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Giu 21 2021

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VERTICE DELLE NAZIONI UNITE SUI SISTEMI ALIMENTARI: ECCO PERCHÉ NON PARTECIPEREMO

Il prossimo settembre si terrà il Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari (UN Food Systems Summit – UNFSS), convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

Tra gli obiettivi del vertice, si legge sul sito web dell’Onu, c’è la promozione di «nuove audaci azioni per compiere progressi su tutti e 17 gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ciascuno dei quali, in una certa misura, si fonda su sistemi alimentari più sani, sostenibili ed equi».

Slow Food, insieme al Civil Society Mechanism (CSM) e a molte altre organizzazioni della società civile, ha deciso di rifiutare qualsiasi coinvolgimento formale nel vertice Onu.

In questo articolo cerchiamo di spiegare le ragioni che, insieme a molte altre associazioni, ci hanno spinto a dire no.

Slow Food è stata invitata a partecipare al lavoro di preparazione dell’UNFSS in programma a settembre 2021. Dopo esserci confrontati con la segreteria dell’UNFSS, tuttavia, abbiamo deciso di declinare l’invito perché preoccupati di come quell’evento stesse nascendo e in particolare del rischio di corporate capture: per usare le parole del Center for Constitutional Rights, si tratta del «fenomeno per cui l’industria privata usa la sua influenza politica per prendere il controllo dell’apparato decisionale dello stato, come le agenzie di regolamentazione, gli enti che applicano la legge e i governi», con il rischio che questa influenza si traduca in «leggi e politiche di cui beneficiano le corporazioni, mentre spesso l’ambiente, le persone a basso reddito e le comunità di colore risultano danneggiate». 

In altre parole, non ci è sembrato che il vertice mettesse al centro del proprio focus il rispetto dei diritti, né che esprimesse multilateralità e inclusività. Cerchiamo di spiegarci meglio, punto per punto.

 

 

 

 

 

Photo credits: www.csm4cfs.org

  • I precedenti vertici mondiali sui sistemi alimentari sono stati organizzati nel quadro delle istituzioni delle Nazioni Unite. I principali attori che partecipavano a questi incontri erano gli Stati membri, ed erano gli stessi Stati a farsi promotori dei diritti umani. Il vertice del 2021, invece, sembra aver abbandonato quel quadro normativo: il rispetto dei diritti umani, e in particolare quello relativo a un’adeguata alimentazione per tutti, sono tuttora al centro dell’incontro? A sollevare questa preoccupazione è stato anche il relatore speciale sul diritto all’alimentazione, Michael Fakhri.
  • Il vertice del 2021 è stato convocato con una decisione unilaterale del Segretario Guterres poco dopo aver firmato l’accordo di partenariato del 2019 con il World Economic Forum, l’organizzazione internazionale per la cooperazione tra pubblico e privato che ogni anno riunisce a Davos, in Svizzera, i più importanti esponenti della politica e dell’economia internazionale. Si tratta di un modus operandi diverso dal consueto: normalmente, infatti, la decisione di convocare vertici sull’alimentazione veniva presa con una decisione intergovernativa.
  • Come Inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite all’UNFSS 2021 è stata nominata Agnes Kalibata, l’attuale presidente dell’Alliance for a green revolution in Africa (AGRA). Anche questa scelta genera preoccupazioni: l’AGRA, fondata nel 2006 e sostenuta dalla Fondazione Bill e Melinda Gates e dalla Fondazione Rockefeller, promuove un’agricoltura intensiva, fortemente orientata all’industrializzazione del settore primario. AGRA, come riportato da Oakland Institute, vede l’Africa come un mercato (ancora non sfruttato) ideale per i soggetti privati che detengono monopoli in fatto di sementi commerciali, colture geneticamente modificate, fertilizzanti sintetici come combustibili fossili e pesticidi.

Abbiamo timore anche per le eventuali ingerenze del settore privato: riteniamo infatti che non siano state prese sufficienti contromisure al rischio di conflitto di interessi avanzati dai soggetti privati che, a vario titolo, contribuiscono al summit. 

  • La forma di governance promossa dal summit è quella definita “multi-stakeholder”, quella cioè che prevede l’inclusione e il coinvolgimento dei soggetti interessati nel processo decisionale e nella fase di implementazione di politiche volte alla gestione del bene comune: invece di riconoscere i governi come portatori di doveri e le persone come titolari di diritti, insomma, il vertice promuove un modello che assegna al settore corporate (quello aziendale, insomma) un ruolo di primo piano, senza tenere conto dello squilibrio di potere, dei conflitti di interesse e della mancanza di accountability (significa che il settore privato, in quanto tale, non ha l’obbligo di rendere conto a qualcuno di ciò che fa).

