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Dic 03 2012

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PREMIO LUIGI VERONELLI – 4a EDIZIONE

L’edizione 2012 si svolgerà all’interno di Pianeta GourMarte, l’evento Promoberg dedicato alle eccellenze enogastronomiche lombarde, di scena alla Fiera di Bergamo dall’1 al 3 dicembre. I riconoscimenti consegnati a un contadino, a un giornalista o scrittore, e a un Comune, nel segno del solco tracciato dall’indimenticabile Gino

Il prestigioso Premio Luigi Veronelli è nato nel 2006, due anni dopo la scomparsa del più grande giornalista e scrittore italiano di enogastronomia. Il riconoscimento ha il proposito di celebrare la figura del padre della cultura materiale italiana, declinata in temi di terra, cibi e vini.

Veronelli, ricordiamolo, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione della qualità. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori. Un’azione, refrattaria a mode e non retorica, che ha avuto importanti ricadute anche sul piano sociale, civile, economico.

Dopo le prime tre edizioni realizzate da Class Editori e Veronelli Editore, da quest’anno il Premio Veronelli è curato da Casa Veronelli e alcune istituzioni bergamasche, tra le quali spicca Ente Fiera Promoberg.

Tre le categorie individuate, a rappresentare i fondamenti del suo Pensiero:

La Prima premierà un contadino (vignaiolo, o oliandolo, o artigiano alimentare) in grado di esprimere appieno l’istanza del rapporto amoroso con la terra.

La Seconda un letterato (giornalista, scrittore, saggista, poeta, e via discorrendo) che si sia occupato a fondo e meritoriamente di gastronomia.

Per la Terza, il premio sarà assegnato a un Comune che rivendichi almeno una De.Co., e che si sia distinto nella salvaguardia e nella promozione dei prodotti, naturali o manufatti, appartenenti per storia e tradizione al proprio territorio.

La giuria è composta, come sempre, da esperti e cultori della materia: Cesare Pillon (Presidente), Gian Arturo Rota (Vice-presidente), Roger Sesto (Segretario). Inoltre, Gigi Brozzoni, Daniele Cernilli, Roberto De Donno, Luciano Ferraro, Bruno Gambacorta, Elio Ghisalberti, Andrea Grignaffini, Mattea Guantieri, Rocco Lettieri, Antonio Paolini, Vladimiro Riva, Nichi Stefi, Massimo Zanichelli.

La consegna dei premi Luigi Veronelli si svolgerà lunedì 3 dicembre alla Fiera di Bergamo, nell’ambito di “Pianeta GourMarte”. La cerimonia delle premiazioni sarà arricchita da un momento di confronto, con la presentazione del primo libro dedicato al grande Gino. L’appuntamento è fissato alle 11,15 presso la sala Caravaggio del Centro Congressi del polo fieristico in via Lunga. La chiusura della cerimonia è prevista verso le 13,15.

La scelta di assegnare il Premio Luigi Veronelli in occasione di Pianeta GourMarte  si lega strettamente alla vita del più noto tra i giornalisti enogastronomici, che per tutta la vita si è battuto per il riconoscimento della qualità, del lavoro dei contadini e degli artigiani.

Lo ha fatto dalla casa sui Colli di Bergamo, città d’elezione che ha amato profondamente. fonte: informaCIBO

 

Brevi cenni biografici di Luigi Veronelli

Nato a Milano nel 1926, Luigi Veronelli è stato un maestro della cultura enograstronomica, ma non solo, ha speso oltre cinquant’anni della sua vita in battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della dell¹agricoltura e di una cognizione del gusto che tenesse assieme la sensibilità sociale.

In gioventù fu assistente del filosofo Giovanni Emanuele Bariè (con cui pubblica la rivista Il Pensiero) e collaboratore di Lelio Basso (edita I problemi del socialismo). È stato amico di Luigi Carnacina (con cui ha redatto testi importanti come La grande cucina, Mangiare e bere all¹italiana, La cucina rustica regionale), di Gianni Brera (con cui è autore di La Pacciada), di Giangiacomo Feltrinelli (a cui fa pubblicare, imperdibili, Mangiare da Re di Nino Bergese e il suo Alla ricerca dei cibi perduti, ripubblicato da DeriveApprodi nel 2004), dell¹architetto-designer Silvio Coppola, di Mario Soldati. Condannato a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi (oppressi da burocrazia e contrastati dai grandi monopoli) e a tre per la pubblicazione di De Sade (l’edizione di Storielle, Racconti e Raccontini, 1957, fu l’ultimo rogo della censura italiana). Negli anni Sessanta e Settanta è autore di trasmissioni televisive (ricordiamo, per esempio, A tavola alle sette, con Ave Ninchi) sulla cultura dei vini e dei cibi, di grande efficacia ed eleganza.
Se oggi i vini, la cucina e i giacimenti gastronomici italiani stanno avendo uno straordinario successo nel mondo, buona parte del merito è di quest’uomo che, con perseveranza, determinazione, rigore e cultura ha saputo individuare e indicare giuste linee di progresso e, con pregnante tensione etica, fare strada, trainare.

La teoria dei cru, l’elevazione dei grandi vini, la limitazione delle rese per ettaro per favorire la qualità e non la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la vinificazione in luogo, la classificazione dei vini con puntuali esami organolettici, la teoria della distillazione secondo monovitigno, sono solo alcune delle intuizioni, delle lotte e delle vittorie condotte in cinquant¹anni. E¹ stato l¹unico maestro dei migliori wine-writers, italiani e non. Ha inventato un linguaggio, un lessico, ormai entrati nell’uso corrente: “Bocca piena e calda”, “Vino da meditazione”, “Vino da favola”, “Di zerga beva”, “Rossi dialettici”.

A settantanove anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una miniera di idee per continuare il divenire della qualità (vedi per esempio le recenti battaglie a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti gastronomici, dell¹autocertificazione, del prezzo sorgente e dell¹olio d¹oliva, condotte con la collaborazione di molti centri sociali occupati autogestiti e il progetto Terra e libertà/Critical wine.

Da parecchi anni scriveva su “Corriere della Sera”, “Carta”, “Libertaria” e su “Veronelli EV”, rivista da lui diretta.

I suoi libri più recenti: Le parole della terra (assieme a Pablo Echaurren), Viaggio in Italia per le città del vino; Vietato Vietare; Breviario libertino; Il San Domenico di Imola; la ristampa di La Pacciada e le Guide ai Vini e ai Ristoranti. Per le edizioni DeriveApprodi aveva scritto le prefazioni a tre libri dallo spirito libertino di autore anonimo: La cucina impudica, La cuoca di Buenaventura Durruti, La cuoca rossa, e ­ assieme al collettivo tl/cw – redatto il volume Terra e libertà/Critical wine. Sensibilità planetarie e rivoluzione dei consumi.

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