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Mag 15 2024

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MALNUTRIZIONE: NEL MONDO PIU’ DI UN MILIARDO DI PERSONE SONO OBESE

Obesità e sottopeso sono associati a esiti avversi per la salute durante tutto il corso della vita. Pertanto, politiche nutrizionali e sanitarie ottimali dovrebbero affrontare entrambe le forme di malnutrizione, come indicato dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile Target 2.2 delle Nazioni Unite, che chiede di porre fine a “tutte le forme di malnutrizione” entro il 2030. Nonostante questo obbiettivo, il peso combinato di sottopeso e obesità è aumentato a livello mondiale spinto da un aumento dell’obesità, come dimostra un recente studio su Lancet che vi riportiamo. Si tratta di una vera e propria epidemia che rappresenta una minaccia globale per la salute della popolazione perché legata allo sviluppo di patologie croniche, le cosiddette NCDs (Non Communicable Diseases), causa del 70% dei decessi a livello mondiale.

 

 

Più di un miliardo di persone nel mondo convivono con l’obesità (1)

Secondo un’analisi globale pubblicata su The Lancet, il numero totale di bambini, adolescenti e adulti in tutto il mondo che convivono con l’obesità ha superato il miliardo nel 2022. Queste tendenze, insieme alla diminuzione della prevalenza di persone sottopeso a partire dal 1990, rendono l’obesità la forma più comune di malnutrizione nella maggior parte dei Paesi.

Il nuovo studio è stato condotto dalla NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). I ricercatori hanno analizzato le misurazioni di peso e altezza di oltre 220 milioni di persone di età pari o superiore a cinque anni (63 milioni di persone di età compresa tra 5 e 19 anni e 158 milioni di età pari o superiore a 20 anni), in rappresentanza di più di 190 Paesi: i dati provengono da 3663 indagini epidemiologiche su campioni rappresentativi della popolazione. Più di 1.500 ricercatori hanno contribuito allo studio, che ha esaminato l’indice di massa corporea (BMI).

L’analisi dei dati globali stima che, tra i bambini e gli adolescenti del mondo, il tasso di obesità nel 2022 è stato quattro volte superiore a quello del 1990. Tra gli adulti, il tasso di obesità è più che raddoppiato nelle donne e quasi triplicato negli uomini. In totale, nel 2022, 159 milioni di bambini e adolescenti e 879 milioni di adulti convivevano con l’obesità. Nello stesso intervallo di tempo, la percentuale di bambini e adolescenti nel mondo affetti da sottopeso è diminuita di circa un quinto tra le ragazze e di oltre un terzo tra i ragazzi. La percentuale di adulti nel mondo affetti da sottopeso si è più che dimezzata nello stesso periodo. I paesi con i più alti tassi combinati di sottopeso e obesità nel 2022 erano le nazioni insulari del Pacifico e dei Caraibi e i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

Nel complesso, queste tendenze hanno portato a una transizione in cui nella maggior parte dei Paesi, un numero maggiore di persone è affetto da obesità rispetto a quello da sottopeso.

Quindi, per quanto riguarda l’obesità, condizione più frequente del sottopeso nei Paesi a medio-alto reddito, dal 1990 al 2022, i tassi di obesità globale sono più che quadruplicati nelle ragazze (dall’1,7% al 6,9%) e nei ragazzi (dal 2,1% al 9,3%), con aumenti osservati in quasi tutti i paesi. Negli adulti, i tassi di obesità sono più che raddoppiati tra le donne (dall’8,8% al 18,5%) e quasi triplicati negli uomini (dal 4,8% al 14,0%) tra il 1990 e il 2022.

L’autore senior, il professor Majid Ezzati, dell’Imperial College di Londra, ha dichiarato: “Per affrontare con successo entrambe le forme di malnutrizione è fondamentale migliorare in modo significativo la disponibilità e l’accessibilità economica di alimenti sani e nutrienti”.

