A WineNews, il fondatore di Slow Food sui temi dell’evento a Torino. Il neo presidente Mukiibi: “dove ripartiremo dai giovani e dalle comunità locali”
Le comunità mondiali del cibo a “Terra Madre Salone del Gusto”
“Terra Madre Salone del Gusto”, “sarà la ripresa di una rete internazionale che coinvolge 150 Paesi, con migliaia di comunità di contadini, allevatori, trasformatori e artigiana che da ogni parte del pianeta si confronteranno sulle tematiche dell’ambiente, della biodiversità e della difesa del patrimonio alimentare”. Lo ha detto, a WineNews, il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini sul più importante evento internazionale dedicato al cibo e promosso dalla Chiocciola che torna a Torino con l’edizione n. 14 intorno al claim “#RegenerAction” (Parco Dora, 22-26 settembre), e dove, ha spiegato, “ci saranno molti dibattiti e conferenze con personaggi di levatura internazionale, molti dei quali sono sconosciuti al grande pubblico, ma nei loro Paesi hanno un’incidenza molto rilevante. Sarà un appuntamento importante da seguire soprattutto sui temi, e dal quale dovrà arrivare al mondo il messaggio che questo sistema alimentare deve cambiare, perché ci porta verso il disastro ambientale irreversibile”.
“Sono fortemente convinto che la crisi climatica sia a un punto ormai irreversibile e che difficilmente questa corsa potrà essere fermata nel breve periodo, anche perché il sistema politico a livello planetario non è sufficientemente cosciente di questo stato di cose – ha detto Petrini, ieri nel lancio dell’evento a Roma – stiamo intraprendendo una fase storica nuova, che durerà parecchi anni, quella della transizione ecologica. La consapevolezza che stava crescendo intorno a questi temi è stata bloccata da due eventi che ci hanno distratti tutti: la pandemia e la guerra in Ucraina. Ma non possiamo più non porre attenzione allo sconquasso che sta avvenendo. Per questo credo che l’unica opportunità che l’umanità ha di mitigare la crisi climatica possa solo venire dal basso, dalla società civile, da tutti noi cittadini che dobbiamo avviare una conversione ecologica, come dice Papa Francesco, a partire dalle nostre scelte quotidiane e il cibo ha un ruolo centrale. Ad esempio impegnandoci a consumare meno carne, a sprecare meno prodotti alimentari, a eliminare l’uso della plastica monouso. Credo che quella di Torino possa essere una grandissima occasione per coinvolgere quante più persone possibile, a partire dai più giovani, in questo cambio di paradigma, in questo percorso verso una rigenerazione che parte dal mondo della produzione alimentare per generare un impatto significativo sull’ambiente, la biodiversità, l’economia, la geopolitica, la giustizia sociale e l’equità di genere. In una parola, impegnarsi a fare politica ogni giorno, con gioia, nella nostra vita quotidiana”.
“Vengo da una famiglia di produttori di piccola scala in Uganda e ho toccato con mano quello che questo sistema alimentare ha determinato nel mio Paese e in diversi territori del Sud del mondo – ha sottolineato il neo presidente Slow Food Edward Mukiibi– la crisi climatica non è più un mito e ormai le basi scientifiche sono più che confermate, soprattutto è chiaro ormai a tutti che dobbiamo reagire perché ne vediamo le ripercussioni nella nostra vita quotidiana. Lo abbiamo visto in Italia negli ultimi mesi, ma anche nel resto del mondo è ormai evidente. Per questo dobbiamo agire immediatamente, anche perché la crisi climatica sta generando conflitti e ondate migratorie. La produzione agricola e il cibo sono vittima e causa di questi fenomeni, ma dipende dall’approccio produttivo utilizzato. Attuare sistemi rigenerativi e agroecologici su larga scala attraverso il lavoro dei giovani e delle comunità locali ci può permettere di contrastare le conseguenze della crisi climatica, soprattutto per garantire una vita sostenibile e dignitosa non solo alla generazione attuale, ma anche alle future. Questo è solo un punto di partenza, ma sia chiaro che non possiamo più aspettare perché forse domani potrebbe essere troppo tardi”.
