – Dal vino “sottomarino” agli accessori di moda ricavati dall’agricoltura, tante le idee innovative premiate con gli “Oscar Green” 2019 di Coldiretti

L’agricoltura chiama e i giovani rispondono: sono oltre 56.000 gli under 35 alla guida di imprese agricole in Italia, un primato a livello comunitario raggiunto con un balzo del 12% negli ultimi cinque anni. Il boom del ritorno alla terra da parte delle nuove generazioni è stato sottolineato da Coldiretti, con la premiazione degli “Oscar Green” 2019, premio riservato agli under 35 che di distinguono per proposte originali, sostenibili, attente alla valorizzazione dei prodotti e del territorio di provenienza. Ma anche progetti rivolti alla ricerca del passato, per presentare in veste nuova qualcosa che magari esisteva 2.400 anni fa, come è il caso dei 40 litri del vino “sottomarino” prodotto dalla giovane Giulia Arrighi dell’Isola d’Elba, attraverso un processo di immersione nel mare delle uve di Ansonico. Dopo qualche giorno di permanenza in speciali nasse, l’uva viene messa ad appassire all’aria aperta e quindi si procede alla fermentazione in anfore di terracotta.

“Abbiamo realizzato uno studio del professor Scienza che ci aveva affascinato – racconta Giulia a WineNews – il professore svolge da anni studi sul vino che gli antichi abitanti dell’isola di Chio producevano immergendo l’uva nel mare. Da settembre 2018 abbiamo riprodotto tutte le fasi descritte negli studi del professor Scienza. Il sale entra per osmosi e fa da disinfettante e antiossidante sostituendo il metabisolfito. Da queste uve abbiamo prodotto 40 litri di vino messo in bottiglie di vetro per presentarlo. Una sola bottiglia è in terracotta e la daremo a una Onlus per metterla in asta in beneficenza. La produzione del 2019 è ancora in lavorazione, è un vino molto naturale, bisogna vedere l’evoluzione. Parliamo di un vino estremamente sapido, il sale ovviamente si sente, è un sapore molto particolare. Stiamo studiando ancora il processo di produzione e in futuro vorremmo arrivare alla definizione di un disciplinare”. Giulia Arrighi è uno dei 18 “campioni” under 35 di idee nuove e sostenibili, finaliste degli “Oscar Green”. Per esempio, l’abruzzese Gianluca Nappo produce accessori moda fashion colorati con eccellenze enogastronomiche locali, principalmente lo zafferano. Oppure c’è Antonio Della Rocca che in Campania produce omogeneizzati a km 0 da bovini di alta qualità e usando come condimento solo olio extravergine di Caiazzo. In Friuli Venezia Giulia Marco Zozzoli ha fatto rivivere il mais dei Cherokee, ricco di sostanze nutritive e dai bellissimi e variegati colori. C’è poi la campana Francesca Barbato che usa la rinomata cipolla ramata di Montoro per produrre creme anticellulite, e ci sono i coniugi Yikinboula Bazie, provenienti dal Burkina Faso, che sulle colline sovrastanti Massa Carrara coltivano la Moringa, una pianta classificata come “superfood” per le sue proprietà antiossidanti e i cui semi sono stati portati dalla patria africana per trovare terreno abbastanza fertile (“ci sono voluti cinque anni”, ammettono i coniugi) per dar vita a una produzione utile in cucina ma gradevole anche come bevanda. In Umbria Massimiliano Gatti ha puntato tutto sui bisonti impiantando un allevamento da cui produce carni magre e dalle ottime proprietà nutritive, ricavando inoltre saponi, pelli per scarpe, cinture e quant’altro e una lana paragonabile al cachemire. “Quelli che pensano che l’appello a investire in agricoltura significhi il ritorno alla zappa devono ricredersi – ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova – l’appello ai giovani, in modo particolare nel Mezzogiorno, significa invece lavoro qualificato, grandi specializzazioni, formazione di eccellenza, produrre merci di grandissima qualità buoni non solo per soddisfare il palato ma utili per difendere la salute dei consumatori. Ai consumatori chiediamo di non acquistare i prodotti a prezzi stracciati, inferiori ai costi di produzione, perché c’è da porsi il problema di chi sta pagando quel risparmio; può essere un’impresa poi destinata a chiudere, un lavoratore sfruttato, ma anche la salute del consumatore, perché per abbattere i costi di produzione si prendono magari prodotti da altri Paesi che fanno ricorso ad abbondanti sostanze chimiche. Allora chiediamo ai consumatori di fare una grande alleanza perché i prodotti devono essere di qualità, devono essere certificati e il Made in Italy è altamente certificato”.
Bellanova ai microfoni di WineNews è intervenuta anche sull’allarme della possibile estensione dei dazi da parte degli Usa sull’agroalimentare italiano, annunciando varie iniziative per trovare contromisure: “stiamo intervenendo per far rimuovere i dazi già messi, immaginatevi se possiamo fermarci di fronte a quelli che vengono ulteriormente minacciati. Ho scritto al Commissario Hogan, che andrà a Washington per incontrare l’amministrazione americana, per dire che abbiamo bisogno di due cose, innanzitutto di attivare tutte le diplomazie perchè non si proceda con i dazi, e non di rispondere ai dazi americani con i dazi europei. Poi bisogna creare il Fondo di compensazione europeo per ripagare i danni che stanno subendo i produttori delle merci sottoposte a dazio. Incontrerò il 30 di questo mese il Ministro dell’Agricoltura Usa e porrò questa questione: non possiamo tollerare che si mettano i dazi su prodotti di eccellenza, perché si fa danno non solo ai produttori ma anche ai consumatori. Mettere i dazi significa infatti privare una fascia di consumatori americani di prodotti di eccellenza, che sono buoni non solo per il palato ma fanno bene anche alla salute delle persone”.E all’agricoltura italiana, ovviamente, che mette insieme il 10% delle oltre 548.000 aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi.
“Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione e tra questi nuovi giovani imprenditori della terra, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento di prima. Ed è rilevante tra i giovani imprenditori anche la presenza femminile che sfiora 1/3 del totale (32%), secondo una analisi Coldiretti/Ixè.

