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Mar 18 2021

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GLI ALBERI NON MENTONO: LA RECENTE ONDATA DI SICCITÀ IN EUROPA È STATA LA PEGGIORE DA 2000 ANNI

In base ai risultati di uno studio condotto da scienziati dell’università di Cambridge su 27mila anelli di 147 querce, i periodi di caldo anomalo registrati finora nel Vecchio Continente saranno ancora più frequenti e intensi

Morti premature, raccolti distrutti, divampare di incendi boschivi, riduzione dei livelli di acqua dei fiumi. Le ondate di calore e di siccità che hanno colpito l’Europa dal 2014 al 2018 sono state le più estreme degli ultimi duemila anni. Lo suggerisce una ricerca pubblicata su Nature e coordinata da Ulf Büntgen del dipartimento di geografia dell’università di Cambridge.

«Siamo tutti consapevoli delle estati eccezionalmente calde e secche che abbiamo avuto negli ultimi anni – ha dichiarato al Guardian il professore – I nostri risultati mostrano che ciò che abbiamo vissuto è straordinario. La serie non ha precedenti negli ultimi due millenni». E il futuro, secondo l’esperto, ci proporrà episodi come questi con sempre maggiore frequenza.

Gli studiosi hanno ispezionato i 27mila anelli di 147 querce, provenienti da Repubblica Ceca e Germania e risalenti all’Impero Romano, con l’obiettivo di disporre di un campione temporale più ampio possibile.

Per analizzare i fenomeni di siccità del secolo scorso i ricercatori si sono serviti di querce viventi, per il Medioevo di quelle conservate in depositi fluviali o letti di ghiaia. Infine, per il periodo romano sono stati utilizzati resti, ad esempio il legno impiegato per costruire pozzi.

Se le precedenti ricostruzioni climatiche grazie all’analisi degli anelli degli alberi si basavano sulla larghezza e densità del legno, lo studio guidato da Büntgen ha elaborato misurazioni di isotopi di carbonio e ossigeno per rilevare quanta acqua era disponibile per gli alberi, potendo fornire così una testimonianza della siccità. E dimostrare che l’alta frequenza delle recenti ondate di calore in Europa è stata senza precedenti anche rispetto a quelle storiche come la siccità rinascimentale di inizio Cinquecento.

Gli scienziati del clima prevedono soprattutto in Europa centrale ondate di calore e siccità più estreme e più frequenti, che non dipenderebbero dalle attività vulcaniche né dai cicli solari bensì da cambiamenti nell’orbita terrestre e dal cambiamento climatico come attore che ha incentivato questa tendenza al surriscaldamento.

«Il cambiamento climatico implica condizioni estreme sempre più frequenti, e questo potrebbe essere devastante per l’agricoltura, gli ecosistemi e le società nel loro complesso», ha continuato Büntgen.

Secondo Friederike Otto dell’Università di Oxford, la mancanza di dati storici ha ostacolato una chiara identificazione del trend degli eventi osservati, rendendo il nuovo lavoro importante e utile. «Conferma che l’aumento degli estremi termici osservato in Europa in estate, attribuito al cambiamento climatico indotto dall’uomo, è effettivo».  Fonte: Linkiesta, Grennkiesta Unsplash, 18.03.2021

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