Focus – A WineNews, 10 motivi e più secondo Slow Food per partecipare al più grande evento dedicato al cibo
Oltre 3.000 contadini e allevatori, popoli indigeni e cuochi, migranti e giovani attivisti da 150 Paesi del mondo, in rappresentanza di genti e popoli di tutti e cinque i Continenti, dall’America (il più rappresentato con Stati Uniti, Canada, Messico, Cuba, Trinidad e Tobago, dal Brasile a Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Perù, Uruguay e Venezuela) all’Africa (con l’Uganda, il Paese del presidente Slow Food Edward Mukiibi, il più presente, Kenya, Tanzania, Somalia, Etiopia e Ruanda, Angola, Madagascar, Malawi, Mozambico, Lesotho, Sudafrica e Zambia), dall’Europa (dalla vicina Francia alla lontana Islanda, passando per Belgio, Germania, Svizzera e Paesi Bassi, Regno Unito, Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia, Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia del Nord, Romania, Serbia e Turchia, ma anche con l’Ucraina), all’Asia e Oceania (con Giappone, Corea del Sud e Taiwan, India, Sri Lanka, Pakistan, Iran, Bangladesh e Arabia Saudita, accanto all’Australia ma anche all’Afghanistan), sono pronti ad incontrarsi, ancora una volta, in Italia: saranno “cuore e anima” di “Terra Madre Salone del Gusto 2022” che torna a Torino (22-26 settembre), promosso da Slow Food con Regione Piemonte e Città di Torino, con un ricchissimo programma per l’edizione n. 14 intorno al claim “#RegenerAction”, cambiando formula e presentandosi alla città nella nuova veste all’aperto al Parco Dora con ingresso gratuito. E WineNews, con la guida della Chiocciola, ha selezionato “10 motivi e più” per partecipare al più importante evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, con ospiti filosofi ed economisti, attivisti, artisti e ricercatori come Elena Granata, Rupa Marya, Michael Moss, Raj Patel, Willie Peyote, Telmo Pievani, Selma Dealdina e Carolyn Steel.
Ad animare le architetture ex industriali di Parco Dora a Torino con le sue forme, i colori e profumi, le sue voci sono il “Mercato di Terra Madre” con oltre 700 produttori italiani e internazionali, insieme al ricco programma di eventi e spazi espositivi che mettono in luce come il cibo possa essere una preziosa occasione di rigenerazione. Questo, infatti, il tema di “Terra Madre Salone del Gusto”: una rigenerazione che parte dal cibo affinché questo diventi motore della transizione ecologica necessaria al rinnovamento del pensiero e della società, passando attraverso il rinnovamento delle pratiche agricole, dei sistemi di produzione e distribuzione, delle diete e delle abitudini di consumo, nelle città come nei piccoli borghi
Ma “Terra Madre Salone del Gusto” è anche incontri e Conferenze, Forum, Food Talks con personaggi internazionali che, attraverso le loro esperienze e i loro racconti, si confrontano sul tema della rigenerazione da diversi punti di vista. Tra questi Elena Granata, professoressa associata di Urbanistica al Politecnico di Milano, autrice del volume “Biodivercity, città aperte, creative e sostenibili che cambiano il mondo” (Slow Food Editore), e Carolyn Steel, architetta e autrice del libro “Sitopia: come il cibo può salvare il mondo”. Insieme si confrontano sulla rigenerazione del sistema alimentare nelle città e sulle modalità di rinascita ambientale e sociale dei centri urbani. Medico dell’Università della California e sostenitrice della deep medicine, Rupa Marya sostiene che la cosiddetta medicina profonda della decolonizzazione può risanare ciò che è stato diviso, ristabilendo le nostre relazioni con la Terra e gli altri esseri umani. Tra gli ospiti anche Michael Moss, reporter del “The New York Times” e vincitore del Premio Pulitzer nel 2010, e Raj Patel, economista e studioso di politiche alimentari, che in passato ha lavorato per la Banca mondiale e per il Wto prima di impegnarsi