“È necessario investire sull’agricoltura – ha affermato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini – che è un settore strategico per far diventare l’Europa più sostenibile con una Politica agricola forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per consentire alle imprese di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico in un percorso di grande supporto al Green Deal”. Prandini ha anche sottolineato che del nuovo Fondo di Transizione di 7,5 miliardi, solo 360 milioni di euro saranno destinati all’Italia che ne dovrà versare, invece, 900, essendo contributore netto dell’Unione. Un situazione penalizzante, dunque, alla quale il presidente Coldiretti ha detto, attraverso i microfoni di WineNews, che bisognerà provare a correggere: “di questi 900 milioni versati dall’Italia – ha detto Prandini – dobbiamo creare i presupposti perchè ne rientrino di più, e diano la possibilità proprio ai giovani di poterne usufruire per rilanciare una nuova sostenibilità che riguardi anche l’agricoltura”.

“Anche attraverso i giovani l’Italia ha conquistato un ruolo guida nel Green Deal a livello globale – ha osservato la leader dei giovani della Coldiretti, Veronica Barbati – con l’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con 72.000 operatori del biologico, 40.000 aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale”.

Focus – I migliori negli Oscar Green Coldiretti

Fantasia e creatività insieme al desiderio di divertirsi e vivere un’esperienza unica hanno assicurato la vittoria del premio Oscar Green 2020 all’innovazione della Coldiretti, nella Categoria Impresa4.terra, a Massimiliano Gatti che, in Umbria, ha trasformato la sua azienda nell’antico west con enormi bisonti che cavalcano proprio come avviene nei film, alzando una gran nuvola di polvere proprio nei film sugli indiani. I premi sono stati consegnati nelle finali di Roma, alla presenza del presidente Coldiretti Ettore Prandini e della Delegata nazionale dei Giovani Veronica Barbati.
Il giovane imprenditore – afferma la Coldiretti – è stato premiato per aver creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Del bisonte, tra l’altro, non si butta via niente, dalla pelle per prestigiose lavorazioni artigianali alla lana ma anche in cucina è molto apprezzato dai ristoranti che puntano all’eccellenza e all’innovazione in tavola. Nella categoria Creatività invece l’ambito premio è andato a Giulia Arrighi, la giovane imprenditrice toscana che produce un vino molto particolare facendo maturare i grappoli appena raccolti sotto gli abissi marini per accelerare il processo di fermentazione e restituire salinità ma soprattutto per evitare di utilizzare solfiti. L’unico disinfettante antiossidante naturale impiegato nella produzione è il sale del mare. L’azienda – sottolinea la Coldiretti – è stata premiata la genialità di una idea, la capacità di interpretare il futuro, con il valore della tradizione e la capacità di saper mettersi in gioco in quelle che appaiono come sfide insuperabili. Essere custode di saperi e sapori antichi da tramandare alle nuove generazioni per sconfiggere l’omologazione ha invece garantito – afferma la Coldiretti – la vittoria nella Categoria Sostenibilità a Marco Zozzoli un agricoltore custode del Friuli Venezia Giulia appassionato di antiche colture che, per produrre farina e biscotti, ha iniziato a coltivare un particolare tipo