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Feb 10 2019

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SPRECO ALIMENTARE, ITALIANI PIÙ ATTENTI

Ma non basta: all’Italia costa quasi un punto del Pil.  I dati dell’Osservatorio Waste Watcher: il cibo buttato vale oltre 15 miliardi di euro, lo 0,88% del Pil. Domani la Giornata dello Spreco Alimentare

Se nel 2014 un italiano su due dichiarava di gettare via il cibo quasi ogni giorno, nel 2018 lo fa solo l’1%. Di fronte allo spreco alimentare siamo dunque più attenti. Ma non basta: il cibo buttato costa all’Italia quasi un punto del Pil, lo 0,88% per la precisione – lo 0,69% se si considera solo quello domestico – per una stima di oltre 15 miliardi di euro, dei quali l’80% avviene in casa, con lo spreco domestico che vale quasi 12 miliardi, e dove si spreca più cibo che acqua ed energia (2,4 kg a famiglia ogni mese, per un valore di 28 euro). Pane e verdure fresche sono fra gli alimenti buttati più spesso, ma a pesare sulla pattumiera sono anche bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta senza nemmeno essere stati consumati. Nelle fasi di produzione e distribuzione, invece, si spreca cibo per poco più di 3 miliardi, il 21,1% del totale. Sono i dati dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher di Last Minute Market e Swg e fondato da Andrea Segrè, emersi in vista della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare istituita dal Ministero dell’Ambiente con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna-Distal nel progetto 60SeiZero che si celebra domani. Intanto, oggi alla Fao a Roma, oltre alla presentazione dei nuovi dati, si parla di buone pratiche, stili di vita e innovazione tecnologia contro lo spreco con gli esperti, con testimonial Neri Marcoré, Premio Vivere a Spreco Zero 2019.

“In questi tempi in cui qualcuno sostiene che la terra sia piatta e non riconosce il baratro verso il quale ci stiamo dirigendo – ha detto l’attore italiano in un video messaggio – e continuiamo a sfruttare il pianeta per una volta e mezzo le risorse che ci può fornire, bisogna ribadire il concetto del rispetto per l’ecologia, che passa dalle decisioni di Stati e Governi, ma anche dal nostro comportamento etico quotidiano, come rispettare il cibo e far in modo che sempre più persone possano accedervi. Questo si può tradurre in una pressione continua che possiamo fare verso chi Governa e attraverso le nostre scelte politiche”. Fao che ospita anche la mostra “Primo non sprecare, secondo Altan”, con le vignette del maestro della satira italiana per la campagna Spreco Zero. La Giornata di domani sarà invece tutta dedicata all’educazione alimentare e al valore del cibo, all’Enpam a Roma, con protagonisti i giovani studenti, e la festa per i 20 anni di Last Minute Market, lo spin off dell’Università di Bologna ideato da Segrè.
Tornando alle cattive abitudini degli italiani, 4 su 5 non si rendono conto di quanto sprechiamo: il 20% dichiara che si spreca soprattutto nel commercio (47%) e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%). Sprechiamo perché il cibo è scaduto, per quasi 1 italiano su 2 (46%), ha fatto la muffa (43%) o non aveva un buon odore/sapore (41%), perché acquistiamo troppo per 4 italiani su 10 (40%), abbiamo cucinato troppo (39%) e perché le confezioni erano troppo grandi per 1 italiano su 3 (31%). Una situazione comunque in netto miglioramento dove gli effetti della sensibilizzazione anti-spreco casalingo iniziano a farsi sentire. Nella pratica quotidiana il 63% degli intervistati dichiara di gettare il cibo una volta al mese (17%) o anche meno frequentemente (46%). Il 15% sostiene di gettare cibo una volta ogni due settimane, un altro 15% una volta a settimana e solo l’1% della popolazione ritiene di gettarlo quotidianamente o in misura di 4/5 volte a settimana. Il 65% degli intervistati provvede a un check della dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% cerca di prevenire controllando la quantità di cibo ottimale prima di cucinarlo. Oltre la metà degli italiani (52%) verifica se il cibo è ancora adatto a essere consumato prima di risolversi a buttarlo e il 44% affronta il test dell’assaggio. Molti si dedicano a ricette con cibo di recupero dagli avanzi del pasto prima (48%), ma solo un italiano su tre (34%) richiede al ristoratore una bag per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare. E solo un italiano su cinque (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco. Un danno economico secondo 9 italiani su 10 (93%) e di forte impatto diseducativo sui giovani (91%), migliorabile per l’85% con sistemi ottimali di pianificazione della spesa, l’educazione alimentare (72%), packaging di nuova generazione (26%) e provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco del cibo (20%). Fonte: WineNews, 04.02.2019

 

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