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Mar 31 2020

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QUANDO NON C’ERA MASTERCHEF

Masterchef, scànsati. O qualcosa del genere, per non parlare di Prove del Cuoco e così via.

Mentre la cucina diventa la grande consolazione del paese intero può sembrare superfluo assai consigliare programmi in tema. Ma qui siamo in chiave archeologica, scoprendo che nell’archivio di RaiPlay sono visibili diverse puntate di una cosa che risale, per le puntate in questione, al 1974: e si chiamava A Tavola alle 7. Ovvero Ave Ninchi e, meraviglia, Luigi Veronelli alle prese con un programma di cucina in piena regola, precursore di centinaia di imitazioni: si era partiti un paio d’anni prima a mezzogiorno, il 74 è invece l’anno del pre-serale, e nessuno si sognava di chiamarlo così. L’impianto è quello della Prova del Cuoco, però c’erano due vip ai fornelli che si sfidavano: nella prima puntata, Francesca Romana Coluzzi e Felice Chiusano del Quartetto Cetra. Preparazione in pista: zuppa di spinaci vs zuppa di fagioli…

Era la Rai di allora, Veronelli – già grandissimo maestro di cibi e vini – faticava a mantenersi nell’ultrapopolare che la tv richiedeva, ma era perfetto nello spirito di divulgazione di tutto quanto. Nella prima puntata visibile, verso la fine Veronelli si siede a un tavolino colmo di bottiglie e annuncia, con evidente soddisfazione: da quest’anno abbiamo uno spazio dedicato al vino. E c’è un ospite sommelier, il giovane Piero Sattanino (che farà carriera) e la prima puntata se ne va sul tema: come si stappa correttamente una bottiglia di vino… 

Ave Ninchi era perfetta nel richiamare il pubblico di pertinenza (sempre prima puntata, ospite Aldo Fabrizi, e chi se no, venti minuti di botta e risposta a due, tempo infinito, passaggi nonsense niente male), autori Paolini&Silvestri. E guarda un po’, alla fine ci sono tre chef rinomati che giudicano i piatti e decretano il vincitore (ricorda nulla? È l’archeoMasterchef perfetto, depurato di tutta la parte emozionale sulle tristi storie dei concorrenti e arricchito dalla divulgazione di marca Rai d’epoca. Per dire, i tre chef entrano in scena alla fine, solo per assaggiare e non vedono prima i concorrenti. Inaudito). E i piatti vengono votati anche da tre spettatori del pubblico in loco, seduti a uno dei tavolini di studio: alla fine verranno ricompensati con un intero prosciutto a testa…  fonte: La Repubblica, Antonio Dipollina, 31.03.2020

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