in campagne internazionali contro queste stesse organizzazioni. E, ancora, l’urbanista Larissa Mies Bombardi e Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, che ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, Selma Dealdina, membro del cda di Amnesty International e promotrice del libro “Mulheres quilombolas: Territórios de existências negras femininas”, e Willie Peyote, rapper e cantautore italiano. Tra gli altri, ci saranno anche Marco Aime, antropologo e scrittore, docente di Antropologia culturale all’Università di Genova, Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della rete Next Nuova Economia Per Tutti, lo storico e saggista Piero Bevilacqua, Corinna Hawkes, direttrice del Centro per le politiche alimentari della City University di Londra, il giornalista e scrittore Stefano Liberti, Otobong Nkanga, una delle più importanti artiste contemporanee internazionali, e Carolyn Christov-Bakargiev, la direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Cecilia Strada, e Vito Teti, antropologo e autore de “La restanza”, accanto a Giuseppe Lavazza, vicepresidente di Lavazza Group, Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, e Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì. E, ancora Carlo Nesler, uno dei massimi esperti italiani di fermentazioni alimentari alternative, l’attivista contadina Dali Nolasco Cruz, Leidy Casimiro Rodriguez, consulente del Governo cubano per la futura legge sull’agroecologia, Melissa Le Court de Billot, che in Sudafrica combatte la diffusione delle colture Ogm lavorando con le comunità locali per recuperare i semi tradizionali, Stephano Msuya, attivista impegnato nella creazione di orti scolastici in Tanzania, lo chef ucraino Yurii Kovryzhenko, ambasciatore dell’Ucraina colpita dalla guerra con la Russia, e Abdullah Faiz, docente di Agraria e rettore dell’Università di Herat in Afghanistan fino all’agosto 2021 quando, per via delle minacce ricevute, è stato costretto a fuggire dal suo Paese in cui i talebani sono tornati al potere. E poi gli chef stellati Cristina Bowerman e Ugo Alciati e la cuoca svizzera Meret Bissegger, esperta di cucina naturale, Simone Finetti, ex concorrente di “MasterChef Italia”, la cuoca selvatica Eleonora Matarrese anima del Pikniq, Shinobu Namae, chef de L’effervescence, ristorante 3 stelle Michelin di Tokyo, attivista di Slow Food e membro di Relais et Châteaux, e Altin Prenga, cuoco dell’Alleanza Slow Food in Albania.
Il nostro viaggio, a “Terra Madre Salone del Gusto”, parte dal Nord Italia, in particolare dal Piemonte e dal Trentino Alto-Adige, in compagnia di Eleonora Matarrese e Oskar Messner, entrambi parte dell’“Alleanza Slow Food dei Cuochi”, che ci conducono alla scoperta del foraging attraverso l’utilizzo in cucina di erbe, bacche, radici e piante spontanee. Imperdibili poi il “Laboratorio del Gusto” dedicato ai balsamici, degustati in purezza e in abbinamento ad altrettante proposte gastronomiche, e quello sui formaggi stagionati per scoprire tutti i segreti della maturazione di questi prodotti. Spazio anche al più tradizionale pane e prosciutto: la celebre merenda, in questa occasione, incontra il Franciacorta e alcuni salumi tipici italiani, come il crudo di suino nero dei Nebrodi o il culatello Oro di Zibello. Se amate il caffè, allora dovete assolutamente partecipare ai laboratori organizzati in collaborazione con Lavazza per scoprirne non solo la storia e la preparazione nel resto del mondo, ma anche il suo utilizzo in cucina in preparazioni sia dolci sia salate. Barbie, l’iconica bambola americana, è la protagonista dell’“Appuntamento a Tavola” promosso da Pastificio Di Martino per promuovere i diritti fondamentali al cibo e al gioco: in questa occasione la chef stellata Cristina Bowerman guida una brigata di cuoche italiane che interpretano in diversi piatti la pasta Di Martino.
