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Dic 28 2020

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SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO. LA RIPRESA PARTE DALLA TAVOLA

Intervista al Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ambasciatore Lorenzo Angeloni.

I sapori italiani vanno in controtendenza. Anche nel primo semestre del 2020, nonostante il rallentamento dell’economia dovuto alla pandemia che ha provocato una contrazione complessiva dell’export tricolore del 15,3%, l’agroalimentare italiano ha fatto segnare un incremento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il comparto agroalimentare italiano con 538 miliardi di euro di fatturato rappresenta ben il 25% del PIL nazionale. Abbiamo intercettato il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ambasciatore Lorenzo Angeloni.

Come nasce la Settimana della cucina italiana nel mondo?

L’idea della Settimana nasce nel 2015 dalla volontà di portare avanti l’esperienza di Expo Milano, dedicata ai temi del diritto al cibo e alla sostenibilità. La Settimana della Cucina ha consentito di raccoglierne l’eredità, contribuendo all’internazionalizzazione di un comparto strategico per il nostro export e proponendosi come un grande progetto di valorizzazione su scala globale della cucina italiana di qualità, anche in un’ottica di stimolo dell’incoming turistico verso il nostro Paese, tanto più opportuno nell’attuale delicata congiuntura, marcata dalla crisi generata dall’emergenza pandemica.

Che portata ha questo evento, in termini di numeri e diffusione?

Grazie all’importante lavoro di squadra, coordinato dalla Farnesina e che vede il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e stakeholders privati legati alla filiera agroalimentare, nelle passate quattro edizioni la rassegna ha visto la realizzazione di oltre 9000 eventi, a cura della rete delle Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura e Uffici ICE all’estero, cui vanno aggiunte tutte le altre iniziative eseguite, in maniera autonoma ma coordinata, dai nostri partner. Eventi che fanno della Settimana la rassegna tematica annuale di maggior successo lanciata dalla Farnesina nell’ambito della propria strategia di promozione integrata, che ha accompagnato efficacemente il positivo andamento dell’export agroalimentare registrato in questi anni, e che è stata rivisitata e rafforzata nell’ambito del Patto per l’Export.

Quali sono state le difficoltà di quest’anno?

L’emergenza sanitaria ha creato seri ostacoli alla realizzazione delle iniziative promozionali, notoriamente basate sulla convivialità e sulla degustazione. Le difficoltà non ci hanno tuttavia fatto desistere dall’intenzione di riproporre la rassegna anche in questo anno così particolare.

Come ci siete riusciti?

Con i nostri Uffici all’estero, abbiamo organizzato un palinsesto di eventi, in presenza e in formato digitale, che hanno dato luogo a una ricca serie di proposte in 124 Paesi per stimolare la partecipazione del pubblico e continuare a promuovere la reputazione del Made in Italy agroalimentare.

Foto di Filippo Nigro

Quest’anno la rassegna è stata dedicata a un personaggio che, per primo, intuì l’importanza del settore enogastronomico nazionale e del saper “mangiar bene”. Ci può dire di chi si tratta?

La sua identità è rivelata immediatamente dal titolo scelto per l’edizione 2020: Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, autore del primo manuale di cucina dell’Italia Unita e di cui ricorre quest’anno il bicentenario dalla nascita. A 130 anni dalla sua pubblicazione, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene rappresenta ancora una pietra miliare per la cultura gastronomica nazionale e continua a promuovere i valori della Dieta mediterranea, di cui quest’anno si celebra il decimo anniversario dell’iscrizione nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Questo riconoscimento ha dato enorme visibilità e prestigio al nostro modello alimentare, che esalta il legame tra componenti culturali e biologiche, tra ambiente e attività umane, e che difende la salute umana, in particolare dalle malattie non trasmissibili, come provato da numerosi studi scientifici. Abbiamo ritenuto di valorizzare tali importanti prerogative inserendo la promozione e la tutela del nostro modello alimentare tra le linee direttrici della rassegna 2020.

I lavori di promozione integrata continuano durante tutto l’anno. Ci sono altre novità in cantiere?

In questi mesi abbiamo lavorato ininterrottamente per contrastare gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria e per rilanciare il Made in Italy nel mondo, a partire dai prodotti agroalimentare che ne rappresentano una delle migliori e più apprezzate espressioni. Dal continuo dialogo con le associazioni di categoria è emersa la necessità e l’urgenza di una massiccia campagna di comunicazione nei principali mercati di sbocco dell’export italiano, campagna in cui il settore agroalimentare e le aziende che ne fanno parte avranno un posto di primaria importanza.

C’è anche un’altra iniziativa, però…

Sì, sono lieto di annunciare che, grazie alla collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, inseriremo una nuova figura professionale negli organici delle nostre Ambasciate: gli esperti del settore agro-alimentare, che lavoreranno esclusivamente alla promozione, tutela e sostegno dei prodotti agro-alimentari, con una specifica attenzione alle questioni doganali, ai dazi e alle barriere non tariffarie. Un primo contingente composto da 6 addetti andrà ad arricchire gli organici delle nostre Ambasciate a Londra, Washington, Pechino, Tokyo, New Delhi e Brasilia. Fonte: Gambero Rosso, Lorenzo Ruggeri, 28.12.2020

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