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Nov 03 2009

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LE DEGUSTAZIONI DI AUTUNNO DEL SEMINARIO VERONELLI

 

 

ROSSO DI MONTALCINO 2007

ROSSO DI MONTALCINO
Montalcino è l’unica zona alla quale è stato concesso, per la prima volta in Italia, di ottenere, dagli stessi vigneti, due vini a denominazione di origine in base a precise valutazioni tecniche: il Brunello, destinato al lungo invecchiamento, ed il Rosso di Montalcino, vino più giovane che unisce ad una superba struttura doti di particolare vivacità e freschezza.
Già apprezzato e conosciuto con varie denominazioni, il Rosso di Montalcino ha acquisito precisa identità ed ufficiale riconoscimento con il passaggio alla Denominazione di Origine Controllata  con D.P.R. 25/11/83 e successive modificazioni.
Il Rosso di Montalcino all'aspetto è brillante e limpido, con colore rubino composito; all'olfatto ha buona intensità e fragranza , si riconoscono profumi di frutti freschi.
All'analisi gustativa il vino risulta armonicamente asciutto, fresco, di buona persistenza aromatica. Il vino preferisce essere bevuto in giovane età anche se ben resiste all'invecchiamento.
La zona di produzione coincide con il territorio comunale di Montalcino, delimitato dalle valli dell'Orcia, dell'Asso e dell'Ombrone; ha una forma quasi quadrata con una superficie di circa 243 kmq di cui il 29% pianura, il 70% collina e l’1% montagna. I vigneti occupano il 12% del territorio.
La collina di Montalcino, essendosi formata in ere geologiche diverse, presenta caratteristiche del suolo estremamente mutevoli per costituzione e struttura, per cui è difficile fare generalizzazioni di una certa ampiezza. Le zone più basse sono costituite da terreni originatasi per trasporto di detriti con strato attivo profondo, del quaternario, abbastanza sciolti. Salendo, il terreno si arricchisce di scheletro mentre lo strato attivo si riduce essendo suoli formatisi dalla decomposizione di rocce originarie, in particolare galestro ed alberese.
Il clima è tipicamente mediterraneo con precipitazioni concentrate nei mesi primaverili e tardo autunnali (media annuale 700 mm.). In inverno, al di sopra dei 400 metri non sono rare le nevicate. La vicinanza del Monte Amiata (altezza m.1740) in zona sud-est, crea una protezione naturale
contro il verificarsi di eventi di particolare intensità quali nubifragi o grandinate.
La fascia di media collina dove è concentrata la maggior parte delle aziende vitivinicole, non è interessata da nebbie, gelate o brinate tardive che si possono verificare nelle zone vallive, mentre la frequente presenza di vento garantisce le condizioni migliori per lo stato sanitario delle piante.
Durante l'intera fase vegetativa della vite il clima è prevalentemente mite e con un elevato numero di giornate serene, che assicurano una maturazione graduale e completa dei grappoli.
La presenza sul territorio di versanti con orientamenti diversi, la marcata modulazione delle colline e lo scarto altimetrico tra zone vallive e il territorio più alto (Poggio Civitella), determina dei microambienti climatici molto diversi tra di loro, malgrado, talvolta, l'estrema vicinanza delle zone. La forma di allevamento più diffusa nella vigna di Montalcino è il cordone speronato, ottenuto mediante potatura corta (a 2 gemme) di un numero variabile di cornetti a ceppo.

Il vitigno
Il Rosso di Montalcino si ottiene esclusivamente da uve Sangiovese (localmente chiamate Brunello), allevate prevalentemente con il sistema del cordone speronato che consente di ottenere una bassa resa per ettaro, la quale, secondo il disciplinare di produzione, non può superare i 90 quintali di uva ad ettaro.
È un vitigno generoso e quasi eccessivamente produttivo, soprattutto in terreni fertili, profondi e freschi, anche se privilegia quelli tendenzialmente siccitosi, dato che non teme la siccità. È mediamente sensibile alla peronospora, più sensibile a oidio e marciume, molto sensibile ad acari, meno a tignole e cicaline, soggetto a mal dell’esca. Teme la botrite, soprattutto nei cloni a grappolo eccessivamente compatto.
Ha foglia di media grandezza, pentagonale, quinquelobata, a volte trilobata; grappolo di grandezza da medio-piccola a grande, di forma conico-piramidale con una o due ali, più o meno compatto; l’acino è di media grandezza, subrotondo a volte quasi ellissoidale, di forma regolare piuttosto uniforme; la buccia è molto pruinosa, di colore nero-violaceo, consistente ma non molto spessa.

Il risultato della Degustazione
Le sorti di questo vino, che sembravano dovessero essere messe in discussione dal caso Brunellopoli dello scorso anno, pare navighino ormai in acque sicure, lontane da bufere e marosi, perché questa discussione non è mai partita e, dopo che la montagna ha partorito il topolino, tutto è tornato come prima. O almeno così ci appare. Dopo tutto il clamore mediatico, con fiumane di cronisti giunti da ogni parte del mondo, i dispiegamenti di elicotteri e di interi reparti della Guardia di Finanza, i segreti istruttori della Procura della Repubblica che facevano presagire arresti e sequestri in gran quantità, di certo nessuno pensava che in definitiva si trattasse di bloccare quattro tinozze di vino. Ma ormai il danno è stato fatto e visto che quest'anno tutti i vini sottoposti ai rigidi controlli predisposti dai tutori della legge sono risultati regolari, è giunto il momento di pagare i danni.
Caro Ministro Zaia, siccome tutto ciò è partito da organi di Stato, sarà lo Stato che dovrà riparare i danni economici, ricucire gli strappi sociali, ritrasmettere fiducia ai mercati; occorrerà molto denaro, quindi sarà bene che cominci subito a cercarlo; e noi, di tanto in tanto, ci permetteremo di ricordarglielo.
Ma ieri sera il Rosso di Montalcino ha superato tutte le perplessità, i dubbi e le incertezze, rivelando una sua personalità distinta ed elegante, precisa e riconoscibile: una personalità fatta di toni maturi e caldi con quel buon frutto dolce e maturo scaldato da un lieve accento animale, poi dalle spezie dolci e dai ricordi di tabacco, così che anche la trama tannica viva e reattiva appare più morbida e gentile. Tra i nostri dieci campioni degustati, si è potuto distinguere un gruppo di vini che facevano dell'equilibrio, della freschezza e della fragranza il loro carattere stilistico, mentre un secondo insieme era segnato da maggior maturità e dolcezza, rotondità e calore. Il pubblico ha mostrato di preferire questo secondo gruppo, mettendo al vertice il Rosso di Montalcino 2007 di Ciacci Piccolomini d'Aragona, seguito da quelli di Tenuta di Sesta, La Poderina-Saiagricola e Fattoria La Gerla; ma noi, per dovere di cronaca, non possiamo rimanere insensibili alla grazia, all'equilibrio e alla misura del Rosso di Montalcino della Tenuta Greppo – Biondi Santi, vero campione di eleganza e fragranza. Come solo a Montalcino è possibile ottenere.
Gigi Brozzoni

Bita  e Oliviero hanno preferito Rosso di Montalcino 2007 di Ciacci Piccolomini d'Aragona, Tenuta la Sesta e Tenuta Silvio Nardi nell'ordine; Silvio  Rosso di Montalcino 2007 di Ciacci Piccolomini d'Aragona, Tenuta la Sesta e Tenuta Greppo-Biondi Santi, nell’ordine.

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