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Giu 25 2014

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LANGHE MONFERRATO E ROERO NELL’UNESCO

Mancava solo l’ufficialità, che ora è arrivata: il Paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato, dove si producono due dei vini più prestigiosi al mondo, Barolo e Barbaresco, è diventato Patrimonio Unesco, sito n. 50 per l’Italia, e primo in assoluto, nel Belpaese, che vedeva la propria candidatura incentrata sulla viticoltura e sul vino. Lo ha deciso il Comitato Mondiale Unesco riunito in Qatar per esaminare le candidature arrivate da tutto il mondo. Così, dopo un iter durato ben undici anni e la consegna del dossier di candidatura nel gennaio 2013 al centro del Patrimonio Mondiale di Parigi, il Paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato è entrato nella prestigiosa World Heritage List.

“Una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino”; si legge nella motivazione ufficiale dell’iscrizione -. “I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato – si afferma – costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche  del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica”.

In un certo qual modo, l’iscrizione – nel patrimonio “culturale” e non in quello “paesaggistico” – è motivata con il legame tra quel territorio, la coltivazione dell’uva e del vino e la stessa storia agroalimentare del nostro Paese, e con la capacità dei suoi abitanti di conservarne l’essenza nel corso dei secoli e dei millenni, fino a rigenerarsi sotto forma della cultura dello slow food.

Su queste colline, dove si producono due dei vini più conosciuti al mondo, il Barolo e il Barbaresco, la viticoltura è da secoli l’anima dell’economia. Un riconoscimento, quindi, “che viene assegnato a un territorio di vigne, di castelli, di torri medievali, ma anche al lavoro di uomini e donne”, si legge in una nota del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe e Roero. “È il giusto riconoscimento ai vignaioli che hanno preservato le colline di Barolo e Barbaresco con i loro vigneti sapientemente coltivati nel rispetto delle tradizioni e del sapere contadino – dice il presidente del Consorzio Pietro Ratti – per noi l’Unesco è uno stimolo a continuare a fare bene con ancora maggiore responsabilità al fine di lasciare ai nostri figli questo meraviglioso territorio che ci hanno consegnato i nostri padri”

Il nuovo sito Unesco comprende, nella Docg Barolo, i comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Serralunga d’Alba; nella Docg Barbaresco, i comuni di Barbaresco e Neive. Una piccola area altamente vocata alla viticoltura, i cui vigneti sono stati per la prima volta in Italia anche riconosciuti con le Menzioni Geografiche Aggiuntive (cru).

Info: www.langhevini.it , www.paesaggivitivinicoli.it

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