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Mag 20 2021

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IL SENATO APPROVA LA LEGGE SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA: CAMPAGNE ITALIANE SEMPRE PIÙ GREEN

Adesso la parola passa alla Camera. Un passo atteso da anni e che trova il consenso di Coldiretti e FederBio. Obiettivo: triplicare le superfici bio

La legge sul biologico (ph: SlowFood)

Un passo storico. Dopo anni d’attesa è stata approvata oggi in via definitiva dal Senato la Legge italiana sull’agricoltura biologica. Si tratta di uno strumento normativo fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico ed a ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030. La legge n. 988 introduce elementi particolarmente significativi a sostegno del biologico. Tra questi, la possibilità di registrare il marchio biologico “Made in Italy”, di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico.

L’approvazione del Disegno di legge n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” è stata accolta con favore da FederBio, perché introduce elementi particolarmente significativi a sostegno del biologico. Tra questi, la possibilità di registrare il marchio biologico “Made in Italy”, di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico. Inoltre è prevista la delega al Governo per la revisione e razionalizzazione della normativa sui controlli, che rafforza il sistema delle verifiche all’insegna di una maggiore trasparenza grazie anche all’impiego di piattaforme digitali e alla semplificazione delle norme. Il testo dovrà ora essere sottoposto all’ultimo passaggio definitivo presso la Camera dei Deputati.

Una notizia attesa, dunque, anche perché con una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%, il biologico è l’elemento di punta del sistema agroalimentare italiano. Negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%. A ciò va aggiunto che nel 2020 il mercato del biologico ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi relativi al mercato interno con un incremento del +142% dal 2010. Questi dati confermano una trasformazione del modo di produrre e consumare cibo, che la pandemia ha ulteriormente accentuato mettendo ancora di più in evidenza la stretta connessione tra la salute dell’uomo e quella del pianeta. Siamo particolarmente soddisfatti spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBioper l’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che stavamo aspettando da oltre 15 anni. Si sblocca finalmente una norma attesissima da tutto il mondo del biologico e dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell’ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi, per riuscire così a cogliere tutte le opportunità di questa fase di cambiamento strategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in tutta Europa”.

Giudizio positivo, riguardo l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge sull’agricoltura biologica, è arrivato anche da Coldiretti che ha sottolineato il boom dei consumi domestici dei prodotti bio da parte degli italiani (3,3 miliardi nel 2020). La nuova legge potrebbe rafforzare ulteriormente la leadership italiana in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, un trend cresciuto nel 2020 con 80.643 operatori coinvolti (+2%) quasi 2 milioni di ettari di superficie coltivata a biologico (2+%) con percentuali a doppia cifra per la Provincia di Trento (+31,3%) e il Veneto (+25,4%). Il Mezzogiorno guida le coltivazioni “green”, con la Sicilia in testa (oltre 370.000 ettari) che precede la Puglia (266.000 ettari) e la Calabria che sfiora i 208.000 ettari. Al centro le prime tre regioni per superfici a bio sono il Lazio con (144.000 ettari), la Toscana (oltre 143.000 ettari) e le Marche con più di 104.000 ettari. Nel nord Italia la classifica è guidata dall’Emilia Romagna con 166.000 ettari, più distanziate Lombardia (56.000 ettari) e Piemonte (quasi 51.000).

L’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha il record europeo di campi bio con il 15,8% della Superficie agricola utilizzata (Sau) a livello nazionale nel 2019 contro il 10,1% della Spagna, il 9,07% della Germania e l’8,06% della Francia. A livello regionale in Calabria più di un campo su tre è bio (36,4%) mentre in Sicilia si sfiora il 26% del totale, ma percentuali a due cifre al Sud si registrano anche in Puglia (20,7%), Basilicata (21%), Campania (13,1%), Abruzzo (11,4%) e Sardegna (10,2%). Valori alti anche nelle regioni del centro Italia con il Lazio (23,2%), le Marche (22,2%), la Toscana (21,7%) e l’Umbria (13,9%). Al Nord la maggior incidenza del bio si rileva in Emilia Romagna (15,4%) e in Liguria con (11,2%) mentre Friuli, Trentino Alto Adige e Piemonte sono ampiamente sopra il 5%, la Lombardia sfiora il 6% e Valle d’Aosta e Veneto sono al 6,2%.

