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Mag 05 2008

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SULLE TRACCE DEL CIBO

Si è concluso, all' Istituto Agrario di Bergamo, il breve ciclo di incontri sul tema delle filiere brevi e della tipicità gestiti da Slow Food Valli Orobiche.

Gli incontri hanno coinvolto tutte le classi quarte e le classi seconde e sono stati ideati e condotti dal Fiduciario Lorenzo Berlendis. Quale contributo all' affermazione della biodiversità, il tema della prima conferenza dibattito si è snodato attorno alla scommessa e al significato della reintroduzione dei mais di antica varietà presenti nel bergamasco.
Mais vitrei caratterizzati dalla marcata riconoscibilità, dalla vocazione per il consumo umano date le ottime qualità organolettiche e gustative.
Varietà recuperate nei decenni (e nei secoli) da tenaci agricoltori che, con ostinazione, hanno operato selezioni con metodi pragmatici ma altamente efficaci, riproducendo in purezza alcuni ecotipi di indubbio valore e qualità. La presenza a Bergamo dell'Istituto per la Cerealicoltura, con sede a Stezzano, ha concorso a preservare un patrimonio genetico altrimenti destinato a scomparire e soccombere di fronte alla potente propagazione di un numero limitatissimo di ibridi, più produttivi e destinati alla alimentazione animale che hanno colonizzato le grandi estensioni della pianura. Un Progetto Provinciale, promosso, tra gli altri, dalla Condotta Slow Food Valli Orobiche, intende coordinare le azioni legate alla reintroduzione di mais di varietà peculiari delle nostre valli e pianalti che, a partire da zone confinate al riparo dai facili incroci varietali, possa ridiventare interessante per imprenditori agricoli, a fronte di una richiesta qualificata del mondo della ristorazione, della pasticceria, del consumo diretto.
Rostrato rosso di Rovetta, Scagliolo di Marne, Nostrano dell'Isola, Quarantino Sacra Famiglia. Sono i nomi di queste antiche varietà, legate a luoghi ben identificabili, dietro alle quali si celano intriganti storie e vicende di uomini, che si auspica possano diventare oggetto di diffuso interesse e compaiano al più presto sulle confezioni di farine nient'affatto omologabili.
Gli studenti hanno seguito con grande attenzione le relazioni di:
Lorenzo Berlendis, fiduciario di Slow Food
Aureliano Brandolini, eminente ricercatore e massimo conoscitore della storia ed evoluzione del mais in Italia e nel mondo,
Giorgio Brandolini, studioso di problematiche legate alla alimentazione,
Paolo Valoti, ricercatore del citato Istituto per la Cerealicoltura, centro che molti ci invidiano e che oggi soffre della scarsa attenzione istituzionale,
La chiacchierata non poteva non terminare con una degustazione di differenti dolci a base di farina di mais elaborati dalle pasticcerie Pasqualina di Almenno San Bartolomeo e Comi di Merate, momento che ha felicemente concluso una mattinata densa e colma di suggestioni.
Il secondo appuntamento aveva i formaggi tipici della bergamasca come fulcro d'interesse a proposito di filiere corte, territorialità, consumi consapevoli, diete equilibrate.
Gli interventi di Lorenzo Berlendis, Beppe Stefanelli, grande esperto sul tema e docente dell'Istituto Agrario, Alessandro Giovannelli, chirurgo e nutrizionista presso le Cliniche Gavazzeni, hanno introdotto una degustazione che ha provocatoriamente abbinato a Taleggio a latte crudo e Branzi, due prodotti industriali di marchi internazionali di grande diffusione.
In entrambe le occasioni la risposta molto positiva, partecipata, qualificata da parte degli studenti ha decretato il successo dell' iniziativa, iniziativa, peraltro, voluta dal Preside prof. Cattaneo e da un folto gruppo di docenti, che hanno contribuito attivamente alla piena riuscita della stessa.
Auspicio condiviso è che la collaborazione possa avere sviluppi ulteriori e altrettanto proficui.
[Lorenzo Berlendis]

 

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