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Gen 06 2016

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LA FRANCIA CONTRO GLI SPRECHI

In dirittura d’arrivo la legge contro gli sprechi alimentari in Francia. La norma impone ai grandi supermercati di stipulare accordi con le organizzazioni del terzo settore e ai ristoratori di mettere a disposizione dei clienti la “doggy bag” per gli avanzi, già, peraltro, in dotazione ai Cuochi dell’Alleanza. Dopo l’accordo sul clima, la Francia si pone come Paese d’avanguardia nella lotta agli sprechi alimentari e cerca di dare maggior sollievo ai 3,5 milioni di cittadini che dipendono per il loro sostentamento dall’elargizione di pasti gratuiti.

Il 10 dicembre è stata approvata la legge che dovrebbe ridurre di 8 milioni di tonnellate di cibo che ogni anno vanno a finire nel cestino e nei primi giorni di questo 2016 si attende la definitiva entrata in vigore del dispositivo, dopo il passaggio al Senato. Si rivolge ai supermercati di almeno 400 metri quadrati (quindi, di grandi dimensioni) e li obbliga a girare alle organizzazioni caritatevoli il cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo, oppure di trasformarlo in mangime per gli animali o ancora compost. Per far sì che ciò accada davvero, si prevede un obbligo di accordo con le organizzazioni e la mancata definizione di questi protocolli può costare fino a 75.000 euro di multa o due anni di reclusione.

Non è, come accennato, l’unica innovazione francese in tema di alimentazione e lotta agli sprechi. Sarebbero infatti previste delle nuove norme imposte ai ristoranti che servano almeno 180 pasti al giorno. I clienti saranno infatti legittimati a chiedere i cibi non consumati per portarli a casa, nelle “doggy bag” che i puristi della ristorazione transalpina hanno sempre guardato con molto scetticismo. I sondaggi dicono che il 75% dei francesi è favorevole all’idea, ma ben il 70% non ha mai fatto ricorso alla possibilità di portare a casa il cibo. Più o meno come gli italiani, visto che, secondo una indagine Ixè dichiara di averlo fatto il 20% delle persone.

Nell’anno dell’insediamento alla Casa Bianca, a luglio, nella prima visita ufficiale a Roma, Michelle Obama ha scelto nel ristorante “I Maccheroni” un menu a base di assaggi di pasta alla carbonara, lasagna e amatriciana accompagnati di vino rosso e prosecco facendosi notare per la richiesta della “doggy bag” con gli avanzi della cena come segnale contro lo scandalo degli sprechi alimentari, mentre la cantante Rihanna si è fatta fotografare all’uscita da un prestigioso ristorante di Santa Monica esibendo una bottiglia di Sassicaia non ancora svuotata del tutto. Una abitudine che non ha ancora contagiato capillarmente l’Italia dove permangono molte resistenze anche se di fronte a questa nuova esigenza la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc

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