Una crescita alla quale fa però da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente, per un totale di ben 210 milioni di chili di cui quasi un terzo dall’Asia. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono i prodotti bio più importati, con un’incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17,0%. I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti si sono avuti per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%). Fonte: WineNews,

Agricoltura bio, Ddl approvato dal Senato. Verso il marchio «Biologico italiano»

Solo un no e un astenuto, ora il testo passa alla Camera. Apprezzamento dalle associazioni del settore per la tutela del made in Italy e dei distretti.

 (VanderWolf Images – stock.adobe.com)

Il Senato ha approvato il Ddl sul biologico, che detta disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. I sì sono stati 195, un no e un astenuto. Il provvedimento ora torna all’esame della Camera, dove, auspicano le associazioni di settore, si spera possa essere approvato definitivamente visto il largo consenso raccolto.

Cosa prevede il disegno di legge

Il Ddl, tra le altre misure, istituisce il marchio “Biologico italiano” di cui potranno fregiarsi «i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana». La principale modifica introdotta da Palazzo Madama è stato un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi per «procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica». Questi decreti legislativi dovranno «provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e a rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso».

L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione.

La legge prevede inoltre l’istituzione di distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico.

Un settore all’avanguardia

Il biologico italiano è all’avanguardia in Europa, grazie a una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%. E negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, circa 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%.

A doppia faccia il quadro dal punto di vista dei consumi: se da un lato secondo gli ultimi dati Ismea i consumi domestici di alimenti biologici hanno toccano la cifra record di 3,3 miliardi di euro, dall’altro gli ultimi dati diffusi da Assobio mostrano come siamo fanalino di coda in Europa per valore della spesa.

Federbio: la Camera approvi in tempi rapidi

«Siamo particolarmente soddisfatti per l’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che stavamo aspettando da oltre 15 anni. Si sblocca finalmente una norma attesissima – è il commento di Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – da tutto il mondo del biologico e dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell’ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi, per riuscire così a cogliere tutte le opportunità di questa fase di cambiamento strategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in tutta Europa. Infatti, nonostante questa legge sia rimasta ferma così a lungo, arriva proprio nel momento giusto: a distanza di poco tempo dall’adozione del Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork, e all’avvio del percorso di stesura del Piano Strategico Nazionale della Pac».

FederBio giudica «estremamente positiva» anche la delega al Governo per la revisione e razionalizzazione della normativa sui controlli, che rafforza il sistema delle verifiche all’insegna di una maggiore trasparenza grazie anche all’impiego di piattaforme digitali e alla semplificazione delle norme.

«Il Piano Strategico italiano – continua Mammuccini– deve puntare su obiettivi ambiziosi di crescita del biologico e attivare tutti gli strumenti necessari per raggiungerli, sia in termini di aumento della produzione agricola che in termini di crescita della domanda di prodotti bio da parte dei cittadini, per favorire l’incremento della produzione e dei consumi. Per il nostro Paese il biologico rappresenta un’opportunità strategica per contribuire alla transizione ecologica, alla valorizzazione del territorio rurale e a creare spazi innovativi per giovani e donne che vogliano lavorare in agricoltura».

Made in Italy tutelato con più controlli

Soddisfatta anche Coldiretti: «Il provvedimento prevede tra l’altro – spiega una nota – anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti».

«I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti si sono avuti per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%). Una vera e propria invasione che – conclude la Coldiretti – rende ancora più urgente dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia».

Per Cia-Agricoltori Italiani e Anabio, la sua associazione per la promozione del biologico, «finalmente l’Italia può dirsi più vicina a un ruolo da protagonista nel settore su scala globale, forte di una leadership ampiamente riconosciuta a livello Ue e internazionale, in termini di produzione, superfici, consumi e valore dell’export». L’attuale testo «può considerarsi coerente con la nuova legislazione comunitaria di riferimento e costituisce, quindi, la forma più avanzata per consentire al biologico italiano di produrre valore per il Paese, di recepire le esigenze dei cittadini, di essere coerente con le diverse strategie Ue». Fonte: Il Sole 24 Ore, 20.05.2021

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