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Ott 31 2021

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“L’ITALIA MI HA ISPIRATO A RISCOPRIRE I SAPORI CANCELLATI DALLA DITTATURA”

Altin Prenga, da migrante e lavapiatti in Trentino a chef Slow Food in Albania. La svolta grazie a Pier Paolo Ambrosi del Vis

Vis – Mrizi i Zanave – Altin Prenga e Pier Paolo Ambrosi; lo staff di Mrizi i Zanave

Quando è sbarcato sulle coste italiane alla fine del ’98, Altin Prenga non aveva neanche 16 anni. Sapeva che un giorno sarebbe tornato a casa, nelle campagne del nord-est dell’Albania, ma non poteva immaginare che in quelle terre avrebbe realizzato un sogno: creare un agriturismo con 90 dipendenti e una rete di contadini locali che coinvolge oltre 400 famiglie. La storia di Altin e della sua creatura – Mrizi i Zanave (L’ombra delle fate) – si intreccia a quella di Pier Paolo Ambrosi, capo missione del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS) in Albania dal 1994 fino alla morte, nel giugno di quest’anno. Dalla loro amicizia e dal loro impegno nasce l’ Alleanza Slow Food dei cuochi in Albania, che raccoglie chef che hanno scelto di promuovere i prodotti del territorio e proteggere la biodiversità albanese. Altin è oggi tra gli chef più famosi dell’Albania, nominato a giugno 2021 Cavaliere della Stella Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Del mio arrivo in Italia a bordo di un peschereccio ricordo soprattutto il freddo”, racconta Altin. “Appena sbarcato mi sono diretto al nord, il mio primo lavoro è stato fare il lavapiatti in un piccolo ristorante in Trentino. Di giorno lavoravo in un salumificio/azienda gastronomica. Sono stato più di dieci anni in Italia, con piccoli rientri, per poi tornare definitivamente in Albania nel 2009. L’Italia mi ha ispirato tantissimo: scoprire che ogni Regione aveva il suo dialetto, anche a tavola, è stato illuminante. In Albania quella varietà del cibo non esisteva… o meglio, era stata cancellata dalla dittatura. I contadini non potevano coltivare i loro prodotti, dovevano produrre per lo Stato cibi tutti uguali. Formaggio bianco e quadrato, burro bianco e quadrato, pane bianco e quadrato. Erano vietati anche i giorni religiosi, non si poteva cucinare per Pasqua. La colazione tradizionale, con cibo benedetto, comprendeva l’aglio fresco: dopo aver mangiato, dovevamo sciacquarci benissimo la bocca affinché nessuno si accorgesse che avevamo festeggiato…”.

Lasciata dall’altra parte dell’Adriatico quella monotonia, in Italia Altin mette a fuoco il suo sogno a lungo termine: dedicarsi alla riscoperta e alla valorizzazione delle tradizioni rurali della ‘sua’ Albania. Di qui la decisione di aprire un ristorante nella casa che era stata dei suoi nonni, a Fishtë: l’impresa cresce piano piano, fino a diventare quello che è oggi.

Mrizi i Zanave – Mrizi i Zanave

Oltre al ristorante, abbiamo il mulino fotovoltaico, la stalla, il caseificio, tantissime oche”, dice con orgoglio Altin. “Abbiamo un network con i contadini locali che coinvolge oltre 400 famiglie. La cosa che ci rende più fieri è l’aver creato una nuova filosofia in Albania, ricollegandoci alle tradizioni delle nostre nonne. Il cibo locale albanese non era mai riuscito ad arrivare in ristoranti di qualità, al massimo veniva servito nelle osterie al mattino, a prezzi bassissimi. Noi abbiamo invertito la tendenza: ora c’è una buona percentuale di strutture in Albania che vanno in questa direzione. Siamo felici di aver contribuito a ispirare altre persone: il fatto di dover prenotare per mangiare albanese e assaggiare il formaggio di capra dei nostri pastori è per noi la più grande rivincita. Parte di questo successo lo dobbiamo a Pier Paolo e al suo approccio concreto alla cooperazione”.

Sono in molti in Albania a ricordare con affetto questo signore dalla barba bianca e lo sguardo gentile. “Il 9 luglio del 1991 sono arrivato in Albania, era un martedì”, scriveva poco prima di morire, il 2 giugno di quest’anno. “Non immaginavo assolutamente che per me cominciava un’altra vita e un’altra storia, e che l’Albania e gli albanesi sarebbero diventati il mio Paese e la mia gente”. Il suo approccio – racconta chi oggi ne custodisce l’eredità – si basava su tre principi: condivisione, corresponsabilità, partecipazione. Su queste fondamenta trent’anni fa aveva immaginato che le terre marginalizzate e a rischio spopolamento del nord sarebbero rinate attraverso la valorizzazione del territorio, delle tradizioni enogastronomiche e la promozione del turismo. Non a caso gli interventi del VIS negli ultimi anni si sono focalizzati sullo sviluppo rurale, con l’obiettivo di rafforzare le attività produttive, potenziare l’offerta agroturistica, stimolare la partecipazione dei beneficiari ai processi di sviluppo, creare una rete di comunicazione e scambio tra le comunità locali.

Vis – Strada Kelmend

È stato Pier Paolo, capitato casualmente nel ristorante di Altin a un anno dall’apertura, a suggerire al giovane chef di lanciarsi nell’avventura Slow Food. “All’inizio ero un po’ scettico – ricorda Altin – ma ben presto ho capito che quel signore aveva davvero a cuore la prosperità delle comunità locali, per lui era l’unica priorità”.

In questo è stato un pioniere: il primo a scrivere un progetto in cui un fondo non era preventivamente destinato a un progetto, ma consegnato alla comunità locale affinché decidesse come usarlo e amministrarlo con il supporto e la supervisione di ong e istituzioni. Un metodo faticoso e rischioso all’inizio, che richiede un grosso investimento in fiducia e relazioni, ma che nel tempo ha dimostrato essere vincente: solo gli ultimi 12 anni i progetti che il VIS ha portato avanti in Albania hanno raggiunto 35mila beneficiari diretti. Sono stati realizzati 81 progetti comunitari per migliorare servizi e infrastrutture, erogati 494 microcrediti a piccole attività economiche rurali e 51 mini grant a supporto di piccoli business nei settori dell’agricoltura, allevamento, ristorazione e turismo.

Dall’impegno di Pier Paolo nel settore della promozione del territorio nasceranno altre iniziative a favore di giovani. L’Università di Trento, lo Iusve di Venezia (Istituto universitario salesiano di Venezia) e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo hanno annunciato che nel prossimo anno accademico saranno avviate delle borse di studio e delle iniziative per giovani italiani e albanesi impegnati sulle tematiche della promozione del territorio, del turismo e delle tradizioni enogastronomiche.

Mrizi i Zanave – Altin e Anton Prenga

Quanto ad Altin, la tenerezza per il ricordo di Pier Paolo si accompagna all’augurio di una prosperità condivisa. “La chiave, per me, è stata fare tesoro delle mie origini pastoralile mie radici – mentre mi arricchivo dell’esperienza in Italia. È il consiglio che mi sento di dare, oggi, a chiunque attraversi la sfida della migrazione: restare fedeli a sé stessi cercando di prendere il meglio da ogni esperienza”. Fonte: HoffPost, Giulia Belardelli, 31.10.2021

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