“L’articolo permette di avere un quadro anche della situazione italiana, dove troviamo prevalenze di sottopeso pari al 4% (81° posizione) per le donne, 1% (173° posizione) per gli uomini; 2% (156° posizione) per le bambine-adolescenti, 3% (150° posizione) per i bambini-adolescenti; e prevalenze di obesità pari al 18% (144° posizione) per le donne, 18% (119° posizione) per gli uomini; 8% (103° posizione) per le bambine-adolescenti, 12% (96° posizione) per i bambini-adolescenti”, afferma Giovanni Viegi, Associato di ricerca senior Cnr-Ifc. “Questo nuovo studio evidenzia l’importanza di prevenire e gestire l’obesità dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso la dieta, l’attività fisica e cure adeguate, secondo necessità”, ha aggiunto il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Tornare sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi globali di riduzione dell’obesità richiederà il lavoro dei governi e delle comunità, supportati da politiche basate sull’evidenza dell’OMS e delle agenzie nazionali di sanità pubblica. È importante sottolineare che è richiesta la cooperazione del settore privato, che deve essere responsabile dell’impatto sulla salute dei propri prodotti”.

 

Tendenze mondiali del peso combinato di sottopeso e dell’obesità dal 1990 al 2022 per gli adulti (età ≥ 20 anni) (2)

Il grafico della densità accanto a ciascuna mappa indica visivamente la distribuzione delle stime tra i paesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1990, il sottopeso era più diffuso dellʼobesità in 65 paesi (33%) per le donne e 89 (45%) per gli uomini. Al contrario, lʼobesità era più diffusa del sottopeso in 128 paesi (64%) per le donne e 104 (52%) per gli uomini.

In 21 paesi (11%) per le donne e 55 (28%) per gli uomini, oltre il 90% del peso combinato era dovuto al sottopeso, mentre la quota dovuta allʼobesità superava il 90% in 18 paesi (9%) per le donne e 21 (11%) per gli uomini.

Il peso combinato era dominato soprattutto dal sottopeso nei paesi del sud-est asiatico (Vietnam, Timor Est e Cambogia), dellʼAsia meridionale (Bangladesh, India e Nepal) e dellʼAfrica orientale (Etiopia ed Eritrea) per entrambi i sessi.

Il peso combinato era dominato soprattutto dallʼobesità nei paesi della Polinesia e della Micronesia per entrambi i sessi, e in Kuwait per le donne.

Dal 1990 al 2022, la prevalenza del sottopeso è diminuita in 129 paesi (65%) per le donne e 149 (75%) per gli uomini.

Le maggiori diminuzioni si sono verificate nei paesi dell’Asia meridionale (p.e. Bangladesh e India) e dell’Asia sud-orientale (p.e. Vietnam e Myanmar), con diminuzioni fino a 40,5 punti percentuali nelle donne in Bangladesh e 27,3 punti percentuali negli uomini in India.

Al contrario l’obesità è aumentata in 188 paesi (94%) per le donne e in tutti i paesi (tranne uno) per gli uomini. I maggiori incrementi si sono verificati in alcuni paesi dell’Africa sub-Sahariana per le donne, negli USA, Brunei, alcuni paesi dell’Europa centrale, Polynesia e Micronesia per gli uomini.

 

Obesità, ecco le cause e le malattie che può scatenare (3)

Quali sono le cause

A provocare l’obesità sono principalmente un’alimentazione ipercalorica e l’inattività fisica, che generano uno squilibrio tra calorie assunte e calorie bruciate. Va considerato che l’attività fisica consente non solo di bruciare calorie, ma anche di incrementare il metabolismo basale a riposo. È molto importante, quindi, non condurre una vita sedentaria per prevenire il rischio di sovrappeso e obesità, ma pure delle patologie correlate. Una dieta salutare e ipocalorica è fondamentale per ridurre l’apporto calorico in relazione all’attività fisica svolta, oltre a contribuire a prevenire numerosi problemi (ad esempio l’ipercolesterolemia) e le loro conseguenze.

Ma le cause dell’obesità non sono solo queste, ce ne sono svariate altre.

