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Apr 22 2022

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UNA MASCHERINA A MISURA DI MUCCA: L’IDEA DI UNA STARTUP PER INTRAPPOLARE IL METANO PRODOTTO DAI BOVINI

Il dispositivo, se utilizzato a livello globale, sarebbe in grado di limitare le emissioni del potente gas serra fino al 60%. In commercio già nel 2022?

Anche le mucche, un giorno, potrebbero essere tenute a portare la mascherina. Nulla tuttavia che abbia a che fare con il Covid-19 o con altre malattie trasmesse per via aerea: la misura sarebbe volta alla riduzione dei gas serra. Secondo i dati della Fao, infatti, i processi digestivi dei bovini allevati nel mondo – stimati in oltre un miliardo – sarebbero responsabili del 39% circa delle emissioni di metano derivanti dal settore primario. Una quota estremamente rilevante, tanto più se si considera che si tratta del secondo gas serra di origine antropica più presente in atmosfera dopo l’anidride carbonica, ma rispetto a quest’ultima ha un potere climalterante tra le 20 e le 30 volte superiore. Ebbene, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, la stragrande maggioranza di tale produzione (fino al 90%-95%) non viene sprigionata nell’ambiente attraverso flatulenze intestinali, bensì tramite il naso e la bocca con il respiro e l’eruttazione. Da qui l’idea di dotare quanti più capi di bestiame possibile di un dispositivo green in grado di contrastare l’impatto del metano.

Come funziona

Zelp, acronimo di Zero Emissions Livestock Project (letteralmente: Progetto Bestiame a Emissioni Zero): questo il nome della startup londinese che, forte anche del supporto di fondi europei, ha brevettato un’innovativa mascherina flessibile da posizionare sul muso degli animali, giusto sopra le narici. Dotata di piccoli ventilatori alimentati a energia solare, è infatti in grado di intrappolare il metano liberato dalle mucche e di trasformarlo nella meno dannosa anidride carbonica (mista a vapore acqueo) grazie a un filtro sostituibile. Dovesse trovare applicazione a livello globale, i vertici aziendali stimano che possa ridurre le emissioni totali di biogas bovino fino al 60%.

Disponibile già entro fine anno?

Il progetto è tanto bizzarro quanto ambizioso. Forse utopistico. Eppure dall’anno scorso ha iniziato a puntarci nientemeno che Cargill, colosso Usa del settore alimentare, che ha in programma di commercializzare il prodotto – per ora niente più che un prototipo – già nella seconda metà del 2022. Si punta a partire con 50 mila unità da destinare al mercato europeo con un sistema di abbonamenti annuali (probabilmente del valore di 80 dollari per mucca). Poi, già dal secondo anno, la produzione dovrebbe salire fino ad almeno 200 mila mascherine. Il tempo però stringe, in quanto il dispositivo dovrà prima superare una serie di test legati sia all’efficacia della tecnologia che al benessere garantito agli animali che lo indosseranno. Ma la sfida più ardua starà probabilmente nel trovare le giuste soluzioni per incentivare gli allevatori a effettuare l’acquisto. Indispensabile sarà dunque il supporto della politica. Ne va del benessere del pianeta.  Fonte: la Repubblica, Login, Alessandro Vinci, 22.04.2022

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