«

»

Nov 04 2021

Print this Articolo

RICETTE ALTERNATIVE: CONVERSANDO DI VINO CON IL MEDICO

Paolo Brinis, giornalista di News Mediaset con una lunga militanza fra vigneti e cantine, ha appena pubblicato una raccolta di conversazioni con wine-bevar che indossano il camice bianco. Obiettivo: educare le giovani generazioni a un bere corretto

Nel suo ultimo libro Calici&Camici scritto per Cinquesensi editore, il giornalista di News Mediaset Paolo Brinis chiacchiera con uno scelto manipolo d’illustri rappresentanti di ogni campo della medicina, molti dei quali sono anche apprezzati viticultori, per capire meglio i benefici (molti) ma anche i pericoli (pochi ma gravi) che si possono incontrare nella relazione col prodotto più simbolico e rituale della nostra civiltà. Un’opera dove però nessuno sale in cattedra ma che, trascurando del tutto le mode pericolose che una volta propongono il vino come una sostanza altamente terapeutica e l’altra come una bevanda assolutamente nociva, si pone nell’animo di dare risposte e consigli utili nella simpatica atmosfera di un convivio tra amici.

«Gino Gerosa, trentino, classe 1957, tifoso dell’Inter, ex allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, è un luminare della cardio-chirurgia. È stato lui a ispirarmi questo librino, raccontandomi di un ciclo di conferenze che vedeva protagonisti medici, chef e vignerons. La cosa mi ha subito incuriosito ed ecco allora l’idea di scrivere di vino amalgamando tra loro interviste a cardiologi, oculisti, strizzacervelli, urologi, primari, dentisti ed altri wine-bevar (*) che indossano il camice bianco.

Un librino che non vuole avere nessuna ambizione divulgativa tecnico-scientifica. Non si propone insomma come un tomo da consultare in vista di un esame importante alla Facoltà di Medicina, benché i professionisti protagonisti delle pagine che seguono siano tutti più che autorevoli e competenti. Mi piaceva però l’idea di chiacchierar di vino – evitando di prendersi troppo sul serio, in maniera scanzonata e con un pizzico di ironia – con i rappresentanti di una categoria che alla mia età tengo in grandissima considerazione, pur nella speranza di non aver molto con loro a che fare, se non per alzare insieme un calice di Barolo di Elvio Cogno o un Brunello di Casanova di Neri.

foto

Ricordi, appunti, aneddoti, consigli, ricette in bianco e divagazioni si alternano capitolo dopo capitolo. Confidando che il lettore possa essere censore generoso e che la lettura lo spinga a un bere consapevole, senza trascurare la prevenzione. E con l’auspicio che l’Unione Europea non voglia davvero bollare il vino come sostanza cancerogena. L’Europe’s Beating Cancer Plan presentato all’inizio di febbraio 2021 a Bruxelles, potrebbe avere conseguenze davvero penalizzanti per la produzione vitivinicola dei maggiori produttori continentali, Francia e Italia in primis. Il documento introdurrebbe il principio secondo cui il consumo di alcol sia da considerarsi dannoso a prescindere dalle quantità assunte (senza distinguere tra uso e abuso) e dalla tipologia della bevanda scelta. Ma non solo. Raccomanda anche l’adozione di claim allarmistici simili a quelli che campeggiano sui pacchetti di sigarette. Infine, esorta a una revisione della fiscalità sulle bevande alcoliche e propone il ridimensionamento dei fondi per la promozione del vino nei mercati esteri.

Per il vicepresidente della Commissione europea – il greco Margaritis Schinas – «l’Ue non ha nessuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo». La commissaria alla salute, la cipriota Stella Kyriakides, sta però valutando di rendere obbligatorie, a partire dal 2023, una serie di minacciose avvertenze sui rischi per la salute, ben visibili sulle etichette delle bevande alcoliche.

Tutto ciò trascurando la necessità di educare a un bere corretto, affinché le nuove generazioni possano comprendere che dentro a un bicchiere ci sono storia, cultura, tradizione, socialità. Le interviste ai medici protagonisti di “Calici & Camici” hanno proprio questo intento».

(*) Neologismo creato dall’istrionico e dissacrante oste Mauro Lorenzon, a indicare chi il vino lo beve, in contrapposizione ai moltissimi (presunti) esperti che di vino ne parlano fin troppo. Fonte: Linkiesta, Gastronomika, 04.11.2021

Permanent link to this article: https://www.slowfoodvalliorobiche.it/ricette-alternative-conversando-di-vino-con-il-medico/