di mais “la gemma di vetro” delle antiche tribù Cherokee che non ha bisogno di trattamenti. La pannocchia – afferma la Coldiretti – è più piccola rispetto alle altre ma è di straordinaria bellezza con tutte le tonalità del vetro, dal blu intenso al trasparente dell’acqua, fino al viola, vinaccia e turchese. Il contadino custode – afferma la Coldiretti è stato premiato per avere sfidato l’omologazione, impiegato coraggio e passione per prodotti antichi che guardano al futuro dell’agricoltura. Puntare sull’unione che fa la forza è importante per vincere l’Oscar Coldiretti della categoria Fare rete e per questo motivo il premio è stato assegnato a Gianluca Nappo che in Abruzzo, regione devastata dal terremoto, produce accessori natural fashion senza utilizzare additivi chimici, semplicemente colorandoli con la gemma più preziosa del posto, lo zafferano. Stringendo un patto salva – terremoto con i coltivatori della zona, in pieno centro all’Aquila tra le gru della ricostruzione il giovane imprenditore ha aperto un punto vendita dei suoi prodotti protagonisti di una nuova sfida per la rinascita di un territorio ferito. Nella categoria Campagna Amica invece – continua la Coldiretti – a vincere è Leonardo Belotti che in Lombardia si è inventato il primo formaggio di latte d’asina – chiamato arlecchino perché viene prodotto grazie all’aggiunta di latte di capra e di mucca permettendo così alle incredibili proprietà del latte d’asina di andare in stagionatura donando a questo gustoso prodotto una qualità incredibile. Nell’avere espresso fino in fondo lo spirito di questa categoria – continua Coldiretti – il vincitore è stato premiato per aver coniugato bontà bellezza e inimitabilità della migliore tradizione italiana. E per finire nella categoria Noi per il sociale viene premiato il coraggio di Luca Cammarata che nella splendida Sicilia è riuscito a trasformare l’ingiustizia in riscatto sociale cominciando a coltivare terreni confiscati alla mafia per convertirli in oasi di pace e tranquillità. L’azienda – conclude Coldiretti – è stata premiata per aver ridato, attraverso l’agricoltura, speranza, opportunità, legalità ed esempio di integrazione riuscita.

“Le storie dei giovani vincitori dell’Oscar Green sono rappresentative di un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità – sottolinea la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati – storie di giovani, veri protagonisti italiani del Green Deal, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire”.

Categoria creatività: l’uva sottomarina diventa nettare degli dei – Toscana – Giulia Arrighi

Questa è una storia antica, è la storia di un segreto di 2.400 anni, custodito nel mare e riscoperto grazie agli infaticabili studi di un grande ricercatore, il prof Scienza, che voleva capire che sapore avesse il “nettare degli dei” degli antichi greci. Un vino, forse il più mitologico di sempre era prodotto nell’isola di Chio. Giulia e suo padre si sono messi sulle tracce di quel vino. Quel segreto antico era nel mare. I grappoli appena raccolti, vanno immersi così da accelerare il processo di fermentazione e restituire quella salinità al palato che faceva impazzire i commensali ai banchetti degli antichi signorotti dell’Impero Romano. Questa tecnica consente di non utilizzare solfiti. L’unico disinfettante antiossidante naturale impiegato nella produzione è il sale del mare.

