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Nov 18 2022

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LA DIETA MEDIETERRANEA ALL’ONU: “ALLEATA PER L’AGENDA 2030”

Il rappresentante permanente alle Nazioni Unite, Maurizio Massari: “Esempio tangibile di una forza trainante per lo sviluppo sostenibile”. Al Palazzo di vetro una delegazione formata dal Comune di Pollica, dove la dieta è nata, e dal Future Food Institute

NEW YORK. La Dieta Mediterranea sbarca al Palazzo di Vetro dell’Onu come “risorsa culturale e strumento strategico per lo sviluppo sostenibile”. In occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo, l’Italia ha co-organizzato al Palazzo di Vetro di New York un evento con il Future Food Institute, in collaborazione con Unesco, il Comune di Pollica, il Centro Studi Dieta Mediterranea ‘Angelo Vassallo’ e la missione permanente del Marocco, con il sostegno del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Nel corso del quale l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente alle Nazioni Unite, ha sottolineato come la “Dieta Mediterranea è un esempio tangibile di una forza trainante per lo sviluppo sostenibile ed un modello di eccellenza per garantire sistemi alimentari sostenibili toccando le varie dimensioni sociale, economica e ambientale”.

La scienza ci fornisce le prove a dimostrazione che la Dieta Mediterranea è una delle diete e stili di vita più importanti per le persone, il pianeta e la prosperità ed è quindi uno dei nostri alleati per accelerare l’azione sull’Agenda 2030 – ha proseguito Massari – Imperniata su un insieme di competenze, conoscenze, ma anche riti, simboli e tradizioni sulla preparazione, produzione, condivisione e consumo del cibo, e’ una dieta che va protetta e promossa insieme alle altre diete tradizionali”. “In un mondo in rapida trasformazione, dobbiamo garantire che diete sane, tradizionali e sostenibili rimangano al centro dei sistemi alimentari, della sicurezza alimentare e della nutrizione, proteggendole dalle minacce alla loro unicità e valore”, ha detto ancora l’ambasciatore, ricordando poi che gli elementi di sostenibilità, cooperazione, inclusività, innovazione applicati alla nutrizione sono al centro anche della candidatura dell’Italia a ospitare Expo 2030 a Roma. A coniare il termine Dieta Mediterranea fu un americano, il fisiologo Ancel Benjamin Keys, che si appassionò allo stile alimentare degli abitanti di Pioppi, borgo cilentano del comune di Pollica.

Ma la Dieta Mediterranea, da dodici anni entrata tra i beni patrimonio dell’umanità dall’Unesco, non è solo un modello nutrizionale. Al Palazzo di Vetro Sara Roversi, presidente e fondatrice del Future Food Institute, ha portato il modello di Pollica, città emblematica dello stile di vita mediterraneo, insieme al sindaco Stefano Pisani, che ha fatto della Dieta Mediterranea un vero e proprio programma di governo per uno sviluppo sostenibile. L’evento all’Onu peraltro ricade nell’anno del coordinamento italiano, attraverso il comune di Pollica, delle Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea Unesco e vuole mettere a sistema l’impegno italiano a livello multilaterale su temi quali salute globale, nutrizione e sviluppo sostenibile, con la condivisione di buone pratiche avviate a livello nazionale.

E i temi sul tavolo si riallacciano anche al tema di Expo Milano 2015 ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto con un videomessaggio, sottolineando la necessità di “mettere al centro la produzione di qualità poiché il consumatore deve essere in grado di percepire il valore della Dieta Mediterranea come patrimonio da difendere”, ma anche il bisogno di “difendersi da modelli che non sposano valorizzazione e tutela dei nostri prodotti”. “Non c’è futuro nell’omologazione alimentare globale”, ha detto da parte sua il vice direttore della Fao Maurizio Martina, secondo cui il futuro sarà in una nuova scoperta della pluralità alimentare, e le diete come quella mediterranea “svolgono un ruolo importante in questo sforzo”: la conseguenza sono benefici per la salute, per l’ambiente grazie al basso impatto ambientale, e l’accessibilità e convenienza dei prodotti. A ribadire la sostenibilità del nostro modello alimentare è stato anche il Ceo di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, il quale ha riaffermato che il nostro Paese “è quello in Europa che produce il più alto valore aggiunto del settore agroalimentare – oltre 65 miliardi – con le emissioni più basse di equivalenti di anidride carbonica”.

Al termine dell’appuntamento all’Onu, infine, si è tenuto un altro evento dal titolo ‘Il potere dei semi. Coltivare comunità sane. Dieta Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile’, questa volta presso la Community School 55, dove Stephen Ritz, docente e scrittore di fama internazionale, ha dato vita a Green Bronx Machine. Docente e innovatore, Ritz è considerato uno dei più efficaci divulgatori in tema di educazione alimentare: partito da New York, con le sue ‘Tower Garden’ ha sviluppato un programma didattico che vede nell’insegnare a fare l’orto il pilastro di un modello educativo che negli anni ha coinvolto centinaia di migliaia di ragazzi, spesso disagiati, educandoli a un’alimentazione sana. E oggi è partner di Future Food Institute, Centro Studi Dieta Mediterranea ‘Angelo Vassallo’ e Campustore con un progetto proposto nell’ambito dei Pon Edugreen per la transizione ecologica della scuola italiana.   Fonte: laRepubblica, IL GUSTO, Valeria Robecco, 18.11.2022

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