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Mag 21 2021

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LA DISPUTA SULL’AGRICOLTURA BIODINAMICA

Lo Stato non finanzierà la biodinamica, anche se tutti scrivono il contrario

Se leggete i giornali e i social in queste ore, sarete portati a credere che il Senato abbia approvato una legge che finanzia pratiche agricole esoteriche. Come spesso accade, le cose non stanno così. Il ddl 988 è invece uno strumento per mettere ordine in un settore in crescita e finanzia le realtà biologiche

Leggendo testate nazionali ma anche organi di informazione specializzati, come l’Informatore Agrario, sembra proprio che il Senato abbia approvato una legge che finanzia le pratiche esoteriche dell’agricoltura biodinamica. Per fare più rumore e click, si specifica che la legge permettere di usare i fondi europei per mettere in atto le pratiche più contestate e meno scientifiche di questa pratica agricola che ha origine dalle riflessioni del pensatore Rudolf Steiner. Il corno letame usato come baluardo dalla scienza, che lo ritiene una pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico.

E via di nuova polemica, con centinaia di interventi pro e contro, di dibattito, di opinioni. Nessuno che, però, si prenda la briga di verificare la notizia alla fonte, e di capire se e cosa finanzierà questa nuova legge.

Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in commissione agricoltura e prima firmataria della proposta di legge in materia di produzioni con metodo biologico, tiene a smontare le fake news sul settore: «La legge sul biologico, approvata nel 2018 a larga maggioranza dalla Camera e attesa da anni dalle associazioni, è a un passo dall’approvazione e si tratterà di una pietra miliare per mettere ordine in un settore in crescita e altamente rappresentativo dell’eccellenza italiana. Nel nostro Paese il biologico è in crescita, rappresentando oltre il 15% della superficie agricola nazionale. Per queste ragioni è necessario avere una legge sul bio, un piano strategico ma anche un aggiornamento sul sistema dei controlli. Altresì i consumatori chiedono standard sempre più elevati e criteri di trasparenza. Proprio su questo punto dobbiamo ridurre al minimo l’impatto della chimica nel suolo e ci servono buone leggi per farlo e non battaglie ideologiche tra produzioni con metodo biologico e convenzionale».

E sottolinea quanto l’informazione in questo momento stia deviando il focus: «Trovo irrispettosa la diffusione di fake news o il tentativo di ridicolizzare un comparto regolamentato anche a livello comunitario come quello del bio, che per l’Italia rappresenta per altro un settore molto importante in termini di Pil, occupazione ed esportazioni. La proposta di legge insieme al piano strategico e ad un adeguato sistema di controlli serve appunto per rendere più strutturato un settore che può crescere ulteriormente e che intercetta anche i bisogni e le scelte di acquisto e di consumo dei cittadini. Ora dopo mesi finalmente tornerà alla Camera e confido in una rapida approvazione in via definitiva».

La legge ha alcuni articoli che indirizzano alcuni fondi sul tema della ricerca. Il biologico a differenza di altri sistemi di certificazione è un sistema che è normato da anni ormai, a livello comunitario e nazionale. La normativa anche europea si è evoluta molto in questi anni.

Meglio quindi concentrarsi su quello che questo ddl può davvero sostenere. Come l’onorevole sottolinea: «La proposta di legge non ha per niente l’obiettivo di mettere i diversi modelli di agricoltura uno contro l’altro, perché credo che oggi l’obiettivo condiviso dal biologico così come dal convenzionale, sia quello di migliorare le produzioni e di renderle più sostenibili sul piano ambientale, economico e sociale, con standard di qualità sempre più elevati e mettendo al centro ricerca ed innovazione. Quindi bisogna evitare di fare inutili macchiette, paventando un modello di agricoltura marginale, perché bisogna rispettare migliaia di produttori che esportano e rappresentano una quota sempre più rilevante in termini di Pil e occupazione. Poi insomma, ci sono alcune critiche stucchevoli che è opportuno confutare. Taluni ad esempio affermano che il biologico sia meno sostenibile perché ha rese inferiori del convenzionale. Nessuno nega che le produzioni con metodo biologico siano caratterizzate da minore produttività, dall’8 al 25% secondo uno studio pubblicato da Nature. Però bisogna anche dire che la sostenibilità si misura anche rispetto alla capacità di aumentare la sostanza organica e la fertilità biologica dei suoli, di conservare la biodiversità, di ridurre l’uso dei prodotti agrochimici. Per altro nel mondo si produce più cibo di quanto ne viene effettivamente utilizzato, e sappiamo quanto sia importante la lotta agli sprechi alimentari e alle perdite in agricoltura».