Categoria fare rete: tinture contadine salva – terremoto – Abruzzo – Gianluca Nappo

Siamo in Abruzzo, in un territorio devastato dal terremoto che ha azzerato tutto ma non la capacità di reagire. Per ripartire si punta sul gioco di squadra e sulla gemma più preziosa dell’Abruzzo, lo zafferano. Nel suo laboratorio Gianluca, produce accessori uomo/donna natural fashion colorati con eccellenze enogastronomiche abruzzesi tra cui principalmente zafferano. Non utilizza additivi chimici per cui il risultato è un prodotto ecosostenibile realizzato in maniera artigianale con il massimo rispetto dell’ambiente. Un patto con i coltivatori di zafferano che è la premessa del riscatto salva – terremoto. In pieno centro all’Aquila tra le gru della ricostruzione il giovane imprenditore ha aperto un punto vendita con prodotti interamente tinti con lo zafferano e con il vino Montepulciano d’Abruzzo. La parte più preziosa della moda contadina che sa collegare esperienze diverse rendendo protagonista un territorio ferito attraverso una nuova sfida.

Categoria sostenibilità: arriva il mais di vetro delle tribù cherokee – Friuli Venezia Giulia – Marco Zozzoli

A Illegio, prezioso borgo della Carnia, patria della polenta e del mais tradizionale, Marco, giovane agricoltore custode appassionato di antiche colture produce un particolare tipo di mais “la gemma di vetro” dalle antiche tribù Cherokee. La pannocchia è più piccola rispetto alle nostre, ma di straordinaria bellezza. È un mais rustico, non ha bisogno di trattamenti, e si è adattato in brevissimo tempo sorprendendo persino i vecchi contadini del posto. Da un solo seme, incredibilmente, ne nascono diverse piante. Una sola pianta porta fino a tre pannocchie. Con tutte le tonalità del vetro, dal blù intenso al trasparente come l’acqua, fino al viola, vinaccia e turchese. Con questo squisito mais Marco produce tantissimi prodotti, dalla farina fino aio biscotti.

Categoria impresa 4.Terra: il West italiano – benvenuti tra i bisonti – Umbria – Massimiliano Gatti

Li senti cavalcare proprio come avviene nei film western, sono enormi, alzano una gran nuvola di polvere e sono schivi come quando cavalcano le pianure degli indiani d’America. Ma hanno un fascino incredibile. Quello che ha colpito Massimiliano Gatti, il primo allevatore hi-tech italiano di bisonti allo stato brado. A stuzzicare la testardaggine di Massimo sono state le carni di questo animale. Magre, colesterolo quasi inesistente, omega 3 e omega 6 alle stelle e con una quantità di ferro impareggiabile. E poi la sua versatilità. Del bisonte per davvero non si butta via niente. Dalla pelle prestigiosissima per lavorazioni di alto valore artigianale, alla lana paragonabile al cachemire, al quinto quarto e a tutti i tagli di carne. Un variegato attivismo gira intorno a questo allevamento hi-tech, e va dagli artigiani che lavorano la materia prima, a un dedalo di ristoranti che puntano all’eccellenza e all’innovazione in tavola. Nel cuore verde dell’Italia pulsa l’antico west. Benvenuti nella terra dei bisonti.

