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Set 23 2021

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AIUTARE: IL MONDO DEL CIBO È SEMPRE PIÙ RESPONSABILE

Nel settore agroalimentare ci sono sempre più realtà nate con l’obiettivo di dare un valore aggiunto ai consumatori, alla comunità e all’ambiente. Etica e pensiero laterale sono al centro del pensiero dei fondatori

La responsabilità sociale è un tema sempre più importante nel settore vitivinicolo e agroalimentare. Diverse aziende, infatti, si stanno muovendo in questa direzione, presentando nuovi progetti che diano un valore aggiunto non solo alla propria realtà, ma soprattutto ai consumatori, alla comunità e all’ambiente. Tra aiuti in vigna e vetrine digitali, fino al riutilizzo intelligente degli alimenti, sono sempre di più le aziende che si stanno mettendo in mostra grazie a queste azioni lodevoli. 

Fedeli alla vigna: condivisione e comunità

Fedeli alla vigna è un progetto di accompagnamento alla produzione per giovani viticoltrici e viticoltori pugliesi, con il quale si dà vita a una comunità di persone che si riconoscano nella cultura del buon vino. Un luogo di comunità, dove produttori, appassionati e curiosi possono incontrarsi, conoscere e conoscersi, condividere e raccontarsi storie di vino, fra artigianalità e innovazione.
Fedeli alla vigna sostiene la comunità perché crede fortemente che essa sia il fulcro della crescita collettiva, di saperi, di saper fare e di sostegno, per far crescere oltre ai singoli anche il territorio e le persone che lì lavorano. 

La Fuga: la ricerca è in viaggio 

Un’organizzazione internazionale che affonda le proprie radici nella gastronomia, La Fuga funge da luogo d’incontro di diverse discipline, con l’obiettivo di voler cambiare la percezione del cibo, mossi da una particolare attenzione al territorio e alla sostenibilità. Si definiscono «Foodigitives», nel senso che sono in viaggio alla ricerca di concetti alimentari innovativi che rispondano alle pressanti sfide della nostra società. Attraverso lo studio e la ricerca di antiche tradizioni culinarie, lavorano per proporre delle versioni rivisitate in chiave contemporanea, per creare dei concetti di cibo intelligenti ed equilibrati, che ci permettano di progredire in armonia con il Pianeta.

Quality Chain: il beneficio digitale

Quality Chain aiuta le PMI del comparto agroalimentare a trasformare i loro prodotti da semplici oggetti in esposizione a vere e proprie esperienze digitali capaci di esaltare la loro unicità. Dal proprio smartphone si accede a uno spazio che dà la possibilità alle piccole aziende di condividere con i consumatori la propria storia e i propri valori, mettendo in mostra una vetrina da cui osservare le mani sapienti che lavorano la terra, il vino, il pane e tutto ciò che di buono producono le aziende in Italia. Una dimostrazione di quanto l’utilizzo delle nuove tecnologie e del digitale portino un beneficio concreto al settore del cibo, garantendo aziende e consumatori e mettendo in luce la filiera e la peculiarità di ciascun progetto. 

Cacciatori di Briciole e il riuso virtuoso

A Bolzano si crea la birra dal pane. “Cacciatori di Briciole” si distingue per essere solidale e anti-spreco, e realizzata con il pane nero, tradizionale del territorio altoatesino. La birra è nata grazie alla collaborazione tra il birrificio Batzen e il progetto Aiuti Senza Spreco del Gruppo Volontarius; per realizzare le prime 4.200 bottiglie sono serviti oltre 50 chili di pane, che sono stati raccolti dai volontari dei Cacciatori di Briciole e del Briciole Market. Il riutilizzo intelligente di un alimento così prezioso come il pane diventa occasione di racconto del territorio e delle sue peculiarità, e un veicolo di narrazione di sostenibilità e di buon gusto. 

Rita Pieve

Il progetto «Rita Pieve» è il primo self service in italia «inclusivo», realizzato da CIRFOOD, Cooperativa Italiana di Ristorazione collettiva, in collaborazione con C.E.R.P.A Onlus, Centro Europeo di ricerca e promozione per l’accessibilità. L’obiettivo era quello di costruire un locale che fosse inclusivo, ma che non sacrificasse necessariamente il lato estetico e architettonico, rendendolo fruibile e accogliente per tutti (anziani, bambini, persone con disabilità), e dove la possibilità di socializzazione e partecipazione è amplificata e semplificata.

Questo progetto è davvero un perfetto esempio di una gestione intelligente di un bisogno, dando attenzione all’inclusività ma senza dover prescindere dalla bellezza e dall’armonia.  

RECUP
RECUP è un’associazione composta da volontari di diversa estrazione sociale e di diverse nazionalità: il loro obiettivo è quello di recuperare il cibo prima che venga buttato via, selezionando ciò che è ancora buono e ridistribuendolo. I beneficiari sono gli stessi esecutori del lavoro: in questo modo si crea un senso di comunità, un contatto interculturale e intergenerazionale che prima mancava. Ciò che ha perso valore economico, il cibo, può ritrovare valore sociale, risolvendo un problema delle città in modo creativo ed efficace.  Fonte: Linkiesta, Gastronomika, Anna Prandoni, 23.09.2021

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