Debunking anche da parte di Maurizio Gily, consulente in viticoltura sostenibile e biologica, divulgatore scientifico, coordinatore di progetti di ricerca e sviluppo e docente presso l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Sul suo profilo facebook spiega: «Spiace che anche una testata seria come l’Informatore Agrario cada nella trappola di divulgare una clamorosa balla, citando un testo di legge che dice un’altra cosa. La biodinamica è finanziata solo se, e in quanto, dotata di una certificazione di agricoltura biologica (e diverse aziende biodinamiche non ce l’hanno). Quindi l’azienda prende i contributi, che peraltro sono soldi europei strettamente finalizzati a questo scopo, per il fatto che segue i protocolli dell’agricoltura biologica. Se poi oltre a questo l’agricoltore semina in base alla luna (come peraltro gli agricoltori hanno fatto per secoli) e sparge il cornoletame sono esclusivamente fatti suoi. Il testo è discutibile, ma per altri motivi. Che si finanzi il cornoletame è, semplicemente, una balla».

Gily prosegue, perché la polemica come sempre ha preso mille vie diverse: «A prescindere dal fatto che la biodinamica è materia di svariati corsi universitari, soprattutto in Germania (ci si risparmi quindi la solita litania anti-italiana) e che vari ricercatori italiani hanno lavorato e stanno lavorando su alcuni preparati biodinamici scoprendo cose assai interessanti, ma anche ammesso che non abbia alcuna dignità scientifica, la biodinamica rappresenta comunque un segmento di mercato di una certa importanza e capace di creare un notevole valore aggiunto, lo fa con investimenti suoi e senza altro aiuto dallo stato che i contributi del biologico, e non vedo motivo quindi di scatenare questo putiferio. Tra l’altro nel momento in cui la considerazione dell’opinione pubblica verso gli scienziati ha raggiunto probabilmente il punto più basso degli ultimi duecento anni queste battaglie non hanno altro effetto che rafforzare l’opinione di chi pensa che la scienza sia sempre al servizio di oscuri interessi economici e contro “la gente”».

Quello che è importante sottolineare è che le realtà biodinamiche soddisfano innanzitutto i requisiti del biologico e a questo aggiungono la loro filosofica olistica e il loro modello culturale. Ridicolizzarli è assurdo: creano occupazione e sviluppano cultura.

Stupito dalla polemica anche Carlo Triarico, presidente dell’Associazione italiana di agricoltura biodinamica, che in una intervista a Repubblica sottolinea come questa pratica agricola abbia invece una base scientifica efficace: «Si tratta di una posizione di minoranza nel mondo della scienza. Anzi, i nostri principi vengono discussi nei convegni internazionali e insegnati nelle università. Arrivano ad accusarci di stregoneria, ma mi sembra una grande scorrettezza. Corna, unghia e letame sono materiali fertilizzanti, la scienza non può negarlo. E i testi di Rudolf Steiner furono introdotti in Italia da Benedetto Croce. Di Steiner si tende a citare qualche espressione più colorita, estrapolata qua e là senza avere conoscenza diretta dei testi fondativi epistemologici. Ma il metodo in cui si inserisce l’agricoltura biodinamica è scientifico e prevede test e misurazioni ben precise».

E visto che ne abbiamo l’occasione, spieghiamo la differenza tra biologico e biodinamico e tra lotta integrata e lotta biologica. Magari la polemica sarà utile per cogliere aspetti dell’agricoltura che in molti confondono.