Categoria noi per il sociale: contadini antimafia – Sicilia – Luca Cammarata

L’ingiustizia e il riscatto. Questo sembrano raccontare le dure e meravigliose terre di Sicilia, riscattate alla mafia e consegnate agli ultimi. Luca e Davide Cammarata, hanno trasformato questo territorio rurale in una azienda agricola con scopo sociale e qui, insieme alle associazioni del territorio, Real Dream e San Cataldo, in collaborazione con l’Asp 2 di Caltanissetta hanno realizzato il progetto Orto Matto. Siamo nei terreni Mimiani, dove la biodiversità riesce a dare il meglio di sé e la natura è in grado di conservarsi a lungo, sarebbe da dire oltre i tempi dell’ingiustizia, se è vero come lo è che, almeno qui, dove gli ulivi vivono oltre mille anni la mafia ha dovuto cedere il posto alla bontà. Si piantano ortaggi e si allevano capre, pecore, mucche e suini. Tutta l’operosità è affidata alle preziose mani degli assistiti dall’Asp2 e ai minori stranieri non accompagnati. Dalla semina alla cura delle coltivazioni, fino al raccolto e alla vendita nei mercati di Campagna Amica. La prepotenza ha dovuto cedere il passo alla tenerezza degli ultimi.

Categoria campagna amica: il primo formaggio d’asina con l’aiuto di arlecchino – Lombardia – Leonardo Belotti

Dire formaggio d’asina è come parlare dei miracoli. Basti pensare che per una piccolissima caciottina servirebbero centinaia di euro di latte. È talmente esigua la quantità di latte d’asina, come è ridotto il periodo di lattazione dell’animale, che la strada del formaggio diventa impraticabile. Non in Val Brembana, non sui pascoli di Arlecchino. Già, perché proprio qui, abitava la nota maschera di Carnevale che dà il nome a uno di questi formaggi, realizzato, appunto, con latte d’asina, di capra e di mucca. L’altro è invece il formaggio dei Tasso, la nota famiglia di qua, da cui discende Torquato, fatto solo con latte d’asina e di capra. Questi due formaggi, che nascono dai pascoli d’alta montagna incontaminati, offrendo alle asine solo erba e fieno della valle, si miscelano al latte delle capre e delle mucche dei pastori che collaborano con Leonardo. Chi avrebbe mai pensato che le incredibili proprietà del latte d’asina sarebbero andate in stagionatura. Questo formaggio ha dell’incredibile.

Focus – Lavoro: Coldiretti, +12% giovani nei campi, Italia leader Ue  

In Italia è in atto uno storico ritorno alla terra con oltre 56.000 giovani under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. Emerge da una analisi di Coldiretti su dati Infocamere al terzo trimestre 2019 per la consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal.

In Italia sono oltre 548.000 le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che – evidenzia la Coldiretti – vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione e tra questi nuovi giovani imprenditori della terra, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento di prima. Ed è rilevante tra i giovani imprenditori anche la presenza femminile che sfiora 1/3 del totale (32%) secondo una analisi Coldiretti/Ixè.

E’ in atto, dunque, un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.
“E’ necessario investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far diventare l’Europa più sostenibile con una Politica agricola forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per consentire alle imprese di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico in un percorso di grande supporto al Green Deal ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare inoltre che con il nuovo Fondo di transizione di 7,5 miliardi saranno destinati circa 360 milioni di euro all’Italia che ne dovrà versare invece circa 900, essendo contributore netto dell’Unione”.

 “Anche attraverso i giovani l’Italia ha conquistato un ruolo guida nel Green Deal a livello globale – conclude la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati – con l’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con 72.000 operatori del biologico, 40.000 aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale”.

Focus: lavoro, burocrazia spegne sogni di 1 giovane su 2. Perso mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto nei campi

La burocrazia spegne il sogno di oltre 1 giovane italiano su 2 (55%) fra i quasi 39mila che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura in Italia con progetti imprenditoriali respinti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali e il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Emerge dall’analisi Coldiretti, all’1 gennaio 2020, sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020 per la consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal.

Ma anche per le domande presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà (55%) – denuncia la Coldiretti – è stata effettivamente pagata, con le conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario. Il risultato è la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.

L’andamento regionale sui progetti giovani presentati per i bandi Psr è molto differenziato da nord a sud della Penisola infatti se in Lombardia è stato bocciato solo il 13% delle domande, in Emilia Romagna il 16%, in Trentino il 22% e in Valle d’Aosta il 23%, record negativi si registrano invece in Basilicata con il 78%, in Calabria con il 76%, in Puglia con il 75% che tra l’altro non ha pagato neppure una di quelle ammesse. Nella parte bassa della classifica c’è poi la regione Abruzzo con il 73% delle domande che è stato respinto, seguita dall’Umbria con il 66%, dal Molise e dalla Sicilia con il 65% a testa, dalla Toscana con il 63%, dalle Marche con il 62% e dalla Sardegna con il 58%. Mentre nella parte centrale della classifica si trovano il Friuli Venezia Giulia con il 49% delle bocciature, la Liguria con il 43% e il Lazio con il 42%. Mentre Veneto (34%), Campania (30%) e Piemonte (32%) hanno respinto in media 1 domanda su 3.

