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Gen 29 2022

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MAGGIORI COSTI E PRODUZIONI IN CALO: GLI EFFETTI DEL GREEN DEAL UE SULL’AGRICOLTURA EUROPEA

Lo studio firmato per Croplife Europe e Copa-Cogeca dall’Università di Wageningen: per il vino su i prezzi e giù le esportazioni

Gli effetti del Green Deal sull’agricoltura europea

La sostenibilità è al centro della politica Ue, cardine delle strategie Farm to Fork e Biodiversity, cuore pulsante della tabella di marcia del Green Deal, che ha come obiettivo ultimo quello di rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente. Come? Riducendo del 50% l’uso di pesticidi chimici e il rischio che rappresentano entro il 2030, riducendo del 50% le perdite di nutrienti, senza che ciò comporti un deterioramento della fertilità del suolo e tagliando di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti, facendo crescere ulteriormente l’agricoltura biologica, affinché il 25% del totale dei terreni agricoli sia dedicato al bio entro il 2030. Target necessari in una logica più ampia come quella della lotta, vitale, ai cambiamenti climatici, ma che presuppongono un costo, sia per il settore agricolo che per il consumatore. Costi e conseguenze – in termini di volumi prodotti, prezzi di mercato, commercio internazionale e uso di suolo – calcolati dallo studio “Impact Assessment of EC 2030 Green Deal Targets for Sustainable Crop Production” firmato, per Croplife Europe (che raccoglie le più importanti aziende dellagrochimica) e Copa-Cogeca (l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative agricole e degli agricoltori europei), dall’Università di Wageningen, che ha preso in esame dieci colture diverse (grano, colza, barbabietola da zucchero, mais, mele, pomodori, uva da vino, olive, agrumi e luppolo) in sette Paesi Ue (Finlandia, Polonia, Germania, Francia, Spagna, Italia e Romania), coinvolgendo esperti ed istituzioni locali, con cui i ricercatori dell’Università olandese hanno collaborato.

Per capire le implicazioni che gli obiettivi Ue potrebbero avere per l’agricoltura e il sistema alimentare del Vecchio Continente, lo studio ha costruito quattro scenari, in cui si combinano i diversi obiettivi del Green Deal: lo scenario 1 considera una riduzione del 50% dell’uso e dei rischi complessivi dei pesticidi e una riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi più pericolosi; lo scenario 2 una riduzione del 50% delle perdite di nutrienti e una riduzione del 20% dell’uso di fertilizzanti; lo scenario 3 la destinazione di almeno il 25% della superficie agricola coltivata a produzioni biologiche; lo scenario 4 combina gli obiettivi degli scenari 1 e 2 con l’obiettivo di destinare almeno il 10% dei terreni agricoli alla biodiversità (in questo scenario non è compreso l’effetto dell’aumento della produzione biologica al 25% della superficie agricola).

La realizzazione degli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversity, così, potrebbero comportare una diminuzione dei volumi prodotti per coltura nell’intera Ue che, nello scenario 4, va in media dal 10 al 20%, con picchi del 30% per produzioni come le mele, mentre altre, ad esempio la barbabietola da zucchero, non vedranno grosse conseguenze. Il calo dei volumi prodotti sarà maggiore per le colture perenni (mele, olive, uva da vino, agrumi e luppolo), mentre l’aumento dei prezzi riguarderà principalmente uva da vino, olive e luppolo. Di conseguenza, il commercio internazionale cambierà in modo significativo: le esportazioni Ue diminuiranno, ed aumenteranno di conseguenza le importazioni, i cui volumi potrebbero persino raddoppiare. La realizzazione dell’obiettivo di aumentare la superficie biologica al 25%, secondo le ipotesi formulate in questo studio, anche rispetto agli sviluppi tecnologici, si tradurrà invece in un calo della produzione di quasi il 10%, ed in un aumento dei prezzi di poco inferiore al 13%. Inoltre, l’aumento delle superfici agricole biologiche, potrebbe sì contribuire alla riduzione dell’uso dei pesticidi, e dei pericoli annessi, così come alla riduzione delle perdite di nutrienti, ma solo per le colture annuali, mentre per quelle perenni sarebbe vero il contrario, il che vorrebbe dire che in questi casi non ci sarebbe alcun motivo di convertire le colture al biologico, almeno dal punto di vista della sostenibilità.  Fonte: WineNews, 29.01.2022

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