Ma “Terra Madre Salone del Gusto” è anche vino: da non dimenticare, ad esempio, l’appuntamento con i vini di frontiera, come il Collio friulano e la Brda slovena. Da aggiungere in agenda anche il “Parco Dora Street Art Tour”, un percorso immersivo nel mondo dell’arte muraria inserita in un contesto post industriale. Cosa succede quando Albania e Marche si incontrano? Ce lo raccontano Altin Prenga, chef albanese con un passato lavorativo in Italia, e Daniele Maurizi Citeroni, che interpreta in chiave moderna i valori della cucina di terra marchigiana, nel corso dell’“Appuntamento a Tavola” di cui sono protagonisti. E poi ancora gli appuntamenti con i personal shopper dell’Università di Scienze Gastronomiche, le mostre, il mercato dei produttori, i piatti italiani e internazionali della “Cucina di Terra Madre”.
Al centro i temi su cui da oltre trent’anni Slow Food si batte per garantire un cibo buono, pulito e giusto per tutti. A “Terra Madre Salone del Gusto” si parla, infatti, di biodiversità in tutte le sue forme attraverso un grande spazio espositivo che mette al centro diverse filiere e alcune delle reti tematiche. Tra queste anche Slow Beans, di cui fanno parte produttori, cuochi e attivisti sensibili al tema dei legumi, e Slow Grains, che raccoglie produttori e trasformatori in tutto il mondo che recuperano le varietà locali coltivandole. Altri due pilastri dell’associazione della Chiocciola sono l’educazione con appuntamenti pensati per bambini, ragazzi e famiglie, e l’attivismo, a cui è dedicato uno spazio per raccontare le campagne Slow Food al momento attive. Spazio anche ai migranti, a cui Slow Food ha dedicato un network internazionale, e ai Presìdi, rappresentati a Terra Madre da tutti quei produttori, trasformatori, coltivatori, allevatori che si impegnano ogni giorno per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali. Dall’Italia e dal mondo saranno più di 100, con il debutto di 13 nuovi Presìdi italiani, dalla Mosciarella delle casette di Capranica Prenestina del Lazio alla pasta reale di Tortorici della Sicilia.
Il tutto accanto agli appuntamenti promossi anche dallo Slow Food Youth Network e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Due, infine, le novità principali di questa edizione: la “Slow Wine Coalition” e la “Coffee Coalition”. La prima è una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne, mentre la seconda unisce tutti i partecipanti coinvolti nella filiera del caffè, dai coltivatori ai consumatori. Da non dimenticare poi il progetto Slow Food Travel che propone un nuovo modello di viaggio, fatto di incontri e scambi con agricoltori, casari, pastori, norcini, fornai, viticoltori, cuochi, offrendo ai territori la possibilità di sviluppare le proprie potenzialità come destinazione gastronomica di qualità. E, allora, anche noi, siamo pronti a mettersi in viaggio per Torino. Ma anche i nuovi laboratori delle Food RegenerActions pensati soprattutto per i giovani, con tante piccole proposte di azione da intraprendere a “Terra Madre” per imparare a cucinare ricette dall’Italia e dal mondo, vedere come si sta muovendo l’educazione alimentare in molte scuole del pianeta e toccare la terra con mano nell’orto, dove i delegati Slow Food danno tanti consigli di orticoltura, dalla rigenerazione del suolo alla gestione del post-raccolto, dalla moltiplicazione delle piantine allo sviluppo di input biologici. Fonte: WineNews, 13.09.2002