La pressione burocratica, che nasce anche dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finisce per generare un grave elemento di svantaggio soprattutto per un giovane che inizia il suo percorso imprenditoriale. Una indagine della Sezione di controllo degli Affari Comunitari ed Internazionali della Corte dei Conti – spiega Coldiretti – conferma che in Italia esiste una situazione a macchia di leopardo in termini di capacità di evadere le domande di sostegno ai giovani in agricoltura, con tempi che possono superare i due anni e mezzo.

 “Occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne”, afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati nel denunciare “gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – evidenzia la Coldiretti – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa. La complessità delle procedure amministrative è ritenuto un problema nell’attività dell’azienda dall’84% degli imprenditori in Italia contro il 60% della media Ue, evidenzia la Coldiretti in base all’analisi Eurobarometro della Commissione europea.

 “Siamo di fronte ad un vero spread per la competitività delle imprese italiane in Europa – sottolinea il presidente Coldiretti, Ettore Prandini – che va recuperato con la semplificazione e la sussidiarietà. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita”.

Focus – Consumi: svolta Green per 1 giovane su 3. Da usato a sharing, fino al km zero, le strategie salva ambiente

Per più di un giovane italiano su tre (38%) l’ambiente rappresenta l’emergenza principale subito dopo il lavoro, tanto che nell’ultimo anno ha modificato profondamente i propri comportamenti iniziando ad acquistare abiti o accessori usati, utilizzando il carsharing per i piccoli spostamenti, condividendo spazi di lavoro con altre persone o l’auto per i lunghi tragitti. Emerge dalla prima indagine Coldiretti-Ixe’ su “La svolta green delle nuove generazioni” presentata per la consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal.

Tra i comportamenti che gli under 35 sono pronti ad adottare pur di tutelare l’ecosistema c’è in testa il mangiare cibi a km zero, indicato dal 77% secondo Coldiretti-Ixe’, seguito dall’andare a piedi invece che in macchina o in moto (64%), dalla rinuncia all’utilizzo dei condizionatori (56%), dallo spendere di più per acquistare solo prodotti alimentari biologici (56%), fino addirittura a rinunciare a vacanze che prevedono viaggi aerei (33%). Non è un caso che le tematiche ambientali siano spesso o addirittura spessissimo al centro delle conversazioni del 64% dei giovani sotto i 25 anni, contro una media generale del 48%.

Una così elevata attenzione per la sostenibilità porta quasi 1 giovane su 2 (48%) a chiedere le manette per i responsabili di danni ambientali come sversamento di petrolio in mare o inquinamento dei terreni, mentre un 52% vorrebbe una grossa multa e il ripristino a sue spese e solo un 2% eviterebbe di punire gli autori del misfatto con la scusa che ciò metterebbe a rischio posti di lavoro. Al contrario, secondo Coldiretti-Ixe’, per quasi sei giovani su 10 (59%) proprio il rispetto della natura e della sostenibilità crea nuova occupazione.

Nella classifica green dei settori che inquinano di meno i giovani mettono in testa l’agricoltura, che precede l’edilizia, il comparto energetico e i trasporti, con l’industria fanalino di coda. Proprio la campagna viene indicata inoltre dall’80% degli under 35 come una risorsa per l’ambiente, poiché contrasta i cambiamenti climatici e il consumo di suolo e protegge le risorse naturali.
“La nuova attenzione dei giovani per le tematiche ambientali rappresenta una base importante da cui partire per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea – sottolinea il presidente Coldiretti, Ettore Prandini -, orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente”. Fonte: WineNews, Cristina Latessa, 17.01.2020

 

 

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