Slow Food ha spiegato le sue preoccupazioni in due diverse lettere: una indirizzata al Segretario generale delle Nazioni Unite e firmata da più di 500 organizzazioni, l’altra al presidente del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (Committee on World Food Security – CFS) e firmata da più di 200 organizzazioni.

In entrambi i casi non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti

Civil Society and Indigenous Peoples

Per tutte queste ragioni, abbiamo deciso di aderire all’invito, da parte di Civil Society and Indigenous Peoples’ Engagement (CSM), a reagire contro il Food Systems Summit delle Nazioni Unite. Con il CSM condividiamo la convinzione (la vision, per dirla in termini aziendali) che occorra una reale trasformazione dei sistemi alimentari e un riallineamento con le esigenze delle persone e del pianeta.

«La premessa fondamentale dell’UNFSS dovrebbe essere quella di promuovere un approccio olistico e sistemico che riconosca la natura multidimensionale del cibo (sociale, economica, ecologica, culturale e politica), affermi la sovranità alimentare (cioè il diritto dei popoli, delle nazioni e degli Stati a definire i propri sistemi alimentari) e consideri i sistemi alimentari come beni pubblici che non possono essere lasciati in mano al mercato: tutto ciò non richiede soltanto la piena partecipazione e sovranità dei popoli, ma prevede che al centro vengano posti il benessere delle persone, dei popoli e del pianeta» Open Call for Civil Society and Indigenous Peoples’ Engagement to respond to the UN Food Systems Summit.

La lettera congiunta del Civil Society Mechanism

Siamo convinti dell’urgenza di una radicale trasformazione dei sistemi alimentari, oggi sempre più insostenibili, oltre che ingiusti e malsani, verso sistemi fondati sul rispetto dei diritti umani, basati sull’agroecologia e rispettosi della sovranità alimentare. Crediamo, allo stesso modo, che non vada perso tempo e che occorra discutere su come raggiungere questo obiettivo. Siamo tuttavia scettici sul fatto che il vertice UNFSS rappresenti l’occasione giusta per trovare soluzioni: il motivo, lo ripetiamo, sono le questioni – irrisolte – che riguardano la governance, la partecipazione e le responsabilità.

Attraverso i nostri progetti come Terra Madre, continuiamo a impegnarci per far sentire la voce di chi soffre la fame, patisce la malnutrizione e subisce la distruzione ecologica dei luoghi in cui vive. Allo stesso tempo ci uniamo alla mobilitazione promossa dal CSM e dalle organizzazioni che condividono la nostra stessa visione a proposito dei sistemi alimentari del futuro: ribadiamo la convinzione nel ruolo multifunzionale dell’agricoltura e nell’agroecologia come paradigma attraverso cui compiere questa transizione. 

Per concludere, ecco un estratto della lettera indirizzata ad António Guterres e firmata da quasi 550 organizzazioni in tutto il mondo, tra cui Slow Food:

«Invitiamo a unirsi a noi, per costruire un processo collettivo per sfidare l’UNFSS, le associazioni, i movimenti, le reti e le organizzazioni che si occupano di alimentazione e delle sue implicazioni con gli altri ambiti essenziali della nostra vita, ma non solo. Esortiamo a unirsi a noi anche chi denuncia i tentativi delle corporazioni di cancellare i diritti umani, distruggere territori e comunità, sottrarre spazi democratici per interessi privati. La nostra intenzione è quella di unire gli sforzi di tutti questi soggetti.»

Ricordiamo inoltre che per il

25 | 26 | 27 LUGLIO 2021

è stata indetta la

MOBILITAZIONE PER SFIDARE IL SUMMIT SUI SISTEMI ALIMENTARI DELLE NAZIONI UNITE E PER RIVENDICARE LA SOVRANITÀ DEI POPOLI SUI SISTEMI ALIMENTARI

Per maggiori informazioni clicca qui.

 

 

 

 

 

 

Per approfondire:

UN Food Systems Summit 2021: Dismantling Democracy and Resetting Corporate Control of Food Systems, su Frontiers in sustainable food systems

Open Call for Civil Society and Indigenous Peoples’ Engagement to respond to the UN Food Systems Summit, su Civil Society and Indigenous Peoples’ Mechanism for relations with the UN Committee on World Food Security

Transforming Global Food Systems – Jose Graziano da Silva on the Path to Zero Hunger, su Inter Press Service News Agency

CSM Letter to the CFS Chair on Food Systems Summit

Fonte: Slowfood, news, 21.06.2021

 

 

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