BIOLOGICO

Il termine quando si riferisce all’ambito agricolo e produttivo indica il processo di natura biologica di gestione delle aziende agricole. L’agricoltura biologica rispetto a quella convenzionale prevede tecniche attuate con concimi naturali, la pratica delle rotazioni delle colture e sistemi di lotta biologica (per esempio, combattendo i parassiti infestanti con gli insetti che sono loro nemici naturali) e senza ricorrere a pesticidi o ad altre sostanze chimiche di sintesi o altri processi industriali (meccanica, chimica, estrattiva…). A Tutela e garanzia del consumatore vigila l’organismo istituzionale IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) che, tramite apparati presenti in ogni stato della CE, effettua il controllo e rispetto delle norme sul tema biologico.

BIODINAMICO

Il biodinamico è una branca dell’agricoltura biologica, di cui rispetta tutte le regole. È metodo di coltura fondato su una visione spirituale della produzione agricola, che rispetta l’ecosistema terrestre includendo i principi dell’agricoltura biologica e invita a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. La teoria biodinamica comprende alcuni metodi tradizionali praticati normalmente in agricoltura, come la rotazione delle colture e altri più ancestrali. Il principio è simile a quello che sta alla base dell’omeopatia. Per migliorare la qualità del terreno e la qualità del raccolto, si impiegano nell’irrigazione delle sostanze di origine naturale appositamente trattate, che vengono chiamate “preparati”. Inoltre, come accadeva in passato, si pone attenzione al calendario delle semine secondo la posizione degli astri e ad altri riti, come l’analisi dell’energia vitale attraverso l’uso di cristalli e soluzioni reagenti.

LOTTA INTEGRATA

Indica una tecnica di produzione agricola di difesa delle colture che consente di ridurre i residui di fitofarmaci nei prodotti agricoli che finiscono sulle nostre tavole e di conseguenza l’uso indiscriminato di prodotti chimici; ciò è possibile mantenendo un controllo sul numero di insetti dannosi per le piante a livelli tali da non compromettere la produzione e la sua redditività, al di sotto della soglia di tolleranza.

Gli strumenti utilizzati per combattere gli attacchi parassitari sono molteplici e cercano di tutelare l’ecosistema e le risorse naturali dell’ambiente: rotazioni, sfalci, potature, diserbo, irrigazioni e fattori di disturbo per le specie nocive, quali piante-esca che distolgano dalle varietà coltivate, oppure l’introduzione di maschi sterili che riducano l’incremento numerico degli organismi dannosi. Solo quando queste tecniche non sono sufficienti si ricorre ai prodotti chimici, ma in modo limitato e giudizioso.

LOTTA BIOLOGICA

La lotta biologica è una tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi. Questa tecnica si è evoluta a fini agronomici e in genere si applica in campo agroalimentare per la difesa delle colture e delle produzioni alimentari, ma per estensione si può applicare in ogni contesto che richieda il controllo della dinamica di popolazione di un qualsiasi organismo. Fonte: Linkiesta, Anna Prandoni. 21.05.2021

La legge che dà fondi all’agricoltura biodinamica fa infuriare gli scienziati: “Il Paese di Galileo può finanziare pratiche magiche?”

Un comma prevede lo stesso trattamento tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica che crede nel potere esorcizzante delle pelli di topo di campo incenerite e sparse sul terreno o nel potere fertilizzante del cornoletame. La lettera di protesta dell’Accademia dei Lincei

La nuova legge sull’agricoltura biologica è vicina al traguardo in Italia. Approvata quasi all’unanimità ieri al Senato, dopo due anni di discussioni, dovrà affrontare l’ultimo passaggio alla Camera. Rischia di inciampare però proprio all’ultima curva sul cornoletame e gli altri principi dell’agricoltura biodinamica, che un passaggio del testo equipara espressamente a quella biologica. Incentivi finanziari e marchi di qualità che saranno previsti per l’agricoltura biologica, è l’effetto di questo comma, dovranno essere condivisi con i cugini dell’agricoltura biodinamica. Cugini che in molti però considerano eretici, estranei a ogni principio scientifico e vicini piuttosto all’esoterismo.

