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Mag 03 2022

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BAROLO E BARBARESCO ALLA CONQUISTA DI HOLLYWOOD

Andrea Ferrero e Matteo Ascheri, direttore e presidente del Consorzio Barolo e Barbaresco, a Hollywood fuori dagli studi della Paramount con le cuoche piemontesi 

Duecento produttori delle Langhe protagonisti a Los Angeles fra attori, modelle e cantanti: etichette in degustazione abbinate a tajarin impastati davanti agli studios cinematografici. Il direttore del Consorzio, Matteo Ascheri: “Una sfida non facile, ma da cavalcare”

LOS ANGELES. “Once Upon a Time in Langhe”. C’erano l’altra sera le Langhe a Hollywood ed era un film da Oscar, con duecento produttori di Barolo e Barbaresco a fare da protagonisti con le loro bottiglie negli studi della Paramount Pictures. Immaginatevi la scena: oltrepassati i cancelli di Melrose Avenue dove sono state girate pellicole come “Psycho”, “Colazione da Tiffany”, “Apocalypse Now”, “Forrest Gump” e “Titanic”, ecco un grande sipario rosso, un palco con un quartetto che suonava la musica di Paolo Conte e due grandi schermi con le vigne albesi che hanno dato il benvenuto ai trecento ospiti della cena di gala del Barolo & Barbaresco World Opening 2022, la più grande degustazione al mondo dedicata alle nuove annate dei  due figli del nebbiolo, con qualche buon effetto speciale.

La degustazione al Barolo & Barbaresco World Opening 2022 (BBWO) 

Il più riuscito è stato quello di portare a LA quattro giovani “chisinere” del borgo Moretta di Alba, che per oltre due ore hanno impastato, preparato e cucinato in diretta chili e chili di tajarin, portando nella Mecca del cinema l’atmosfera delle contrade di Langa. “Non immaginavamo potesse essere così bello ed emozionante fare delle tagliatelle per così tante persone, sotto la scritta della Paramount” dicono Cristina Casetta, Paola Diotti, Stefania Macario e Martina Roggero. Joe Bastianich, uno dei tanti vip ospiti della serata, le osservava divertito con un calice in mano. Dave Roberts, ex giocatore di baseball e attuale manager degli imbattibili Los Angeles Dodgers, si informava sugli ingredienti – “ma anche le uova arrivano dall’Italia?” – e sull’abbinamento con il Barolo e il Barbaresco. Gli attori Peter Mensah (“L’ultima alba”, “300”, “Spartacus”) ed Eric Warheim (che oltre ai set, frequenta i vigneti di Las Jaras, vicino a Coarsegold, dove produce vini biologici), per una volta sono stati dietro l’obiettivo, scattando foto con i telefonini.

“È bello ed eccitante vedere i migliori prodotti della mia terra messi sul piedistallo a Hollywood, in un ambiente così diverso e stimolante. Sono molto orgogliosa di quanto stanno facendo i produttori di vino” dice Elisa Sednaoui, attrice e modella d’origine braidese (ed egiziana) che a Los Angeles ha creato una fondazione che si occupa dell’educazione e della creatività dei bambini in difficoltà. Con lei c’era un altro braidese, Dino Borri, global vice president di Eataly che da più di dieci anni cura lo sviluppo della catena della famiglia Farinetti negli Stati Uniti, compreso lo store di Beverly Hills. E poi c’erano ristoratori, collezionisti, importatori, critici: tutti ad assaggiare le etichette in degustazione, abbinate in modo informale con vitello tonnato, insalata russa, agnolotti e riso di Baraggia. Tutti a darsi appuntamento con i produttori al Grand Tasting del giorno dopo all’InterContinental Hotel, dove da tre giorni sulla facciata del Wilshire Grand building, uno dei più iconici grattacieli di Downtown Los Angeles, si legge lo slogan “Welcome to Langhe”. Non c’è che dire, Barolo e Barbaresco sanno reggere bene la parte: dopo New York e un anno di pausa forzata, hanno deciso di ripartire alla grande. 

“Essere qui con un gruppo di quasi 200 produttori esprime un grande senso di appartenenza e di orgoglio della nostra comunità del vino, una cosa che nessuna altra denominazione in Italia può vantare – spiega Ascheri -. Los Angeles, poi, ha un sapore tutto suo: qui la cultura del cibo e del vino è molto diffusa, ma anche molto differente dalla nostra e anche da quella sulla costa Est degli Stati Uniti. Una sfida impegnativa, ma da affrontare con entusiasmo e da cavalcare, ora che la richiesta delle nostre bottiglie è elevatissima”. Alla fine della serata, il presidente del Consorzio ha annunciato il punteggio delle due nuove annate, frutto dei giudizi dei critici, dell’andamento climatico, dei dati analitici sui vini e del parere dei produttori: Il Barolo 2018 ha ottenuto 94,4 punti, il Barbaresco 2019 ne ha ricevuti 98,3.

Sa sinistra, Dino Borri di Eataly, la modella Elisa Sednaoui e Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco 

Applausi, tutti soddisfatti, così Ascheri si è potuto finalmente concedere un ottimo bonet al cioccolato con il direttore del Consorzio, Andrea Ferrero. “Non è affatto scontato riuscire a portare questa qualità e questa atmosfera nel cuore di Hollywood – dice -. Occorrono molta progettualità e un po’ di rischio, cose che i barolisti e i barbareschisti conoscono bene e sanno apprezzare. Dopo New York, Los Angeles e la costa Ovest degli Stati Uniti sono un mercato per noi molto importante, ma con uno stile tutto suo, che noi abbiamo cercato di interpretare al meglio per dare visibilità a due denominazioni che stanno vivendo un momento di grande forma”. L’entusiasmo è tale, che qualcuno già chiede dove andrà il prossimo anno il Barolo & Barbaresco World Opening. “Valuteremo presto le varie opzioni – dicono il presidente e il direttore -. Se resteremo negli Stati Uniti non sarebbe male puntare su Chicago o su una meta alternativa come il Texas”. Nel caso, abbiamo già il titolo: “Barolo Cowboys Go America”.  Fonte: la Repubblica, IL GUSTO, Roberto Fiori, 30.04.2022

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