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Set 27 2019

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I NONNI IN CUCINA

Fedeli alla tradizione ma con un occhio verso il naturale: l’indagine Lagostina. I nonni scoprono dai Millennials superfood, spezie e l’online. Chef Antonino Cannavacciuolo: “La cucina italiana non può prescindere dai nonni”

Se negli Usa, secondo uno studio dell’AgeLab del Massachusetts Institute od Tecnology di Boston, laboratorio che indaga sulle abitudini quotidiane degli over 85, i più anziani copiano trend alimentari dai Millennials, come il preparare un pasto in soli 5 minuti, cercare ingredienti salutari e sperimentare le consegne a domicilio, in Italia quella dei nonni in cucina resta un punto di riferimento, a cui ispirarsi. Solo 1 nonno su 20, come emerge dal sondaggio di Lagostina, storica azienda italiana produttrice di pentole, infatti, dichiara, di ordinare pasti a domicilio abitualmente, mentre il resto preferisce cucinare da sé. Questo fa sì che ben il 35% dei nipoti, ancora oggi, apprende l’arte dei fornelli proprio dai nonni. Ma, al contempo, si affacciano al mondo dell’online per i numerosi servizi accessori: un nonno su 5, infatti, dichiara di fare abitualmente la spesa online, e il 50% afferma di aver acquistato almeno una volta o che vorrebbe acquistare utensili per la cucina in rete. C’è un dato, però, che accomuna, i nonni italiani con quelli d’oltreoceano, e cioè la ricerca di ingredienti salutari: 3 su 5, infatti, affermano di essere consumatori abituali dei cosiddetti superfood e 1 su 5 afferma di aver conosciuto e di apprezzare cibi e spezie, anche esotiche, grazie alle richieste dei propri nipoti.

Lagostina ha poi indagato, con l’avvicinarsi della Festa dei Nonni il 2 ottobre, sui piatti che nonni e nipoti preparano e consumano abitualmente insieme. In questo caso la tradizione rimane intatta: tra i primi, infatti, è la pasta asciutta (38%) a farla da padrona, preparata con sughi di verdure, pesce o carne è immancabile nei banchetti tra nonni e nipoti. Seguono i risotti (27%), le lasagne (19%) e la pasta fresca all’uovo (9%). Tra i secondi immancabili, gli arrosti (31%), le polpette (22%) e le cotolette (14%), mentre tra i dolci prevalgono le crostate (29%) e le frittelle dolci (16%).
La cucina italiana – commenta lo chef Antonino Cannavacciuolo – non può prescindere dalla cucina dei nonni. I sapori della tradizione si tramandano di generazione in generazione grazie a loro, conservando da sempre una bontà riconosciuta in tutto il mondo. Io stesso ho imparato tanto da mia nonna. La prima ricetta che mi ha insegnato – ricorda lo chef – era pasta mischiata con i fagioli. Era una portata che non poteva mai mancare durante ogni nostro pranzo insieme. Quei sapori per me sono sempre il punto di partenza. Poi negli anni ho innovato e apportato delle modifiche a numerose ricette della tradizione, ma sempre con il massimo rispetto. L’importante è ricordare che alcuni ingredienti possono cambiare o essere utilizzati diversamente – conclude Cannavacciuolo – ma solo uno non può mai mancare, ovvero la passione e il piacere di fare buona cucina”.  Fonte: WineNews, 27.09.2019

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