Il dibattito sul ddl 988, ieri in Senato, è stato tutto concentrato su questo: c’era chi si opponeva all’accostamento fra agricoltura biologica e biodinamica e chi al contrario cercava di allungare la coperta, inserendo nel testo anche pratiche un po’ fumose come la permacultura (cultura, non coltura) e agricoltura sinergica. A stragrande maggioranza ha vinto la formula secondo cui l’agricoltura biodinamica è equiparata a quella biologica. E tutti coloro che non credono nel potere esorcizzante delle pelli di topo di campo incenerite e sparse sul terreno o nel potere fertilizzante del cornoletame – il corno di una mucca che abbia partorito almeno una volta, riempito di letame, sempre di mucca, capace di catturare le forze astrali, seppellito all’inizio dell’inverno e recuperato all’inizio della primavera – sono insorti lamentando l’ennesimo insulto alla scienza.  

Illustri Senatori, può il paese di Galileo Galilei sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero?” hanno scritto ad esempio alcune decine di scienziati dell’Accademia dei Lincei, in una lettera ispirata da Cinzia Caporale del Cnr e firmata tra gli altri dal presidente dell’Accademia, il fisico Giorgio Parisi. “Laddove lo Stato ritenga opportuno sovvenzionare alcuni tipi di attività economiche, è condizione necessaria che vengano svolte secondo principi di razionalità e di conformità alle evidenze scientifiche”. L’agricoltura biodinamica, proseguono gli scienziati, “usa parti di animali quali teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo nelle quali infilare cortecce, fiori o letame, da sotterrare ed eventualmente dissotterrare dopo qualche tempo. A fondamento, essa evoca forze cosmiche come motrici di qualunque azione terrena”.

La lettera, scritta prima del voto, non ha fatto breccia fra i membri della Camera alta, che hanno approvato il cornoletame. Invano la senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata dell’università di Milano, ha implorato i colleghi di non avallare “una pratica esoterica e stregonesca”, paragonabile secondo lei alla truffa del Metodo Stamina che pretendeva di curare varie malattie degenerative senza troppe fondamenta mediche. Se ne riparlerà alla Camera. “Spero proprio che corregga questa legge evitando di ufficializzare nella nostra legislazione pratiche magiche” ha commentato Parisi dopo il voto del Senato. Un invito a modificare il testo è arrivato anche dal “Gruppo 2003”, che raccoglie gli scienziati italiani più citati nella letteratura specialistica dei loro campi. “Il rischio sarebbe di screditare l’intero settore”.

Soddisfatti invece i rappresentanti della biodinamica. “L’agricoltura biologica nasce da quella biodinamica e la scelta di equipararle è assolutamente corretta” spiega il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica Carlo Triarico. “È un segmento in forte crescita, che esporta nei mercati più remunerativi il 95% delle sue produzioni italiane, con una crescita del 14% nel 2020“. Fonte: la Repubblica, Elena Dusi, 21.05.2021

Coltivare con l’abracadabra. Soldi pubblici sull’agricoltura biodinamica

Getty/HP/ANSABiodinamica

Il Senato ignora le proteste di Elena Cattaneo e il Cnr. Così il Paese di Galileo vuole finanziare l’antroposofia di Rudolf Steiner

Soldi dei contribuenti per finanziare pratiche agricole esoteriche con cornoletame e cornosilice, vesciche urinarie di cervo maschio e crani di animali riempiti di corteccia. Tecniche – se così si può definirle – che si richiamano all’antroposofia, una dottrina teosofica ideata un secolo fa dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, portate avanti dai suoi adepti rispettando un severo disciplinare statuito da un marchio tedesco, Demeter. Ciò che appare davvero surreale oggi potrebbe presto diventare reale un domani grazie al via libera arrivato giovedì dall’aula del Senato al testo sull’agricoltura biologica. A sollevare il caso è stata la senatrice a vita Elena Cattaneo che in un duro intervento a Palazzo Madama si è scagliata contro l’agricoltura nota come “biodinamica” ed equiparata dal provvedimento in discussione a quella biologica, vero oggetto della legge. Ora manca solo l’ok definitivo della Camera dei deputati. L’intervento della Cattaneo, che ha etichettato l’agricoltura biodinamica come “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche simile per certi versi a Stamina, non è infatti bastato a convincere i colleghi senatori a eliminare dal testo il riferimento esplicito alla biodinamica previsto all’articolo 1. I suoi emendamenti sono stati bocciati. 

