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Ago 11 2020

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IL CIBO MADE IN ITALY “NON BASTA PIÙ”: CRESCE IL PESO DEI BRAND LOCALI

Le aziende legate al territorio coprono dall’8 al 10% delle vendite nei supermercati. Tra le aziende più radicate quelle del lattiero-caseario, pastifici e torrefazioni

Localismo è una delle parole-chiave per capire l’evoluzione del largo consumo in Italia. Dopo il lockdown, il 62% dei consumatori ritiene importante che un prodotto alimentare sia tipico/legato a una specifica zona e il 58% che sia fatto da piccole aziende del territorio, come emerge da un report realizzato da Nomisma per Cia.

L’avvento del Covid ha dato un colpo di acceleratore a una tendenza già in atto, rendendola più diffusa e visibile. Già prima della pandemia le aziende e i brand locali valevano in media l’8% delle vendite alimentari della Gdo (fonte Iri, iper+super), ma in cinque regioni la loro quota superava il 10%. La più “campanilista”, anche per ragioni geografiche e logistiche, è la Sardegna, con il 17,5% delle vendite di alimentari appannaggio dei prodotti isolani. Ma chi c’è dietro questi prodotti e chi sono i campioni del territorio?

A ogni marchio la sua regione

«Sono centinaia di grandi aziende e migliaia di pmi – spiega Nicola De Carne di Nielsen – Tra le aziende con oltre un milione di euro di fatturato sono 690 quelle realizzano almeno il 50% del loro business in una sola regione, come Citterio e Rigamonti in Lombardia, e Arborea in Sardegna. Molto più numerose sono le aziende più piccole, le cui vendite sono concentrate per almeno il 70% nella loro regione: questo dato rispecchia la ricchezza e la biodiversità del tessuto produttivo italiano. E mostra come le aziende locali abbiano saputo restare competitive, cavalcando le nuove tendenze di mercato, e spesso anche affiancando ai loro brand anche la produzione in contoterzi»

Paradossalmente la riscoperta delle aziende locali deve molto alla crescita delle private label: da un lato perché i retailer hanno cercato partner produttivi specializzati e con standard più alti, dall’altro perché hanno sviluppato linee premium che valorizzano le produzioni locali, di nicchia o artigianali. E le pmi sono state il bacino d’elezione a cui attingere per realizzarli.

«I prodotti del territorio sono fondamentali per l’assortimento di un retailer, e in particolare per noi che riuniamo imprenditori locali e siamo forti nei negozi di prossimità – afferma Alessandro Camattari, direttore commerciale e marketing di D.IT, Il gruppo distributivo creato da Sigma, Sisa e Coal –. Infatti da noi hanno una quota più alta della media (10-12%), differenziano l’offerta ed esprimono il legame dei nostri soci con il territorio. Continueremo a investirci, come stiamo facendo con la linea Gusto&Passione Selezione Slow Food, composta da 10 prodotti, tra birre artigianali e pasticceria, e che si espanderà anche a vini, salumi e formaggi locali, per arrivare a una trentina di referenze». Fonte: Il Sole 24 Ore, Manuela Soressi, 12.08.2020

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