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Gen 12 2015

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*PASTICHE! – A LUIGI VERONELLI, A 10 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA

Dieci anni è il tempo che deve trascorrere dalla morte d’una persona perché lo Stato Italiano autorizzi la dedicazione di lapidi e monumenti attraverso il Prefetto di competenza, udito il parere della Deputazione di Storia Patria. Per esser certi che “fu vera gloria” o, forse, perché la definitiva tumulazione delle idee richiede un tempo maledettamente lungo. Un pensiero libertario, poi, libertino, antiautoritario e individualista rappresenta una vera e propria bomba ecologica, non essendo biodegradabile attraverso le normali procedure di smaltimento. L’unico trattamento possibile per tali concetti speciali è, appunto, lo stoccaggio in contenitori sigillati all’interno d’un bunker ermetico in cemento armato sormontato da una rappresentazione artistica del defunto.

Nel 2014 ricorre il decennale della morte di Luigi Veronelli, uomo libero di sensi e di pensiero, che per mezzo secolo ha dedicato ogni sua energia e competenza all’agricoltura e alla gastronomia d’Italia e del mondo. Negli anni Cinquanta ha iniziato, giovanissimo, a camminare la terra alla ricerca di bellezza e di cultura – e, dove non ne trovava, di verità saporite, di caos fertile – in quella civiltà contadina allora considerata dai più un imbarazzante retaggio medievale. Una massa ignorante da addomesticare al servizio del benessere industriale benedetto, una variabile pericolosamente conservatrice che la classe operaia e il partito dovevano controllare nella marcia verso il sol dell’avvenire. Luigi Veronelli è stato un borghese tanto libero da frequentare tutte le regioni sociali del gusto, quelle estreme in particolare, per immergersi nella vita il più profondamente possibile.

Un filosofo che ha studiato da contadino, un coltivatore di parole, un gastronomo così curioso e presupponente da “volere tutto”, persino la sua e l’altrui libertà. Un assaggiatore sensibilissimo, un decifratore di bottiglie e di piatti, un esploratore degli appetiti, un cartografo che ha mappato in punta di naso campi, boschi, montagne, mari, villaggi e metropoli. Materialista magico, era capace di

smontare un profumo e un sapore in mille frammenti per riassemblarli, poi, in forma di parole. È stato l’estesologo che, trasformando il vino in pensiero, ha portato a compimento l’atto creativo di chi ottiene uva dalla terra e vino dall’uva. Un giornalista rigoroso e, se necessario, aspramente polemico, un comunicatore fedele al pianeta, al vivente e al divenire contro ogni gastrofeticismo, ogni museo del gusto.

Non essendo disposti a lasciar tumulare nessuna idea veronelliana, nemmeno la più scomoda, trascorso il canonico decennio abbiamo deciso di rinunciare ad ogni mastodontico progetto per la realizzazione in sua memoria di monumenti in tappi di sughero, così come abbiamo cassato – a malincuore, ammettiamo – la pubblica installazione di busti metallici ottenuti dalla fusione di posate d’argento e capsule di spumante. *Pastiche – Cultura materiale alla Veronelli è quanto il Seminario Permanente Luigi Veronelli, associazione senza scopo di lucro per la cultura del vino e degli alimenti, ha preparato per il decennale della morte del genio che nel 1986 lo ha fondato, del critico che gli ha dato nome.

Pastiche: opera a più mani nella quale convivono punti di vista, registri e linguaggi diversi; vivanda cotta al forno composta dai più vari ingredienti mescolati tra loro e ricoperti di pasta. Un testo che nutre, un piatto da leggere. La brigata di chef à penser che ha animato la nostra cucina ha lavorato alacremente. Non con le mani per creare qualcosa che la bocca possa assaggiare, ma con la bocca, con le parole (con le immagini, i segni grafici) per suggerire ricette nuove e nuovi gesti alle mani. *Pastiche è un lavoro plurale, il racconto di derive diverse attorno a un punto di vista, a un fulcro che s’avverte senza riuscire a localizzarlo con precisione, a una prospettiva da inquadrare al solo scopo di forzarla ed esploderla in connessioni molteplici.

Trovare nel cucchiaio un asterisco caduto nella minestra, oppure sentirlo sotto i denti, in un impasto. O ancora provare ad estrarlo con la punta del coltello da un bicchiere di vino prezioso… Da qui parte il gioco: rintracciare – fuori dal piatto, dal bicchiere – l’asterisco gemello e scoprire il rimando. Partire dall’olfatto e dal gusto per trovare gli uomini e le donne che pescano, cacciano, raccolgono, coltivano e allevano, che trasformano e cucinano, che mangiano e bevono. E scoprire altrettanti discorsi sul mondo: memorie, desideri, conflitti, storie, deliri, paure e piaceri. *Pastiche è un laboratorio gastronomico per bricoleur dell’interpretazione e della creazione, per ingegneri sensibili e utopisti, per assaggiatori del divenire, della traduzione e del tradimento…

Occuparsi di gastronomia non significa, forse, occuparsi di questo? Secondo Veronelli sì. E anche secondo noi. Per una memoria fertile e antimonumentale *….

(da www.seminarioveronelli.com  – Andrea Bonini)

*Pastiche
Cultura materiale alla Veronelli

Una pubblicazione dedicata a Luigi Veronelli a dieci anni dalla sua scomparsa.

Una molteplicità di voci che esprimono idee e connessioni sul futuro della gastronomia nel grande territorio comune della cultura materiale.

Un quadro multiforme che declina oggi in modo innovativo un possibile ed evolutivo svolgersi del pensiero veronelliano.

INDICE
*Introduzione  di Andrea Bonini
Stornelli/Veronelli
  di Gianni Mura
New hope for true Italian olive oil?  di Burton Anderson
Mangiare segni  di Gianfranco Marrone
Il futuro è storia, esperienza, intuizione  Incontro con Joško Gravner
Per una critica della ragion enoica  di Ilaria Bussoni
Le cinque idee che sconvolsero il mondo enologico  di Gigi Brozzoni
Elegia in ricordo di un Éminent Savant, philosophe de la quinte essence  di Gian Emilio Simonetti

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