La legge si pone l’obiettivo di promuovere e sviluppare le tecniche agricole di stampo biologico, di introdurre un marchio italiano, e di finanziare progetti con un apposito Fondo per la produzione biologica (articolo 9) che si avvarrà di una parte delle risorse pubbliche derivanti dalla tassazione di determinati prodotti sanitari considerati inquinanti e nocivi, pari al 2% del fatturato delle imprese che lo producono. Non solo: al Fondo verranno poi dirottate anche le risorse del Fondo per la ricerca nell’agricoltura biologica, contestualmente soppresso. Soldi pubblici che però arriveranno anche alle aziende agricole che ricorrono a tecniche non puramente biologiche ma, appunto, biodinamiche, a patto che siano rispettati i disciplinari e i requisiti stabiliti a livello europeo e nazionale per il biologico. 

L’agricoltura biodinamica considera il terreno, l’uomo e gli animali come parti integranti del cosmo e sensibili alle sue regole e influenze. Trae origine da una dottrina teosofica lanciata dalla Società Antroposifica, fondata da Rudolf Steiner presso il Goetheanum di Dornach (Basilea) nel 1913, considerata dai suoi sostenitori una “scienza dello spirito” e dalla comunità scientifica una “pseudoscienza”.  D’altronde, l’antroposofia si fonda sulla pretesa di osservare il mondo spirituale con gli strumenti del metodo scientifico e sulla convinzione che grazie alla “crescente evoluzione del livello fisico nel mondo, anche esseri superiori come l’animale e l’uomo riuscirono ad incarnarsi”. In sintesi, la dottrina di Steiner è una pratica terapeutica che si occupa dell’uomo nella sua complessità psicologica, fisica ed energetica consentendogli di vivere in sintonia con le forze della natura.

Teorie quantomeno bislacche, certo, ma nulla rispetto alla loro declinazione nei processi agricoli di natura biologica che lo Stato italiano si accinge a finanziare. La filosofia mistica alla base dell’agricoltura biodinamica è stata ben riassunta dal suo ideatore. “Dovete sapere”, ha scritto Steiner, “che le influenze cosmiche che vengono espresse nella pianta, provengono dal centro della terra e sono indirizzate verso l’alto. Quindi, se una pianta che è particolarmente ricca di queste influenze cosmiche, viene mangiata da un animale, il letame che il sistema digestivo dell’animale produce, come risultato di aver mangiato tale foraggio, sarà la migliore cosa per il terreno dove quella pianta cresce”.

L’agricoltura biodinamica si propone quindi l’obiettivo di produrre alimenti che siano in grado di nutrire non solo “fisicamente” l’essere umano ma pure “spiritualmente”, mettendolo in armonia con la natura e l’universo grazie all’influenza reciproca di terreno, piante, animali e uomini. Non a caso nella produzione biodinamica gioco un ruolo centrale anche il calendario lunare dal momento che il moto del satellite influenza lo sviluppo di una pianta a seconda del segno zodiacale in cui si trova. 

Ecco: queste pratiche sono state definite senza mezzi termini dal Consiglio Nazionale delle Ricerche come “magiche”. In una audizione del 2019 al Parlamento, l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr ha fortemente criticato l’inserimento della biodinamica nel progetto di legge dedicato al biologico, anche perché “appare incomprensibile come sia possibile finanziare le attività certificate da un’organizzazione privata a marchio registrato”. Il riferimento è alla tedesca Demeter, l’unica che può rilasciare la certificazione dei processi biodinamici e della gamma di preparati biodinamici necessari ai lavori agricoli nel rispetto di determinati standard.

Secondo Demeter, tutte le misure adottate in un’azienda biodinamica devono essere valutate dal punto di vista olistico. Come si legge sul sito web, le norme Demeter non solo fissano i metodi per la produzione vegetale (uso di Compost e dei preparati, divieto di materiale geneticamente modificato, ecc.), ma anche direttive di lavorazione per la carne (ad es. assenza di additivi), prodotti caseari, prodotti di panificazione, frutta, verdure, spezie ed erbe aromatiche.