  • Predisposizioni genetiche: influenzano il modo di metabolizzare e accumulare il grasso corporeo. (La predisposizione all’obesità di origine genetica, secondo le stime, peserebbe mediamente per il 25% nel manifestarsi di questa condizione, ma la predisposizione genetica non deve costituire un alibi per l’obesità. Infatti aderire a modelli dietetici corretti/salutari attenua l’associazione genetica, NdR).
  • Stile di vita familiare: sovente le abitudini alimentari sbagliate partono proprio dal contesto familiare. Ad esempio, un bambino abituato sin da piccolo ad assumere un grande quantitativo di calorie al giorno ha più probabilità di diventare obeso rispetto a uno cresciuto in una famiglia con una corretta educazione alimentare.
  • Fattori socio-economici: spesso l’obesità trova uno stretto collegamento con contesti socio-economici disagiati, perché si tende a consumare cibi poco controllati, di scarsa qualità e ipercalorici e non si ha la possibilità di svolgere l’attività fisica necessaria. D’altro canto l’obesità è considerata la malattia dei Paesi ricchi perché proprio il benessere economico ha progressivamente spinto verso il consumo di alimenti che contengono zuccheri raffinati (merendine, biscotti, gelati) e spesso preconfezionati (surgelati) e ricchi di sodio (insaccati, carni lavorate, snack).
  • Patologie associate: ad esempio le persone con particolari sindromi (come quella di Prader-Willi o quella di Cushing) sono più predisposte di altre. E quelle affette da artrite, che hanno difficoltà a svolgere attività fisica, tendono ad aumentare di peso se non compensano con una dieta ipocalorica.
  • Farmaci: alcune terapie, come quelle per il tono dell’umore, possono influire sul peso.
  • Disturbi di sonno: causano cambiamenti ormonali che portano all’assunzione di carboidrati per fornire l’energia adatta ad un corpo non correttamente riposato e molto stressato.

 

Le malattie che l’obesità può scatenare

L’obesità può generare una serie di malattie, condizioni patologiche che possono avere ripercussioni sulla qualità di vita della persona. Eccole.

  • Ipercolesterolemia e aumento dei trigliceridi: un accumulo dei depositi di grasso (soprattutto a livello viscerale) li rimette in circolo sotto forma di LDL (colesterolo cattivo). E l’aumento di colesterolo nel sangue favorisce la comparsa di ipertensione arteriosa e placche aterosclerotiche (accumulo di grassi sulla parete interna delle arterie), nonché importanti fattori di rischio per tutte le patologie cardiovascolari.
  • Diabete di tipo 2: questo tipo di diabete è strettamente correlato all’obesità perché gli obesi sviluppano una certa resistenza all’insulina (l’ormone prodotto dal pancreas che serve a controllare il quantitativo di glucosio nel sangue) che quindi alle dosi normali non esplica il suo effetto. Per questo il pancreas inizia a produrne più del quantitativo normale necessario; tuttavia, raggiunto un limite massimo, l’organo non sarà più in grado di produrre insulina, che quindi verrà a mancare. Così i livelli di glucosio in circolo aumenteranno. Il diabete è una patologia multisistemica, nonché un fattore di rischio per molte malattie, perciò è da tenere sotto controllo.
  • Ipertensione: la resistenza all’insulina provoca un aumento dei livelli circolanti dell’ormone, che favorisce l’aumento della pressione arteriosa. Inoltre, se la dieta è ipercalorica e ricca di sodio aumenta la volemia (volume totale del sangue di un organismo) a causa della ritenzione idrica e questo favorisce la crescita dei valori pressori.
  • Sindrome metabolica: non si tratta di una singola patologia, ma di un insieme di fattori di rischio (ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia, circonferenza addome) che aumentano la probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari e ormonali.
  • Problemi cardiaci: il cuore risulta affaticato dal lavoro a cui viene sottoposto dato che è costretto a pompare più sangue per far fronte alle esigenze di una quantità maggiore di tessuti. Inoltre l’obesità predispone a sviluppare ipertensione, ipercolesterolemia e diabete, importanti fattori di rischio per queste patologie.
  • Ictus: la principale causa di ictus è un minore afflusso di sangue al cervello dovuto alla presenza di una placca aterosclerotica sulla parete delle arterie carotidi che ne restringe il lume. L’ipercolesterolemia collegata dall’obesità induce la formazione di placche, perciò il rischio di ictus è aumentato.
  • Neoplasie: gli elevati livelli circolanti di alcuni ormoni che agevolano la crescita tissutale nei pazienti obesi, innescano anche lo sviluppo di neoplasie ormonodipendenti. Inoltre le cellule tumorali sono molto attive e hanno bisogno di molta energia, per questo, in caso di dieta ricca di zuccheri raffinati facilmente assorbibili e di grande quantitativo di grassi in circolo, è più semplice per queste cellule procurarsi nutrienti. Ecco perché gli obesi sono molto più a rischio dei normopeso.
  • Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno: l’eccesso di grasso contribuisce a impedire il corretto funzionamento dei muscoli della faringe durante il sonno. Il grasso esercita una pressione sulle vie aeree in posizione supina e impedisce una corretta respirazione. Questa sindrome, a sua volta, è legata allo sviluppo di problemi cardiovascolari e neurologici.
  • Calcoli biliari: una dieta ricca di grassi stimola la colecisti a produrre un enorme quantitativo di bile; i sali biliari possono quindi accumularsi e formare i calcoli.
  • Problemi ginecologici: tra tutti gli squilibri ormonali collegati all’obesità ci sono anche quelli ginecologici. Ecco perché si consiglia a una donna obesa che desidera una gravidanza di perdere peso per facilitarla.
  • Steatosi epatica non alcolica: le steatosi sono patologie da accumulo di grassi nel fegato, portano ad un ingrandimento dell’organo e a una riduzione della sua funzionalità.
  • Osteoartrite: una persona obesa ha difficoltà a compiere movimenti e questo la porta a condurre una vita sedentaria, con impigrimento delle articolazioni.
  • Problemi psicologici: l’obesità ha anche un forte impatto sulla qualità di vita. Spesso i malati mostrano disabilità dovute all’impossibilità di compiere movimenti a causa del peso eccessivo che grava sulle articolazioni, depressione e vergogna a causa della non accettazione del proprio corpo, colpevolezza per aver permesso a se stessi di raggiungere una tale condizione, isolamento sociale, minore possibilità di trovare lavoro perché spesso impossibilitati fisicamente a svolgere determinate mansioni (e talvolta discriminati dal loro aspetto).

