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Mag 22 2018

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IL FUTURO È LA “BLU ECONOMY”

Il futuro del vino, dalla “green” alla “blu economy” Interconnessione tra territorio, produttori e consumatori in una visione nuova che supera la green economy e approda alla blu economy, che implica un cambiamento del modello di business per generare valori multipli, basata non solo sulla sostenibilità, ma soprattutto sul riciclo. Interconnessione è stata la parola chiave della “Giornata SalvaTerra”, firmata da Tenute SalvaTerra e Gambero Rosso che, nei giorni scorsi, in Valpolicella, ha messo intorno allo stesso tavolo “visionari” ed imprenditori di diversi settori, in quello che è stato ribattezzato il “Think Tank per il futuro del vino”. Futuro che, in generale, non può che puntare sulla sostenibilità, intesa nella sua interezza, cioè basata sugli aspetti ambientali, etico-sociali ed economici. “La sostenibilità – ha sottolineato Gunter Pauli, economista e scrittore, creatore delle green economy e poi della blue economy – è la chiave per essere competitivi, ma sarà possibile solo se si crea un vero legame diretto con chi consuma. I consumatori di oggi sono già molto attenti ai prodotti, alla qualità, all’origine, alla biodiversità. In altre parole alla sostenibilità. Ma se vogliamo che la sostenibilità faccia parte della nostra vita, la nostra vita deve essere essa stessa sostenibile, anche a livello economico. Bisogna rivedere il concetto di competitività, un tempo sinonimo di prezzi bassi, di buon equilibrio tra qualità e prezzo. Dobbiamo cambiare il modello di business in modo che ciò che è buono per l’ambiente sia anche più economico. Se manteniamo il modello attuale, concentrato sul tagliare i costi e sulle economie di scala, non ce la faremo mai. La proposta della blue economy è quella di generare valori multipli, utilizzando gli scarti a cascata per produrre altri beni di consumo, con il doppio risultato di ridurre i prezzi dei prodotti verdi e l’impatto ambientale”. Una visione che ha trovato concordi, ognuno dal suo punto di vista, chef come Massimo Bottura, produttori come Sandro Boscaini e Matteo Lunelli, designer come Maurizio Riva, artisti come Paolo Bettinardi, climatologi come Luca Mercalli, pensatori del cibo come Giacomo Mojoli (tra i fondatori di Slow Food) e non solo (qui l’approfondimento, https://goo.gl/FDy29m). fonte: Winenews, 22.05.2018

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