Gli agricoltori biodinamici utilizzano le proprie conoscenze sul piano pratico, scegliendo il momento per seminare e per piantare, per utilizzare varie tecniche di coltura ed effettuare il raccolto in base alle forze cosmiche attive in quel momento (entro i limiti consentiti dalle condizioni climatiche)”, si legge ancora sul sito. Non solo la Luna, anche altre forze cosmiche influenzano infatti la vita e la natura sulla terra: Giove, Mercurio, Saturno. “L’utilizzo dei preparati cornoletame e cornosilice è un’estensione pratica di queste idee e la loro azione può essere paragonata a quella dell’omeopatia, che agisce sui processi metabolici sia delle piante che del terreno mediante energie trasportate da materiali potenziati”. 

Le forze cosmiche tuttavia hanno bisogno di un processo produttivo che ruota intorno a un compost e a otto preparati biodinamici: cornoletame, cornosilice, camomilla, corteccia di quercia, tarassaco, achillea, ortica, valeriana. Come ha rammentato il Cnr ai parlamentari nel giugno del 2019, le pratiche “magiche” promosse nella biodinamica contemplano la fertilizzazione del suolo con “l’impiego di vesciche urinarie di cervo maschio riempite di fiori di achillea lasciati seccare in estate”. Oppure l’uso di crani di animali riempiti di corteccia. Ancora: la derattizzazione dei terreni attraverso la cattura dei topi vivi, scuoiati e bruciati per poi spargerne le ceneri sui campi. E, per finire, l’impiego di letame a riempimento di corna di vacca che abbia partorito almeno una volta, corna che devono essere sotterrate in autunno e dissotterrate in primavera. Giova ricordare come le vacche non perdano “naturalmente” le corna ma debbano essere segate dal cranio. 

Oltre agli standard, Demeter fissa anche gli obblighi di registrazione. Devono essere evidenti l’origine degli organi usati come involucri, i luoghi in cui vengono allestiti i preparati e le date di interramento e dissotterramento dei preparati. La scelta degli involucri non è casuale ma tiene conto della funzione che questi assolvono all’interno dell’organismo animale, dal momento che hanno la funzione di “concentrare durante il processo di allestimento le forze vitali costruttive e plasmatrici che provengono dal cosmo nella sostanza che è contenuta in quel determinato organo”. 

Ora: ci sarebbe da ridere se non ci fosse il serio rischio che alle aziende agricole che condividono tali standard di produzione possano arrivare soldi pubblici grazie all’approvazione della legge appena trasmessa alla Camera. Come ha detto la senatrice a vita Cattaneo in aula, “se quest’equiparazione (tra biologico e biodinamico, ndr) restasse esplicita, enti e portatori di interesse potrebbero organizzare corsi e progetti incentrati sull’esoterismo biodinamico con i soldi dei cittadini italiani”. In altre parole “si potrebbero creare attività e istituire insegnamenti, con tanto di crediti formativi, sulla profondità migliore a cui sotterrare le vesciche di cervo, sulla direzione giusta con cui mescolare il letame o su come meglio orientare la vacca al pascolo perché catturi raggi cosmici”.

Secondo la Fondazione italiana Scienze della Vita, “siamo di fronte alla situazione paradossale di promuovere un approccio mistico all’interno delle università e negli enti di ricerca”. La beffa è doppia nel caso del Cnr che, chiamato a commentare la legge, ha aspramente condannato l’equiparazione alla biodinamica, ma al tempo stesso viene precettato dalla stessa legge a devolvere parte dei suoi fondi per la ricerca nel settore biologico che, come visto, può talora essere equiparato al campo pseudoscientifico della biodinamica. 

La comunità scientifica ha lanciato diversi allarmi, come la lettera inviata da oltre 20 importanti scienziati italiani – dal fisico Ugo Amaldi all’esperto di staminali Giulio Cossu, dal biotecnologo Roberto Defez al fisico Luciano Maiani – per bloccare il finanziamento alle aziende agricole biodinamiche alla vigilia del voto del Senato: “Può il Paese di Galileo Galilei – si legge la lettera – sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero?”. A quanto pare, sì: il Senato approva.  Fonte: Huffpost, Claudio Paudice, 23.05.2021

 

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