 

Come si misura l’obesità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma come si fa a sapere se si è obesi? Una prima valutazione del peso corporeo si può effettuare attraverso l’Indice di massa corporea (BMI) che mette in relazione peso e altezza. Si ricava dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri.

I valori di riferimento per la definizione di obesità sono:

≤18,5: sottopeso;

18,5-24,9: peso normale;

25-29,9: sovrappeso;

30-34,9: obesità di primo grado (lieve);

35-39,9: obesità di secondo grado (moderata);

≥40 obesità: di terzo grado (severa).

Il grasso può localizzarsi in diverse aree corporee, ma si è visto che l’accumulo nella zona viscerale (sulla pancia) risulta essere il più pericoloso, per questo si misura la circonferenza dell’addome per stimare il rischio di sviluppare patologie legate alla sindrome metabolica: per le donne la circonferenza limite è di 88 cm, per gli uomini è di 102 cm.

 

Conclusioni

Questa grande quantità di dati, provenienti da 197 paesi che coprono oltre il 99% della popolazione mondiale mostrano che il peso combinato di due forme di malnutrizione, obesità e sottopeso, è aumentato nella maggior parte dei Paesi tra il 1990 e il 2022, spinto dalla crescita dei tassi di obesità. Secondo il direttore generale dell’OMS “Tutte le forme di malnutrizione hanno un unico denominatore, vale a dire i sistemi alimentari che non forniscono alle persone alimenti sani, sicuri e sostenibili, e ad un prezzo accessibile. La risoluzione di questo problema richiederà un’azione a vari livelli del sistema alimentare, dalla produzione e trasformazione al consumo e ai rifiuti, comprese le vendite, la distribuzione, i prezzi, la commercializzazione e l’etichettatura. Tutte le politiche e gli investimenti in questo settore dovranno essere radicalmente rivisti”. Per raggiungere l’obiettivo zero fame entro il 2030, sono indispensabili azioni urgenti e coordinate e soluzioni politiche per affrontare le disuguaglianze radicate, trasformare i sistemi alimentari, investire in pratiche agricole sostenibili e ridurre e mitigare l’impatto dei conflitti e della pandemia sulla nutrizione globale e sulla sicurezza alimentare. Il tempo a disposizione per garantire un cibo BUONO, PULITO e GIUSTO per TUTTI sta finendo.

 

Fonti

1)https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-12566/piu-di-un-miliardo-di-persone-nel-mondo-convivono-con-l-obesita 4 marzo 2024

 

2)NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC)  “Worldwide trends in underweight and obesity from 1990 to 2022: a pooled analysis of 3663 population-representative studies with 222 million children, adolescents, and adults” The Lancet, February 29, 2024

 

3)Donatella Zorzetto La repubblica 1 marzo 2024

 

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